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Romagna Acque ricorda il direttore Andrea Gambi

Il 25 marzo scorso ci ha lasciato il direttore generale di Romagna Acque, Andrea Gambi, vittima del Coronavirus.

A un mese di distanza, il presidente Tonino Bernabè lo ha ricordato giovedì 23 aprile all’assemblea di bilancio di Impronta Etica, che si è aperta proprio portando un doveroso omaggio alla memoria di Andrea.

Queste le parole di Bernabè.

Il Covid ha cambiato le nostre vite, sta condizionando la visione di futuro che possiamo avere, il nostro modo di lavorare, le nostre abitudini. Siamo in una dimensione che non ci appartiene. E purtroppo il bollettino quotidiano di lutti è molto triste, non c’è nemmeno il momento per riuscire a raccogliersi e onorare pubblicamente queste persone che non sono numeri, ma storie e vite.

Con Andrea ho perso un amico, prima ancora che un collega. In questo mese abbiamo ricevuto tantissimi messaggi di cordoglio: quasi tutti hanno ricordato la sua empatia, il rapporto umano, il fatto che sapeva entrare in rapporto diretto con le persone anche sul piano culturale. La storia professionale e le competenze sono l’altro aspetto che emerge: il percorso che lo ha visto in una lunga carriera professionale nel mondo cooperativo, da Acmar a Iter, fino al suo arrivo a Romagna Acque a luglio 2012, prima come Amministratore Delegato e poi, da gennaio 2018, come direttore generale, a seguito della vittoria di una selezione pubblica.

Andrea era stato allievo del professor Pozzati: da lì arriva la passione per l’insegnamento e per le giovani generazioni; la passione smisurata per l’ingegneria, che lui amava anche al di là del piano professionale; e quella per le opere pubbliche. Con lui, e assieme al professor Brath del DICAM (Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’università di Bologna) abbiamo iniziato i percorsi di alta formazione con giovani studenti laureandi in ingegneria, che visitavano Ridracoli e facevano formazione. L’eredità che vorrei fare mia nel ricordare Andrea – oltre a creare momenti pubblici che gli dedicheremo – potrebbe svilupparsi (con l’Università di Bologna o comunque con il mondo universitario) attraverso un premio dedicato alla ricerca per i giovani ingegneri: un modo per onorarlo degnamente.

Lui ci avrebbe spronato ad andare avanti sui progetti e sugli obiettivi che assieme abbiamo iniziato, a perseguire con costanza i nostri obiettivi.
Il modo migliore per ricordarlo è proseguire le sfide che assieme stavamo portando avanti, mettendo al primo posto i valori della sostenibilità e della salute, che oggi anche sull’opinione pubblica hanno un impatto molto più importante…