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Via libera del Parlamento al decreto correttivo partecipate

Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica.

ROMA – Semaforo verde in Parlamento al decreto correttivo bis relativo al riordino delle società partecipate. Le commissioni Affari costituzionali al Senato e Bilancio alla Camera, nella seduta di martedì 2 maggio, hanno infatti espresso due pareri favorevoli. Concluso l’esame parlamentare, il decreto dovrà approdare nuovamente in Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva.

I pareri espressi non contengono nessuno stravolgimento rispetto ai contenuti dell’intesa raggiunta in Conferenza Stato/Regioni: proprio lo strumento dell’intesa era  stato d’altronde considerato indispensabile dalla Corte Costituzionale, che, con la sentenza 251/2016 aveva bocciato l’iter di approvazione seguito per il decreto originario.

A Palazzo Madama il testo contiene una condizione e cioè la richiesta di consentire la partecipazione alle nuove gare fuori dall’ambito di riferimento solo alle partecipate che hanno ottenuto l’affidamento con gara e con l’esclusione delle società in house.

 Alla Camera i deputati hanno formulato nel loro parere solo osservazioni non vincolanti: la richiesta di prevedere che i provvedimenti dei governatori regionali di escludere determinate società dalla riforma, siano trasmessi a Corte dei Conti, Mef e commissioni parlamentari.

Con il voto di oggi è stato dunque sciolto il nodo relativo al potere affidato ai presidenti di Regione per escludere le proprie società dalla stretta.
In una prima bozza, infatti, firmata dalla relatrice al Senato Linda Lanzillotta (Pd), veniva chiesto di cancellare la norma dal testo. Con il parere definitivo, invece, la richiesta è diventata più soft ed è stato deciso di trasformare la condizione in una semplice osservazione.