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Gruppo Hera: a Bologna, confronto tra imprese e istituzioni sui nuovi paradigmi per tornare al futuro

Oggi ci troviamo di fronte contesti volatili, incerti, complessi e ambigui. Trovarci di fronte a un domani dai connotati poco chiari, comunque, non significa per forza smettere di immaginare il futuro. Per questo il Gruppo Hera ha deciso di mettere al centro del convegno 2020 della propria corporate university HerAcademy, per la prima volta in modalità digitale, l’attualità e i nuovi paradigmi, con l’obiettivo di tracciare le linee guida per ridisegnare il domani

Non è mai stato chiaro come oggi, infatti, quanto organizzazioni e contesti esterni si condizionano con impatti significativi. Come possono le imprese tutelare le comunità servite? Cosa ci ha insegnato l’emergenza sanitaria? Per rispondere a queste e altre domande l’appuntamento “Ritorno al futuro: le nuove frontiere per persone, imprese e sistemi industriali” ha coinvolto grandi protagonisti del mondo d’impresa, accademici e professionisti che si sono confrontati sul palco virtuale della multiutility per ragionare insieme su cosa significhi oggi essere un’organizzazione con un preciso scopo di business e sociale, alla luce dei forti sconvolgimenti che hanno caratterizzato l’anno 2020.

Dopo l’introduzione di Francesca Gino dell’Harvard Business School, Lorenzo Massa, Professore Business School Aalborg University, ha tracciato le linee guida dell’appuntamento mentre Enrico Sassoon, Direttore di Harvard Business Review Italia, ha presentato i Macrotrends 2021. La successiva tavola rotonda ha visto dialogare Silvia Candiani, Amministratore Delegato di Microsoft Italia, e Stefano Venier, Amministratore Delegato del Gruppo Hera, con Carlo Cottarelli, attuale Direttore Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, e Alec Ross, Professore, imprenditore ed ex consigliere per l’innovazione di Barack Obama.

La crisi ha cambiato il nostro futuro e il Gruppo Hera è in prima linea per disegnare questo nuovo mondo, perché proprio al futuro dobbiamo puntare – commenta Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo del Gruppo HeraIl 2020 è stato indubbiamente un anno che ci ha messo alla prova sotto il profilo sanitario, economico e sociale. Il Gruppo Hera gestisce attività essenziali per le comunità e questa responsabilità è rimasta centrale per noi anche durante l’emergenza. Per questo non abbiamo mai smesso di lavorare per garantire continuità e qualità dei servizi e continuando quindi a generare valore per tutti gli stakeholder. Abbiamo dimostrato di sapere affrontare le difficoltà, anche ripensando le nostre modalità di lavoro. Inoltre, da sempre siamo convinti che rispondere ai bisogni dei cittadini significhi anche intercettare le necessità delle fasce più deboli, un’attenzione che abbiamo mantenuto e consolidato anche durante i momenti più difficili, attivando iniziative di supporto mirate, oltre che per i nostri dipendenti, anche per clienti e fornitori. Visto il nostro ruolo sui territori, è da sempre centrale per noi la relazione e la collaborazione con le istituzioni, che anche in questa situazione di emergenza non è venuta meno e si è al contrario rafforzata. Questa emergenza è stata e continua ad essere, un forte banco di prova ma ci fornirà preziose indicazioni per il domani. Il convegno HerAcademy è stata l’occasione per condividere con relatori di spessore l’esperienza maturata e riflettere su temi così attuali per impostare le nostre strategie future”.

L’emergenza sanitaria ha mostrato quanto sia importante per le imprese farsi trovare pronte davanti a possibili rischi – dichiara Stefano Venier, Amministratore Delegato del Gruppo HeraPer farlo è necessario adottare uno sguardo sistemico capace di anticipare future criticità. Questo è il senso più profondo del termine resilienza. Paradigmi come quelli del valore condiviso, già consolidati all’interno del Gruppo Hera, sono stati fondamentali per consentire al mondo del business di ritrovare le ragioni sociali della propria esistenza. Nonostante questo, l’emergenza sanitaria ha messo tutti di fronte a nuove consapevolezze sul condizionamento reciproco tra organizzazioni e ambienti esterni. Sono innegabili, ad esempio, i punti in comune fra la crisi sanitaria e quella ambientale: così numerosi da averci consentito di mettere alla prova quei modelli di risk management dai quali l’impresa stessa dipende. Entrambi, infatti, hanno conseguenze su larga scala, che richiedono azioni congiunte a livello nazionale e internazionale. Come ripartire? Mettendo al centro le persone e lo scopo per cui si fa impresa, tenendo presente in modo trasversale e continuativo l’attenzione al pianeta”.

(comunicato Gruppo Hera)