Attualità. Riforma partecipate, Confservizi nazionale: “Rivedere norme su fusioni e personale”
ROMA (Quindici) – Nell’ambito dell’esame parlamentare sullo schema di decreto legislativo relativo al Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica, le Commissioni Bilancio della Camera e Affari costituzionali del Senato hanno congiuntamente ascoltato in audizione Confservizi (Asstra e Utilitalia).
Nella memoria depositata, Utilitalia ha illustrato alcune criticità nel Testo Unico, relative ad un disallineamento con alcuni obiettivi prefissati dal Parlamento e alcuni contrasti con la normativa Comunitaria. (nel video postato sul sito della Camera, l’intervento di Valotti al minuto 1 h.10).
Punto centrale del documento, resta il tema delle aggregazioni, seguito dalle complesse questioni relative alle politiche del personale.
Per le aggregazioni, la federazione rimarca l’eccessivo ricorso alle gestioni in economia da parte degli enti locali ed una conseguente disomogeneità della qualità dei servizi ai cittadini che queste sono in grado di fornire. Situazione particolarmente grave nel Mezzogiorno. Tutto il settore resta caratterizzato da una “endemica sottocapitalizzazione”, che incide sulla limitata capacità di accesso alle risorse finanziarie per gli investimenti.
In merito agli strumenti in grado di rimuovere ostacoli all’efficienza gestionale e snellire i processi di aggregazione, Utilitalia propone ad esempio di spostare dai Consigli Comunali alle Giunte, la competenza del riassetto delle partecipazioni comunali. In questo modo – con la natura di atto delegato – la Giunta potrebbe agire più velocemente, sulla base delle indicazioni espressi dal suo Consiglio.
Per quanto riguarda le politiche del personale – altro tema centrale affrontato nei documenti della federazione – Utilitalia suggerisce “l’applicazione della disciplina lavoristica del trasferimento d’azienda in tutti i casi di cessazione dell’affidamento a seguito di procedura competitiva”, al fine di impedire il sorgere di probabili contenziosi sull’applicazione delle relative tutele.
Propone l’eliminazione dell’obbligo di assumere nuovo personale a tempo indeterminato attingendo dal bacino dei lavoratori “in eccedenza presso altre partecipate”, per non imporre vincoli immeritati alle aziende virtuose e attente nel non creare esuberi di personale.
Nell’allegato al documento – nel quale Utilitalia ha riassunto i dati statistici ed economici dei settori idrico, energetico e ambientale – spicca ancora una volta la differenza significativa tra le società di servizi pubblici locali e le cosiddette “strumentali”.
Se è vero, infatti, che entrambe le categorie sono partecipate dall’ente locale, è altrettanto vero che su oltre 7000 imprese, sono solo 1168 quelle dedicate ai servizi pubblici verso i cittadini, che nel 2014 hanno creato ricavi per 40,5 miliardi di euro e utili per 1,4 miliardi. Performance molto distanti dal mondo delle società strumentali.
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