Attualità/Dalla Regione. Approvato il Piano di gestione rifiuti, orizzonte 2020 ed economia circolare

PRGRBOLOGNA (Quotidiano E-R) – Una prima proposta di Piano era stata adottata dalla Giunta nella precedente legislatura, il 3 febbraio 2014. Come previsto dalla normativa in materia, si era aperta la fase di consultazione pubblica: questa procedura ha portato a raccogliere 982 osservazioni formulate da 103 soggetti diversi.

L’interruzione anticipata della legislatura ha sospeso l’iter di approvazione del Piano, e la nuova Giunta, con il consenso della maggioranza dell’Assemblea, ha valutato la priorità di approvare una nuova legge regionale, sintetizzabile nel concetto di “economia circolare”, a cui il nuovo Prgr, con un orizzonte temporale al 2020, fosse pienamente coerente.

Quanto alle 982 osservazioni presentate, la maggior parte attiene all’impiantistica e ai sistemi di raccolta differenziata; molte hanno riguardato i criteri per la tariffazione puntuale, i criteri localizzativi e le aree inidonee, i meccanismi di compensazione per i Comuni sede di impianti di smaltimento. La Giunta le ha così classificate: non pertinenti, pertinenti, respinte, accolte (in tutto o in parte). Sulle controdeduzioni della Giunta, si è poi espressa la Commissione Territorio.


prgr 2IL PRGR IN SINTESI

Con il Piano approvato, vengono confermate le scelte di autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti a livello emiliano-romagnolo, facendo coincidere l’ambito territoriale ottimale con l’intero territorio regionale. Dalla L.r. 16/2015 sono stati ricavati nuovi obiettivi, più elevati dei precedenti, da raggiungere entro il 2020. Viene alzata dal 20 al 25% la riduzione della produzione pro capite di rifiuti urbani, dal 70 al 73% la quota di raccolta differenziata, dal 65 al 70% il riciclaggio di materia. Il Piano scommette sugli effetti incentivanti di un’altra novità introdotta dalla L.r. 16/2015: la “tariffazione puntuale”, il commisurare il pagamento della tariffa all’effettiva quantità di rifiuti conferiti da ciascuna utenza.

In sintesi, una fotografia della situazione attuale. Nel 2014, i rifiuti urbani prodotti in Emilia-Romagna sono stati 2.929.953 tonnellate, pari a 657 chilogrammi per abitante. Nonostante la crisi economica, c’è stata una crescita dell’1,1% rispetto al 2013. Quanto alle principali forme di smaltimento, nel 2014 la raccolta differenziata è cresciuta del 2%, raggiungendo il 58% del totale dei rifiuti urbani (e i primi dati sul 2015 fanno pensare si sia già raggiunto il 60%), l’11% è finito in discarica, il 25,8% incenerito con recupero di energia. Si assiste a consistenti scarti territoriali: il valore più alto è a Parma (69% di raccolta differenziata), il più basso a Bologna (51%). Analizzando il “tasso di riciclaggio”, che raggiunge la media del 51% dei rifiuti da raccolta differenziata, si scopre che il legno sta all’89%, i metalli al 64, il vetro al 75, la plastica al 19, la carta al 56, la frazione umida al 44%.

Il Prgr agirà sulla prevenzione, vale a dire la riduzione della produzione di rifiuti, ponendo attenzione all’intero ciclo di vita dei prodotti (produzione, distribuzione, consumo, utilizzo, fine vita), con l’obiettivo, al 2020, di ridurre dal 15 al 20% la quantità complessiva di rifiuti urbani da trattare. In altri termini, un segno meno di 100-135 chilogrammi per abitante. Poi, si scommette sulla tariffazione puntuale e sul miglioramento dei sistemi di raccolta. Il Piano potrà contare sul finanziamento di un fondo a sostegno dei Comuni virtuosi, e quindi a vantaggio dei loro cittadini; per assegnare queste risorse, il criterio essenziale sarà la riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio.

