Attualità/Consulta boccia i decreti Madia. Confservizi nazionale: “Sospendere il decreto partecipate”

Il palazzo sede della Consulta (immagine tratta da Wikipedia).
Il palazzo sede della Consulta (immagine tratta da Wikipedia).

ROMA – (Quindici). La Corte Costituzionale, con la sentenza 251/2016 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge Madia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche (legge n. 124/2015) nelle parti in cui prevede che l’attuazione della stessa attraverso decreti legislativi possa avvenire con il semplice parere non vincolante della Conferenza Stato-Regioni o Unificata. Secondo la Consulta, che si è pronunciata dopo un ricorso della Regione Veneto, è invece necessaria un’intesa.
La pronuncia riguarda in particolare le norme relative a dirigenza, partecipate, servizi pubblici locali e pubblico impiego. La sentenza è stata pubblicata a poche ore dall’approvazione definitiva, in Consiglio dei ministri, dei decreti attuativi sui servizi pubblici locali e sulla dirigenza pubblica, che pertanto non sono stati inviati al Quirinale. Quanto ai provvedimenti già in vigore, il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia ha detto in un’intervista al Corriere della Sera che si chiederà l’intesa in Conferenza Stato-Regioni come previsto dalla sentenza, per poi emanare dei decreti correttivi. Tra i decreti il cui iter è da rifare vi è quello sulle società a partecipazione pubblica (175/2016), di cui Confservizi – la confederazione che riunisce Asstra e Utilitalia, le associazioni degli operatori di trasporti locali, acqua, gas, energia elettrica e igiene ambientale – chiede con urgenza una sospensione dell’efficacia, nelle more dell’individuazione e conseguente adozione delle misure correttive.
In una lettera inviata al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e al ministro Madia, Confservizi rileva infatti come siano vicine una serie di scadenze per adempimenti previsti dal Testo unico sulle partecipate (modifiche statutarie entro il 31 dicembre 2016, piani straordinari di razionalizzazione entro il 31 marzo 2017), che potrebbero essere oggetto di interventi correttivi. La sospensione dell’efficacia del provvedimento, ad avviso della Confederazione, rappresenterebbe un risparmio di risorse umane ed economiche e scongiurerebbe il rischio di ulteriori ricorsi, anche in via incidentale.
Infine, Confservizi auspica che il governo si adoperi per salvaguardare gli elementi di positività contenuti nel quadro complessivo della riforma, come la regolazione del settore industriale dei rifiuti urbani e, per quanto riguarda il Tpl, le novità in materia di riparto delle risorse, di definizione dei bacini di mobilità e di contrasto dell’evasione tariffaria.