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Regolamento europeo imballaggi, presentata la proposta della Commissione

Arancione e Verde Essenziale e Semplice Infografica Procedura di Manuela Furini

E’ stata presentata il 30 novembre la proposta di Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggi, orientato maggiormente al tema del riuso piuttosto che a quello del riciclo (vai al video della conferenza stampa).

La proposta, già circolata in forma di bozza nelle scorse settimane ha generato un diffuso malcontento nell’industria del riciclo del packaging e delle bevande e anche il Ministero della Transizione ecologica, in una nota, si è detto perplesso “sia per il veicolo normativo scelto, un regolamento, che non lascia alcuna flessibilità di applicazione, sia per i contenuti”. 

A preoccupare infatti gli stakeholder del settore è appunto il “veicolo normativo” scelto dall’Ue,  il Regolamento appunto, che per sua natura è autoapplicativo, non ha bisogno cioè di essere recepito dall’ordinamento nazionale, come invece accade con le direttive il cui iter prevede invece il passaggio in parlamento, suscettibile cioè di modifiche. Dubbi sono stati sollevati anche da Utilitalia, sia appunto per la forma giuridica prescelta dall’Ue che per la possibile evoluzione della gestione degli imballaggi, una volta cambiati i presupposti legali che la regolano.

La proposta presentata comunque non è un testo definitivo. Dovrà infatti passare per il Parlamento Europeo, per il Consiglio e per la cosiddetta “Trilaterazione delle Decisioni” (Europarlamento, Consiglio, Commissione) per poi essere approvata, probabilmente a valle di alcune mediazioni, e infine applicata in tutti gli Stati membri.

I CONTENUTI DELLA BOZZA DI REGOLAMENTO

Gli obiettivi principali sono tre: ridurre l’attuale livello di produzione di rifiuti da packaging, promuovere i principi dell’economia circolare nel settore e incrementare l’uso di materiale riciclato negli imballaggi.

L’obiettivo della riduzione non si limita a produrre meno rifiuti ma ambisce a ridurre sensibilmente peso e tipologie non necessarie di imballaggi, limitando principalmente la quantità dei materiali (plastica, vetro, carta, alluminio, ecc.) dispersi, aumentando il riciclo e iniziando a lavorare anche sulla determinante del riuso del packaging.

La bozza prevede anche limiti all’uso di materiali inquinanti:  un limite di 100 mh/kg per i livelli di piombo, cadmio, mercurio e cromo esavalente presenti nel packaging o nelle sue componenti. E nello stesso capitolo, il documento propone un aumento dei contenuti minimi di quantitativi di materiale riciclato per il packaging in plastica.

Dal 2030 i livelli minimi di materiale riciclato saranno dunque: 25% per gli imballaggi in plastica sensibili al contatto; 50% per le bottiglie di plastica monouso per bevande; 45% per tutti gli altri imballaggi in plastica. Dal 2040 si passerà al 50% per gli imballaggi in plastica sensibili al contatto; al 65% per le bottiglie di plastica monouso per bevande e al 65% per tutti gli altri imballaggi in plastica.

Il documento Ue inoltre punta decisamente a riuso e riutilizzo. Per dare i numeri precisi, dal 1 gennaio 2030 gli operatori economici dovranno assicurare che il 90% dei grandi elettrodomestici immessi sul mercato per la prima volta dovranno essere trasportati in imballaggi riutilizzabili. Entro il 2030 il 30% delle bevande fredde e calde per la vendita e il take-away dovranno essere servite in bottiglie riutilizzabili, la percentuale  (che però potrebbe essere rivista) sale al 95% entro il 2040. Stessa cosa per il cibo da asporto, le bevande alcoliche e analcoliche: 20% in imballaggi riutilizzabili entro il 2030 e 75% entro il 2040.

Il 50% di pallet, casse, scatole pieghevoli, secchi e fusti per il trasporto e l’imballaggio di merci dovrà essere riutilizzabile entro il 2030. La percentuale si alza al 90% entro il 2040, mentre gli imballaggi per il trasporto di oggetti attraverso l’e-commerce dovranno garantire che il 20% materiale utilizzato sia riutilizzabile entro il 2030 e l’80% entro il 2040. Gli imballaggi per pallet, le cinghie e le protezioni di prodotti messi su pallet dovranno essere riutilizzabili al 20% entro il 2030 e al 75% entro il 2040. Così come il 10% degli imballaggi multipli come le scatole per gli stoccaggi usati nel trasporto dovranno essere riutilizzabili entro il 2030 e al 50% entro il 2040.

Nella bozza di regolamento poi,  la previsione espressa è quella di una “introduzione al 2028 del deposito cauzionale (in inglese DRS, Deposit return system). Il sistema di deposito e restituzione è in realtà previsto solo per le bottiglie di plastica monouso fino a 3 litri e per i contenitori di bevande monouso in metallo fino a 3 litri. Qualora si raggiunga il 90% di raccolta dei materiali per gli imballaggi, gli Stati membri possono decidere di non adottarlo.

Il documento  ancora in bozza definisce anche il campo di applicazione delle plastiche compostabili, che secondo l’impostazione della proposta UE vanno considerate solamente nell’ambito dell’agenda relativa alla gestione dello scarto organico e non in quella relativa alla sostituzione delle plastiche. Stando alla bozza, l’utilizzo di questi materiali è possibile soltanto se migliora la raccolta di scarti organici (il testo parla di “un chiaro beneficio per l’ambiente e la salute umana”).

Le bioplastiche compostabili si potranno quindi usare esclusivamente per alcune tipologie di oggetti: le bustine di tè, le cialde di caffè smaltite insieme ai prodotti di caffè, le etichette adesive attaccate a frutta e verdura e i sacchetti di plastica molto leggeri. Tutti questi prodotti dovranno essere obbligatoriamente compostabili. Mentre, recita la bozza di regolamento, “gli altri imballaggi non devono essere compostabili”.

Una proposta che dunque delimita con chiarezza il campo di applicazione delle plastiche compostabili: viene inoltre autorizzata la Commissione ad adottare atti delegati per modificare l’elenco degli imballaggi che devono essere compostabili, ma nel rispetto dei principi stabiliti.

Tra gli stakeholder che hanno sollevato dubbi in merito ai contenuti della proposta vi è anche a Utilitalia. Il direttore del settore Ambiente Luca Mariotto, in un articolo pubblicato su Staffetta Quotidiana ha infatti dichiarato che “il provvedimento ha una portata talmente ampia per scopo e orizzonte che si farà elevato ricorso ai decreti delegati, procedura che non è trasparente nè accessibile agli stakeholder. Ci auguriamo quindi che il Governo inviti la Commissione a ritardare l’adozione del regolamento, ripensandolo nei contenuti ma anche nella forma giuridica, facendo preliminarmente una valutazione attenta dell’impatto di una norma così pervasiva sulla vita di imprese e cittadini”.

A questo link gli interventi di apertura del vicepresidente esecutivo Timmermans e del commissario Sinkevičius alla conferenza stampa sul pacchetto sull’economia circolare.

(red/MF)