“L’emergenza rifiuti si risolve con un’Authority”

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Il presidente di Utilitalia Giovanni Valotti

La mancata approvazione del decreto legislativo sui servizi pubblici locali a seguito del pronunciamento della Corte costituzionale di fine 2016, ha determinato, tra le altre cose, la mancata attribuzione all’Aeegsi (Autorità per l’energia elettrica, il gas e il settore idrico) delle funzioni di regolazione e controllo anche per il settore della gestione dei rifiuti urbani.
Da tempo Utilitalia evidenzia la necessità di un’autorità indipendente di regolazione anche per i rifiuti urbani. La sua azione potrebbe, infatti, promuovere le condizioni necessarie a garantire una gestione industrialmente connotata, efficace, efficiente e trasparente.
È questa l’unica via possibile per risolvere in modo strutturale le emergenze che ormai da molti anni caratterizzano importanti aree del Paese, in particolare nel Centro-Sud. È questo l’unico modo per far sì che l’economia circolare, da tutti condivisa a parole, si traduca in fatti concreti.

L’attività di regolazione
L’azione dell’Autorità potrebbe, in primo luogo, contribuire al superamento della legislazione concorrente tra Stato e Regioni, accelerare il tanto atteso riassetto della governance e favorire il superamento della frammentazione che si registra in senso orizzontale e verticale nelle politiche di settore (pianificazione, affidamenti, autorizzazioni, controlli) e nella gestione del servizio.
L’azione della regolazione consentirebbe, inoltre, di accelerare il percorso verso l’adozione di una tariffa corrispettiva, capace di commisurare il costo alla quantità e alla qualità del servizio reso, nel rispetto del principio europeo “chi inquina paga”. Un sistema tariffario chiamato a responsabilizzare tutti i soggetti (autorità locali, gestori, utenze) che hanno a che fare a diverso titolo con la produzione e la gestione dei rifiuti urbani e che, grazie all’introduzione di costi efficienti, potrebbe spingere il sistema delle imprese a una maggiore trasparenza e a recuperi di efficienza e produttività.
Ancora, l’azione della regolazione potrebbe favorire gli investimenti necessari a colmare la cronica carenza di infrastrutture, soprattutto nelle aree del Paese che ancora oggi non riescono a soddisfare il proprio fabbisogno di trattamento e si trovano così costrette a inviare i propri rifiuti fuori regione, con significativo aumento degli impatti ambientali e dei costi a carico delle utenze.
L’attività di regolazione assicurerebbe, infine, una migliore tutela dell’utente favorendo, sull’intero territorio nazionale, livelli adeguati e omogenei di servizio, a costi trasparenti e paragonabili, anche attraverso la promozione di una concorrenza non rivolta al massimo ribasso, ma all’efficienza, all’efficacia e alla qualità del servizio.

Il confronto con altri settori
A conferma di tutto ciò basta considerare i benefici che la regolazione ha portato negli altri settori dei servizi pubblici locali (energia elettrica, gas e sistema idrico), dove da una parte sono aumentati gli investimenti necessari a garantire infrastrutturazione e più alti standard di qualità del servizio, dall’altra si è sviluppata una competizione tra gli operatori sul piano dell’innovazione, a tutto vantaggio dell’utente finale.
Ultimo aspetto, da non sottovalutare: sulla necessità di introdurre una regolazione economica anche per il settore dei rifiuti urbani si registra oggi un generale consenso e convergenza da parte del mondo politico, di quello economico e giuridico, delle istituzioni che hanno competenze in materia di gestione dei rifiuti e, infine, degli stessi operatori, pronti ad accettare questa nuova sfida.
Si tratta pertanto di un’occasione importante, che la politica deve cogliere quanto prima per far crescere la cultura industriale e il sistema dei servizi nel nostro Paese.
Sarebbe drammatico rinviare ulteriormente questa decisione. Se vorremo non più occuparci in futuro di emergenze rifiuti, dobbiamo risolvere oggi l’emergenza Autorità.

(Il Sole 24 Ore)