Nel dare obiettivi puntuali di crescita della raccolta differenziata, il Prgr individua tre aree omogenee: la Montagna (131 Comuni) dovrà raggiungere il 65%, la Pianura (186 Comuni) il 79%, e l’area che contiene i capoluoghi e la costa (quella più segnata dai flussi per lavoro, studio e turismo) il 70%. Va detto che già oggi ci sono 30 Comuni emiliano-romagnoli che hanno raggiunto l’obiettivo al 2020. Ma ce ne sono più di 50 chiamati a uno sforzo notevole, dovendo crescere di oltre il 30% nei prossimi quattro anni.

prgr 3Al miglioramento quantitativo dovrà corrispondere un miglioramento della qualità dei prodotti ottenuti tramite raccolta differenziata. Si procederà alla promozione del mercato dei prodotti riciclati per la Pubblica amministrazione e all’incremento della frazione organica per produrre compost di qualità. Decisivo sarà anche lo sviluppo delle “filiere del recupero”: accordi sono già stati sottoscritti dalla Giunta nel campo della plastica, della grande distribuzione organizzata, per “le manifestazioni sportive sostenibili”, per il recupero delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee); altri accordi sono in fase di definizione nel settore delle costruzioni e demolizioni, per il recupero del vetro, per il riciclo dei pannolini usati.

Infine, il Prgr pianifica una significativa riduzione degli impianti di smaltimento. Al 2020, si prevede siano attive solo 3 discariche sul territorio regionale (Carpi, Imola, Ravenna) e che cessi il conferimento di rifiuti urbani a 2 degli attuali 8 impianti di termovalorizzazione: quello di Ravenna dovrebbe chiudere entro il 31 dicembre 2018, quello di Piacenza entro il 31 dicembre 2020.


LE MODIFICHE INTRODOTTE IN AULA

Fra gli emendamenti approvati in Commissione, spicca quello che introduce “l’Osservatorio Costi”: dovrà integrare, monitorare ed analizzare le informazioni di tipo territoriale, tecnico ed infrastrutturale, correlandole agli impatti economici ed alle conseguenti ricadute tariffarie all’utenza. A questo Osservatorio si chiede di svolgere analisi conseguenti agli eventuali scostamenti tra quanto previsto e l’andamento reale, individuando gli interventi di interesse strategico regionale; monitorerà i costi del servizio sostenuti nei Comuni e provvederà a una loro comparazione; analizzerà le tariffe applicate nei Comuni, elaborate per tipologia d’utenza e le metterà in relazione con gli obiettivi del Prgr.

A conclusione del dibattito sul Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr), nella seduta del 3 maggio l’Assemblea legislativa ha votato e respinti tutti e 38 gli emendamenti presentati. Respinto anche un ordine del giorno depositato da un gruppo di opposizione.

Con 29 favorevoli e un contrario (al momento del voto erano dichiaratamente assenti 4 gruppi di opposizione), l’Aula ha approvato una risoluzione che impegna la Giunta a uniformare le tipologie, i parametri e i criteri di assimilazione delle singole municipalità, oltre a rafforzare il monitoraggio dei dati di contesto senza ricorrere a meccanismi di deassimilazione.

Chiede, inoltre, di avviare l’Osservatorio Costi nel più breve tempo possibile e a privilegiare, nel finanziare i programmi di settore, i soggetti che rispetteranno la previsione del passaggio a tariffazione puntuale entro l’anno 2020. Nel documento si sollecita l’esecutivo regionale ad attivare il coordinamento permanente con le associazioni di categoria, a proseguire nell’attività di sviluppo degli accordi volontari di filiera e a rafforzare Atersir (l’Agenzia territoriale per i servizi idrici e rifiuti), cui compete l’attuazione di molte delle disposizioni del Prgr. Va poi attuata una vasta azione di informazione e sensibilizzazione, al fine di promuovere le migliori pratiche per dare piena attuazione alle disposizioni contenute nel Piano.

Il Prgr, sta scritto nel documento approvato, assume come finalità strategiche il contenimento dell’uso di discariche, che rappresentano l’ultimo gradino della gerarchia comunitaria di gestione dei rifiuti, e l’autosufficienza regionale per lo smaltimento dei rifiuti, urbani e speciali, prodotti nel territorio regionale. Alla Giunta si chiede, fra l’altro, di individuare risorse da destinare al finanziamento di attività di innovazione dei processi industriali, prevedendo il risparmio di risorse non riproducibili; che favoriscano la ricerca e la riprogettazione di prodotti e processi, anche al fine di aumentare le percentuali di materia recuperabile e promuovendo la riduzione di imballaggi e dei rifiuti non inviati a riciclaggio; di ritiro dei prodotti a fine vita per garantirne il recupero.

Su questo documento sono stati presentati due emendamenti, a loro volta approvati. Prevedono un duplice impegno della Giunta: ad approfondire la possibilità di far pervenire agli impianti di smaltimento attraverso la ferrovia; e a garantire che il trasporto dei rifiuti agli impianti di Piano avvenga attraverso mezzi ferroviari in tutti i casi in cui ciò sia possibile per gli impianti esistenti, e come buona prassi per i nuovi impianti che verranno realizzati.