Emergenza Covid: vaccinazione nelle aziende, l’Emilia – Romagna si prepara

L’Emilia-Romagna si prepara per la vaccinazione dei lavoratori direttamente in azienda. Un tassello per accelerare la campagna vaccinale in corso ma anche un contributo importante per preparare le riaperture delle attività produttive e la ripartenza in sicurezza dell’intero sistema economico.

È questo quanto emerso dal tavolo regionale del Patto per il Lavoro e per il Clima che si è riunito nei giorni scorsi per fare il punto sul “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti Sars-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro”, siglato a Roma dal Governo e dalle Parti sociali (tra cui Confservizi nazionale, confederazione che attraverso Utilitalia e Asstra riunisce 600 imprese dei settori acquarifiutienergia e trasporto pubblico) lo scorso 6 aprile e in attesa della definizione dei tempi di avvio.

Che cosa prevede il protocollo?

Le imprese che aderiranno dovranno inviare all’Azienda sanitaria di riferimento il loro piano, indicando il numero di vaccini richiesti per i lavoratori disponibili a ricevere la somministrazione del vaccino, così da consentire all’Azienda sanitaria la programmazione delle distribuzioni.

La gestione dei costi sui luoghi di lavoro è “interamente a carico del datore, compresi i costi per la somministrazione”, mentre “la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione, aghi e siringhe, e la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti, è a carico dei Servizi sanitari regionali territorialmente competenti”.

Sarà su base volontaria l’adesione alla somministrazione da parte dei lavoratori: questo nel “pieno rispetto della scelta rimessa esclusivamente al singolo lavoratore, delle disposizioni in materia di tutela della riservatezza, della sicurezza delle informazioni raccolte ed evitando, anche ogni forma di discriminazione”. Le imprese più piccole potranno accordarsi con quelle più grandi o appoggiarsi alle strutture dell’Inail.
Inoltre, se la vaccinazione cadrà durante l’orario di lavoro, il tempo necessario per la somministrazione sarà equiparato a tutti gli effetti a quell’orario mentre conteranno come malattia i giorni successivi, necessari a smaltire eventuali effetti avversi.
Saranno operatori sanitari, preparati attraverso una piattaforma dell’Istituto superiore di sanità, a effettuare materialmente l’iniezione: il medico competente, invece, si occuperà del triage preventivo sullo stato di salute.

Dovranno essere idonei anche i locali dove somministrare il vaccino, con le zone necessarie in caso di reazione avversa.
Le aziende che non dispongono di spazi adeguati potranno ricorrere “a strutture sanitarie private e concludere una specifica convenzione con strutture in possesso dei requisiti per la vaccinazione, con oneri a proprio carico, ad esclusione della fornitura dei vaccini che viene assicurata dai Servizi sanitari regionali”. Se l’azienda non ha il medico competente potrà avvalersi delle strutture sanitarie dell’Inail. In questo caso, trattandosi di iniziativa vaccinale pubblica, gli oneri resteranno a carico dell’Inail.

Il Presidente di Confservizi Andrea Gibelli ha dichiarato: “Il sistema confederale di Confservizi, vaccinando le lavoratrici e i lavoratori direttamente nei propri luoghi di lavoro, intende contribuire in modo misurabile all’accelerazione della campagna vaccinale, aumentando il livello di sicurezza di oltre 300.000 addetti in un comparto cruciale per la ripresa del Paese. Sono convinto che l’impegno delle aziende associate che aderiranno al protocollo mettendo a disposizione le proprie risorse in modo coordinato e condiviso, consentirà di tutelare il bene comune della salute collettiva, assicurando efficienza organizzativa e continuità nei servizi pubblici essenziali”.


PER APPROFONDIRE

PROTOCOLLO ATTIVAZIONE PUNTI VACCINALI IN AZIENDA

INAIL – INDICAZIONI AD INTERIM PER LA VACCINAZIONE