Asvis: presentato il Quaderno per una transizione ecologica giusta

Per accelerare la transizione ecologica bisogna consolidare la rivoluzione culturale oggi agli inizi, puntando a rendere dominante e desiderabile lo sviluppo sostenibile, senza lasciare indietro nessuno, come indica l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. È quanto emerge dal Quaderno ASviS ‘La transizione ecologica giusta’ presentato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile mercoledì 12 ottobre al Palazzo delle Esposizioni di Roma durante l’evento centrale del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2022 intitolato “La transizione ecologica: sfide e opportunità in Italia e nel mondo”.
Gli effetti sempre più dirompenti delle devastazioni ambientali e dei cambiamenti climatici, insieme alla crisi energetica, agli squilibri economico-finanziari e all’aumento delle disuguaglianze, particolarmente evidenti in Italia, ci confermano che gli allarmi lanciati dagli scienziati già 50 anni erano fondati – afferma il Presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini – siamo ormai consapevoli che il modello di sviluppo dominante negli ultimi decenni non funziona. L’attualità ci conferma che se avessimo compiuto passi più decisivi nell’adempiere agli impegni presi con l’Agenda 2030 e l’Accordo di Parigi saremmo oggi capaci di gestire, meglio di quanto accade, le conseguenze delle crisi che mettono in discussione il benessere presente e soprattutto quello futuro dell’umanità. Sappiamo di dover cambiare passo, di avere poco tempo e di dover usare al meglio le nostre conoscenze, la scienza, la creatività.  Quello che ci manca ancora è il coraggio, la volontà politica, la capacità di rendere socialmente appetibile e culturalmente dominante la transizione ecologica e prendere con decisione la strada dello sviluppo sostenibile”.

Il Quaderno ASviS sulla Transizione ecologica giusta abbraccia con una visione olistica le sfide dei 17 Goal dell’Agenda 2030 approvata nel 2015 dai 193 Stati dell’Onu. Il documento approfondisce il valore delle interdipendenze tra le dimensioni ambientale, sociale, economica e istituzionale dello sviluppo sostenibile, nel quadro dell’evoluzione verso un sistema capace di allineare il bene delle persone e delle comunità al bene dell’umanità intera, nel tempo.
L’attuazione di tale processo passa dal rafforzamento del multilateralismo, ovvero dalla capacità delle istituzioni – locali, nazionali e sovranazionali, in primis dell’Unione Europea – di coordinarsi per assolvere alla loro funzione primaria di perseguire l’interesse comune.
“Ogni anno in Italia consumiamo 5,3 volte le risorse generate dal territorio nazionale, la nostra impronta ecologica è enorme – afferma la Presidente dell’ASviS Marcella Mallen – per invertire questa tendenza insostenibile bisogna potenziare ulteriormente l’economia circolare e ridurre la dipendenza dalle materie prime e il consumo di suolo. La mancanza di una visione d’insieme della complessità della natura di cui facciamo parte e delle interazioni con il nostro sistema sociale ed economico ci porta a compiere diagnosi incomplete e approssimative, se non del tutto erronee, producendo di conseguenza scelte inadeguate, non attuabili nella pratica, che possono generare anche involontari effetti dannosi. Ecco perché la transizione ecologica, per poter essere attuata, per definizione deve essere ‘giusta’ e deve passare da una trasformazione culturale, mobilitando quella massa critica necessaria ad accelerare un cambiamento del nostro modo di abitare la Terra”.
Come spiegato nell’introduzione del Quaderno, la transizione giusta non lascia nessuno indietro e si prende cura dei più deboli. Trova le misure necessarie per fare in modo che la transizione energetica sia soluzione per il contrasto alla povertà energetica. Riduce le diseguaglianze nel diritto alla salute, anche rispetto alla diversa esposizione
all’inquinamento, attraverso la rigenerazione dei territori. Richiede la più ampia partecipazione perché deve essere pianificata e attuata con il contributo della società civile, valorizzando le capacità creative dei giovani, il ruolo delle donne, le esperienze degli anziani, le diversità, nell’ottica culturale sintetizzata dal motto europeo “uniti nella
diversità”. Costruisce il dialogo tra cittadine e cittadini, istituzioni, imprese, scuola, università e ricerca per individuare le migliori soluzioni, trasformando le attività produttive e il sistema economico nel motore della transizione.
L’economia, secondo l’ASviS, deve tornare pertanto a essere uno strumento: il mezzo principale per accelerare la transizione, per servire l’interesse collettivo, per guardare oltre all’orizzonte dell’individuo e abbracciare una visione d’insieme del benessere umano nel tempo.