Società Partecipate: Piani di razionalizzazione, mille società in meno in tre anni
Dalle 5.374 società partecipate del 2015 alle 4.313 del 2018. E’ questo il dato principale che emerge dallo studio Anci-Ifel, elaborato sui dati Cerved PA 2018 e piani di razionalizzazione dei Comuni Capoluogo di Provincia. Il calo pari al 20%, determinato dal saldo tra la chiusura o la dismissione della totalità delle partecipazioni pubbliche, riguarda ben 1.654 società e dalla registrazione di 595 nuove società.
Quest’ultimo dato sembrerebbe, peraltro, il frutto di processi di fusione, in attuazione dei piani di razionalizzazione, di adeguamento alla obbligatoria gestione in forma associata (c.d. ambiti o bacini) dei servizi in rete.
Oltre alle società partecipate dai Comuni, diminuiscono anche le partecipazioni pubbliche locali (ogni società, infatti, può essere partecipata da più Comuni, il che spiega il numero di partecipazioni ben superiore a quello delle società).
Oltre alle società partecipate dai Comuni, diminuiscono anche le partecipazioni pubbliche locali (ogni società, infatti, può essere partecipata da più Comuni, il che spiega il numero di partecipazioni ben superiore a quello delle società).
Il calo delle partecipazioni è pari al 27,7% rispetto al 2015: le partecipazioni erano pari a 127.262 mentre nel 2018 le partecipazioni sono pari a 91.966.
Entrando nel dettaglio delle 4.313 società pubbliche locali presenti nel 2018 (ed assumendo a riferimento i codici Ateco primari), il 67,5% di queste eroga servizi pubblici (SIG e SIEG), il 22% attività strumentali (ad esempio i servizi di informatica, le attività scientifiche e professionali, le attività amministrative e di supporto), l’8,6% opera in “altri settori” (ad esempio il settore industriale, le attività di commercio e magazzinaggio, i servizi postali, i noleggi, il settore culturale etc).
Entrando nel dettaglio delle 4.313 società pubbliche locali presenti nel 2018 (ed assumendo a riferimento i codici Ateco primari), il 67,5% di queste eroga servizi pubblici (SIG e SIEG), il 22% attività strumentali (ad esempio i servizi di informatica, le attività scientifiche e professionali, le attività amministrative e di supporto), l’8,6% opera in “altri settori” (ad esempio il settore industriale, le attività di commercio e magazzinaggio, i servizi postali, i noleggi, il settore culturale etc).
Le società pubbliche locali si concentrano nel nord del Paese (58,4%). Interessante è la presenza a Nord di partecipazioni indirette, segno di una struttura più complessa e specializzata.
Raffrontando questo dato alle 1.654 società “estinte”, il gruppo “altri settori” vede la diminuzione più elevata, sintomo che ad essere abbandonate sono in primo luogo le società più lontane dalle finalità istituzionali (il “core business”) degli enti locali soci. Inoltre, sempre in relazione alle società “estinte”, in ben 802 casi la totalità della partecipazione cumulata anche di più comuni non raggiungeva il 3,5% dell’intero capitale (c.d. “partecipazioni pulviscolari”).
Il 90% delle società “estinte” (1.357 su 1.654) non risponde ai criteri di “conservazione” previsti dal Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (d.lgs. 175/2016).
Raffrontando questo dato alle 1.654 società “estinte”, il gruppo “altri settori” vede la diminuzione più elevata, sintomo che ad essere abbandonate sono in primo luogo le società più lontane dalle finalità istituzionali (il “core business”) degli enti locali soci. Inoltre, sempre in relazione alle società “estinte”, in ben 802 casi la totalità della partecipazione cumulata anche di più comuni non raggiungeva il 3,5% dell’intero capitale (c.d. “partecipazioni pulviscolari”).
Il 90% delle società “estinte” (1.357 su 1.654) non risponde ai criteri di “conservazione” previsti dal Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (d.lgs. 175/2016).
Ifel ha inoltre analizzato la situazione economico-patrimoniale delle 2.732 società di cui è disponibile il bilancio di esercizio 2016 (il 63% su 4.313); ebbene, il 75% di queste (2.053 su 2.732) registra un risultato di esercizio in utile, per un risultato “consolidato” di oltre 2,5 miliardi di euro, a fronte di 1,1 miliardi di euro di perdite del restante 25% (con un saldo positivo di 1,4 miliardi di euro).
Le società partecipate dai comuni operanti nei servizi a rete (gas, acqua, energia e rifiuti), escluso il trasporto pubblico locale (Tpl), sono complessivamente in utile (1,275 miliardi di euro).
Lo studio infine analizza i dati presenti nei piani di ricognizione straordinaria adottati dai 111 comuni capoluogo di provincia o città metropolitana, ai sensi dell’articolo 24 del Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica. Per oltre un terzo di tali partecipazioni (568, pari al 36%) sono previste azioni di razionalizzazione, che, nella larghissima maggioranza, consistono in operazioni di cessione delle partecipazioni o liquidazione delle società.
Le società partecipate dai comuni operanti nei servizi a rete (gas, acqua, energia e rifiuti), escluso il trasporto pubblico locale (Tpl), sono complessivamente in utile (1,275 miliardi di euro).
Lo studio infine analizza i dati presenti nei piani di ricognizione straordinaria adottati dai 111 comuni capoluogo di provincia o città metropolitana, ai sensi dell’articolo 24 del Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica. Per oltre un terzo di tali partecipazioni (568, pari al 36%) sono previste azioni di razionalizzazione, che, nella larghissima maggioranza, consistono in operazioni di cessione delle partecipazioni o liquidazione delle società.
(Anci.it)
LE SCADENZE DI DICEMBRE
REVISIONE PERIODICA DELLE PARTECIPAZIONI
In base all’art. 20 del TUSP, le amministrazioni pubbliche devono effettuare la revisione ordinaria delle proprie partecipazioni (con riferimento a quelle detenute il 31/12/2017) entro la fine dell’anno.
La revisione periodica è un atto obbligatorio, la cui mancata adozione comporta una sanzione a carico degli enti locali da 5 mila a 500 mila euro. Sono escluse le partecipazioni indirette possedute per il tramite di società non soggette a controllo dell’ente. Consorzi e aziende speciali devono adottare un proprio piano di revisione.
Nel caso la revisione porti ad adottare delle misure di razionalizzazione (contenimento dei costi, fusioni, dismissioni ecc), entro il 31 dicembre del prossimo anno, le amministrazioni dovranno relazionare sugli esiti del piano di razionalizzazione approvato quest’anno e sui risultati raggiunti.
CENSIMENTO ANNUALE DI PARTECIPAZIONI E RAPPRESENTANTI
Appuntamento ormai consolidato, previsto dal DL 90/2014. Il Ministero del Tesoro è al lavoro per snellire le procedure di questa comunicazione e integrarle con quella della revisione periodica.
ESITO DELLE PROCEDURE DI ALIENAZIONE-RECESSO
Entro venerdì 7 dicembre, le amministrazioni che hanno previsto l’alienazione delle partecipazioni (sulla base dell’esito della revisione straordinaria fatta a settembre dello scorso anno) o l’esercizio del diritto di recesso dovranno comunicarne l’esito al dipartimento del Tesoro.