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Emiliambiente. 1,3 milioni di utile nel primo semestre 2018

FIDENZA – EmiliAmbiente SpA chiude il primo semestre 2018 con un utile netto di circa 1,3 milioni di euro, dopo aver realizzato investimenti per 1,2 milioni sulle infrastrutture degli 11 Comuni del parmense di cui gestisce il Servizio Idrico Integrato.

Buone anche le proiezioni relative alla situazione dell’azienda al 31 dicembre, che raccontano di una realtà solida (Indice di liquidità 1,85, grado di indebitamento 1,07, oneri finanziari netti 3,41%, indice di struttura finanziaria 0,587) ed efficiente – con investimenti realizzati previsti per circa 3 milioni di euro e un utile netto di 1,5 milioni, destinato ad essere interamente reinvestito sul servizio.

 La relazione sull’attività dell’azienda al 30 giugno 2018 è stata approvata lo scorso 31 ottobre dall’assemblea dei soci, composta – oltre che dai Comuni serviti – dalle Amministrazioni di Fontevivo, Mezzani, Noceto, Parma e Sorbolo.

Nella stessa occasione sono stati approvati il potenziamento della Pianta organica ed una sostanziosa modifica del Piano Operativo Investimenti: il risultato è un cronoprogramma che vede l’azienda impegnata a realizzare nel 2019 investimenti per 5,2 milioni di euro, nel 2020 per 6,5 milioni, e nel 2021 per 3,9 milioni.

“Se consideriamo l’investimento pro capite annuo sul servizio, cioè i valore degli investimenti rapportato al numero di cittadini serviti – afferma Andrea Peschiuta, Direttore Generale di EmiliAmbiente SpA – si tratta di circa 56 euro per il periodo 2019-2021: un valore nemmeno comparabile con quello delle realtà a gestione diretta dei Comuni – che negli ultimi anni si attestava attorno ai 5 euro – ma nettamente superiore anche alla media nazionale, pari a 32 euro. È la dimostrazione del fatto che conciliare governance pubblica, vocazione industriale e dimensioni non eccessive è realmente possibile”.

Negli investimenti inseriti nel piano è compreso un pacchetto di interventi per cui EmiliAmbiente potrà contare su Fondi per lo Sviluppo e la Coesione (FSC): si tratta di lavori per 4,5 milioni di euro, da realizzare entro il 2022, finanziati al 50% dalla tariffa e al 50% dallo Stato.

“La revisione del POI – prosegue Peschiuta – si è resa necessaria per meglio soddisfare le esigenze infrastrutturali del territorio che serviamo, nonché adempiere ai requisiti richiesti dall’Autorità con la delibera 917/2017 sulla qualità tecnica. Attraverso questo provvedimento, entrato in vigore il 1° gennaio 2018, ARERA intende giungere a un livello di qualità delle prestazioni tecniche dei gestori uniforme in tutta la Penisola, incentivando il presidio costante sulle infrastrutture. La nuova modulazione del piano riflette perciò i sei macro-indicatori sulla cui base l’Autorità valuterà il nostro operato: perdite idriche, interruzioni del servizio, qualità dell’acqua erogata, adeguatezza del sistema fognario, smaltimento fanghi in discarica e qualità dell’acqua depurata”.

Via libera quindi a risorse per la modellazione idraulica e la manutenzione straordinaria dell’acquedotto, la sostituzione dei contatori, l’introduzione degli inverter nelle centrali di captazione, la redazione di un progetto generale delle fognature di tutto il territorio gestito e il potenziamento del telecontrollo. Il piano prevede inoltre l’avviamento della manutenzione straordinaria delle infrastrutture per la gestione delle acque bianche – che ATERSIR ha affidato ai gestori del servizio idrico integrato a partire dall’anno in corso – e, per quel che riguarda i progetti puntuali più economicamente impegnativi, il riordino dell’assetto fognario di Colorno con il potenziamento del suo depuratore.

Nell’assemblea del 31 ottobre è stato infine approvato il nuovo piano industriale 2019-2025, con la rimodulazione della struttura del debito nei confronti degli istituti di credito necessaria a renderlo sostenibile.