Montagna 2000 riceverà contributi a fondo perduto dalla Regione per un progetto di economia circolare

Con soddisfazione Montagna 2000 S.p.A. comunica di aver partecipato al bando per la concessione di contributi per il sostegno alle imprese produttive nelle aree montane dell’Emilia Romagna [ai sensi dell’art. 8 comma 3 della Legge Regionale n. 2/2004] con il progetto “T-Riuso” promuovendo la realizzazione di un centro del riuso all’interno della nuova sede, e di essersi collocata al secondo posto in graduatoria, ottenendo così il riconoscimento di € 130.765,94 per l’investimento previsto.

Montagna 2000 è stata selezionata tra venti aziende della Regione (2 in provincia di Parma) che riceveranno contributi a fondo perduto previsti dal bando regionale lanciato nell’estate del 2021. Sono state presentate 452 domande, di cui 245 sono state ritenute ammissibili. II bando ha finanziato – con contributi fino ad un massimo del 70% della spesa ammissibile e che potevano essere compresi tra 25 mila e 150 mila euro – interventi di riqualificazione, ristrutturazione, acquisto e recupero di strutture e spazi produttivi, o per investimenti in macchinari, attrezzature e impianti.

“Montagna 2000 ha partecipato al bando regionale con un progetto dedicato all’economia circolare e al riciclo” – ha dichiarato Emilio Guidetti, Amministratore Unico e Direttore Generale di Montagna 2000 Spa. “Quando abbiamo studiato il prospetto di riqualificazione urbana per la nuova sede societaria, che è stata inaugurata a giugno 2021, abbiamo definito di destinare alcune aree a progetti di sostenibilità ambientale e sociale, come “T-Riuso”; il progetto presentato è la naturale conseguenza per il completamento del progetto di rigenerazione urbana che è iniziato nell’estate del 2020 e che oggi vede realizzata la sede di Montagna 2000, anch’essa finanziata, per la parte energia, da un fondo rotazionale della Regione Emilia Romagna a testimoniare una capacità di ideazione e progettazione che sa cogliere i crismi della c.d. transizione ecologica ed energetica”.

Il progetto “T-Riuso” per la parte funzionale e gestionale è stato redatto da Progecoop, Società Cooperativa di progettazione specializzata nel supporto a partecipazione a Bandi e Capitolati, e dallo studio di progettazione architettonica Spazio Libero che già aveva seguito la ristrutturazione della sede.

Il progetto prevede la riqualificazione di parte della struttura sita in Via Antonio Gramsci 8 a Borgo Val di Taro attualmente non totalmente utilizzata in cui si realizzerà un nuovo “Centro del Riuso”, in linea con le Linee Guida regionali vigenti. Vi potranno essere consegnati dai cittadini diverse tipologie di beni tra cui mobili ed arredi, oggettistica, pubblicazioni, stoviglie, articoli ed accessori per l’infanzia e abbigliamento, etc etc.

All’interno saranno presenti laboratori di riparazione (falegnameria, officina, etc.) ed un’area di lavaggio e sanificazione dei beni, che verranno successivamente suddivisi per categoria e posizionati in un’ampia area espositiva anche soppalcata, in modo da poter essere comodamente visionati. Verrà integrato un punto didattico utile per momenti formativi e per consultazione delle opere editoriali, a disposizione per il pubblico.

Per facilitare la ricerca dei beni e la condivisione con altri Centri, verrà impiegato apposito software di gestione e verrà creata una app visibile a tutti gli apparati smart, a cui verranno collegati dei “totem” interattivi posti all’ingresso ed in prossimità del Centro.

Una volta arrivati al Centro e controllati, i beni potranno essere indirizzati alle diverse e naturali destinazioni, come i negozi dell’usato o i mercatini, alla vendita ai cittadini o in donazione ad Associazioni, Scuole ed Enti benefici.

Per promuovere le attività del Centro e rendere meglio partecipi tutti gli attori del territorio verranno realizzate campagne di sensibilizzazione, e promossi dibattiti tra operatori del settore, imprese sociali e cittadini.

Oltre al tema ambientale, non trascurabile è l’aspetto occupazionale legato all’iniziativa, che porterà nuovi posti di lavoro in aree carenti come quelle montane, favorendo l’economia e lo sviluppo locale.