Nuova classificazione dei rifiuti: le osservazioni di Anci, Utilitalia e IFEL alla circolare ministeriale
Pubblichiamo un documento di osservazioni alla bozza di circolare del Ministero della transizione ecologica, di concerto con il Mef, i cui contenuti sono stati presentati ufficialmente ad Anci nella riunione dello scorso febbraio, e che rappresenta un importante, ma parziale accoglimento delle richieste che l’Associazione ha formulato con lettera del 19 gennaio 2021, relativamente alle questioni aperte del d.lgs 116/2020 sulla nuova classificazione dei rifiuti urbani.
“Le opportunità offerte da questa circolare sono importanti, ma restano irrisolti alcuni problemi nati con l’entrata in vigore del d.lgs. 116/2020, – dichiara IFEL – che necessitano di indicazioni uniformi sul territorio nazionale, prime tra tutte le tempistiche di comunicazione di uscita dal pubblico servizio da parte delle utenze non domestiche, che non possono che avvenire un anno per l’altro, rendendosi quindi necessario per il 2021 un regime “transitorio”. Questo punto, in particolare, è oggetto di una lettera congiunta Anci/Utilitalia al Ministero per la transizione ecologica e al Mef.
Nella bozza i due dicasteri hanno previsto di fissare al 30 giugno di ogni anno il termine ultimo entro il quale «l’utente produttore è tenuto a comunicare formalmente all’ente gestore di ambito ottimale, ove costituito ed operante, ovvero al Comune di appartenenza la scelta di avvalersi o meno del servizio pubblico di raccolta» in riferimento all’esercizio successivo. Precisazione che basta già da sola a rendere la nuova disciplina non applicabile prima del 2022. Anci e Utilitalia chiedono però un «rafforzamento del concetto» con l’introduzione nella circolare di un rinvio esplicito al prossimo anno e il mantenimento in via straordinaria per il 2021 dell’attuale regime. Ovvero quello degli ex-assimilati, con riduzioni della parte variabile della Tari in relazione alle quantità avviate a “riciclo” dalle utenze non domestiche tramite operatori privati.
«Questa interpretazione garantirebbe – scrivono Anci e Utilitalia – un’ordinata rappresentazione circa l’affidamento al servizio pubblico della raccolta di rifiuti urbani da parte di attività produttive, permettendo quindi agli enti territoriali competenti di attuare una attenta e congrua programmazione delle attività per l’anno successivo, sia in ordine alla definizione del perimetro del servizio sia alle risorse economiche disponibili e a esso dedicate. Da ultimo gli Enti Territoriali Competenti usufruirebbero dei tempi tecnici necessari per modificare i regolamenti Tari entro la fine del 2021, auspicabilmente su quelle basi certe che deriverebbero dalla necessaria modifica normativa di coordinamento tra la Tari e il TUA, evitando difficoltà applicative e i contenziosi che deriverebbero dal mancato coordinamento delle disposizioni regolamentari con le nuove norme«.
Il documento affronta poi una serie di considerazioni e propone alcune modifiche alla bozza di circolare ministeriale che rispondono alle necessità dei Comuni di predisporre un’efficace programmazione sia dal punto di vista della predisposizione del PEF e delle relative tariffe sul prelievo sui rifiuti, sia di garantire una gestione ordinata e omogenea del servizio pubblico di gestione dei rifiuti urbani.
DOCUMENTO DI OSSERVAZIONI ANCI/IFEL
LETTERA CONGIUNTA ANCI/UTILITALIA