Attualità/Autonomia regionale, via libera dal Consiglio al mandato per l’intesa con il Governo

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Foto tratta dall’archivio fotografico RER.

Il presidente della Regione (nella foto ha ricevuto lunedì 12 febbraio dall’Assemblea legislativa il mandato a sottoscrivere con il Governo l’Intesa-Quadro per la concessione di una maggior autonomia dell’Emilia-Romagna, oltre all’autorizzazione a proseguire il negoziato con l’Esecutivo nazionale che si insedierà dopo le elezioni del 4 marzo su ulteriori materie da gestire direttamente.

Il mandato è contenuto in una specifica risoluzione, approvata dall’Aula senza nessun voto contrario, al termine di una comunicazione della Giunta regionale che ha fatto il punto sul confronto portato avanti in questi mesi con il Governo sulla richiesta di maggiore autonomia, sulla base dell’articolo 116 della Costituzione, anche sulla base delle indicazioni fornite dalla stessa Assemblea e da tutte le rappresentanze economico, sociali e istituzionali firmatarie del Patto per il lavoro.

Il presidente della Giunta ha ribadito la portata storica di un accordo che verrebbe sottoscritto per la prima volta in Italia, a beneficio di un territorio virtuoso e di una Regione con i conti in ordine. Si è poi detto soddisfatto del voto dell’Assemblea legislativa, che, pur nelle differenze, ha portato a sintesi la volontà comune di rendere l’Emilia-Romagna una regione ancor più competitiva e di rafforzare, e sostenere con ulteriori strumenti, la crescita economica oggi in atto. Per queste ragioni, la firma dell’Intesa-quadro con il Governo non dividerà, rappresenta anzi una proposta chiara che unisce in quanto ha unito il lavoro di tutti, portato avanti con i Gruppi in Assemblea legislativa e con le parti sociali e la società regionale nel Patto per il Lavoro.

Il via libera di oggi segna per l’Emilia-Romagna una tappa fondamentale del percorso avviato dopo la dichiarazione di intenti del 18 ottobre scorso firmata dallo stesso presidente della Regione col presidente del Consiglio, che diede inizio formale al negoziato il 9 novembre successivo.

L’intesa potrà essere integrata e completata prima della definitiva presentazione di un disegno di legge del Governo alle Camere e la conseguente approvazione della legge sulla maggiore autonomia ai sensi dell’articolo 116, comma terzo, della Costituzione. I suoi contenuti potranno essere estesi a ulteriori materie individuate negli atti di indirizzo approvati dai rispettivi organi assembleari.

Il mandato consente quindi al presidente della Regione di concludere questa prima fase con la sottoscrizione di un’Intesa-Quadro che, dopo una premessa di carattere generale, definisce i criteri per la quantificazione delle risorse finanziarie connesse all’attribuzione di maggiori competenze legislative e amministrative differenziate nonché le quattro aree strategiche – politiche del lavoro; istruzione; tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; salute – in cui rientrano le 12 materie di cui la Regione chiede la gestione diretta: rapporti internazionali e con l’Unione Europea delle Regioni; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche; commercio con l’estero; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; governo del territorio; protezione civile; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; tutela della salute; norme generali sull’istruzione; tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali; giustizia di pace.

Alle quattro aree strategiche si accompagnano poi il coordinamento della finanza pubblica, la partecipazione allaformazione e all’attuazione del diritto dell’Unione Europeanonché alla governance istituzionale.

Per quanto riguarda le risorse, l’intesa punta all’individuazione di criteri e parametri, anche inediti, per l’attribuzione di tutte le risorse umane, finanziarie e strumentali necessarie ad implementare politiche nuove su base territoriale. Si potrà quindi fare ricorso a meccanismi di compartecipazione, o riserva di aliquota, al gettito dei tributi erariali maturati sul territorio regionale, ovvero al criterio dei così detti fabbisogni standard.

In particolare, per il settore Ambiente, gli obiettivi della proposta puntano al riconoscimento in capo alla Regione della potestà legislativa su norme di dettaglio e semplificazione per la prevenzione del dissesto territoriale, nonché a disciplinare l’organizzazione delle funzioni amministrative assegnate alla Regione stessa. La priorità è poter disporre di strumenti amministrativi e programmatori, piuttosto che normativi, per conseguire elevati livelli di tutela ambientale in una logica di azione continua e pluriennale. Inoltre, alla Regione, sulla base di specifiche esigenze riferibili al proprio territorio, sarà consentito di proporre al Governo l’adozione di regolamenti e di atti amministrativi generali di competenza dello Stato o di organi ed enti di livello statale.