Attualità/Autonomia regionale: dall’Assemblea legislativa, sì bipartisan al negoziato intrapreso

Foto tratta dall’archivio fotografico RER.

BOLOGNA – Il consiglio regionale ha approvato una risoluzione sottoscritta da tutti i Gruppi consiliari: Pd, Si, Mdp, M5s, Ln, Fi e Fdi. Il documento impegna il presidente della Regione a “proseguire il percorso intrapreso” e apre alla scelta condivisa di ulteriori competenze su cui chiedere la gestione diretta attraverso il confronto nelle Commissioni consiliari.

Il documento segue la prima risoluzione approvata il 3 ottobre scorso che dava mandato al presidente della Giunta di avviare il negoziato con l’esecutivo nazionale, e la firma tre settimane dopo, il 18, a Palazzo Chigi, del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e del presidente Bonaccini (nella foto) dell’intesa per l’avvio del confronto stesso. Il 9 novembre a Roma è poi stato ufficialmente insediato il tavolo paritetico di confronto che vede insieme il Governo e le Regioni Emilia-Romagna e Lombardia, con la calendarizzazione dei primi incontri: venerdì 17 novembre a Bologna e martedì 21 a Milano, con le successive sedute previste nella Capitale.

E sulle materie oggetto del confronto, a Bologna, ha sottolineato il governatore regionale Bonaccini in Aula, la discussione verrà fatta su cinque di esse: impresa, ricerca e sviluppo; commercio estero (internazionalizzazione delle imprese e attrattività degli investimenti); salute; tutela dell’ambiente e infrastrutture; lavoro e formazione professionale. Altre cinque saranno al centro della successiva riunione a Milano mentre tutte le rimanenti verranno discusse negli incontri a Roma.

Quanto alle delegazioni trattanti, con la Regione Lombardia si è convenuto che saranno composte, oltre che dai presidenti delle Giunte regionali e dagli assessori competenti, dai presidenti dei Consigli regionali e dai presidenti regionali di Anci e Upi, le associazioni rispettivamente di Comuni e Province. Dunque, accogliendo una delle richieste contenute nella risoluzione approvata all’unanimità, sarà presente anche la presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Simonetta Saliera.

La Giunta tornerà in Aula a relazionare sull’andamento del confronto già nella prossima seduta, fra due settimane, ricorda il presidente della Regione, così come i singoli assessori potranno essere chiamati nelle commissioni consiliari sulle competenze in discussione.

Le competenze richieste
Le eventuali materie aggiuntive si aggiungerebbero alle 12 competenze che la Giunta regionale ha già definito, che l’Emilia-Romagna chiede per sé e che rientrano tra quelle previste dagli articoli 116 (comma terzo) e 117 (commi secondo e terzo) della Costituzione. Si tratta di:

-rapporti internazionali e con l’Unione Europea delle Regioni;
-tutela e sicurezza del lavoro;
-istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche;
-commercio con l’estero;
-ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi;
-governo del territorio;
-protezione civile;
-coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;
-tutela della salute;
-norme generali sull’istruzione;
-tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali;
-organizzazione della giustizia di pace.

Inizialmente erano state individuate le quattro aree strategiche alle quali ricondurre le competenze richieste, poi riprese nella risoluzione votata il 3 ottobre dall’Assemblea legislativa e ribadite nel documento approvato oggi dall’Aula. Eccole: tutela e sicurezza del lavoro, istruzione tecnica e professionale; internazionalizzazione delle imprese, ricerca scientifica e tecnologica, sostegno all’innovazione; territorio e rigenerazione urbana, ambiente e infrastrutture; tutela della salute. A esse si aggiunge l’area complementare con le materie funzionali all’esercizio delle nuove competenze richieste: rapporti della Regione con l’Unione Europea coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; governance istituzionale.

Il percorso e il progetto per l’ottenimento di una maggiore autonomia sono stati condivisi fin dall’inizio con le parti sociali riunite nel Patto per il Lavoro, col quale, parallelamente al negoziato con Palazzo Chigi, resta aperto il confronto, sia attraverso convocazioni del tavolo Giunta-Patto sia attraverso contatti con i singoli assessorati sulle materie di competenza.