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Boom di investimenti nel 2021 (+60%) per il settore rifiuti

Il WAS Report 2022 offre il quadro di un’industria italiana della gestione dei rifiuti sempre più dinamica e dal perimetro in continua evoluzione. L’analisi abbraccia molteplici profili: dal comparto dei rifiuti urbani a quello degli speciali, dalle prospettive di chiusura del ciclo all’introduzione del principio EPR in ulteriori settori con la nascita di nuovi compliance scheme, all’esame dei progetti presentati nel quadro del PNRR per l’economia circolare.

Lo scenario competitivo

Nel 2021 i maggiori 234 player della raccolta, trattamento e/o smaltimento e della selezione hanno generato un valore della produzione aggregato di 13,1 miliardi di euro, salito dell’11% sull’anno precedente, e un EBITDA di 2 miliardi (+17%). Gli investimenti delle 124 principali aziende della raccolta, trattamento e/o smaltimento vedono un boom (+59,6%), arrivando a 912 milioni, grazie a consolidamento delle attività, costruzione di nuovi impianti e sostituzione del parco mezzi.

Il comparto dei rifiuti speciali

Oltre un terzo delle aziende degli urbani è attivo anche sugli speciali e ha visto un aumento del 10,6% dei volumi. Al contempo, il VP delle Top 50 dei RS nel 2021 è 2,8 mld di euro. Il settore, sebbene frammentato, si conferma redditizio e dinamico. In linea con il trend positivo degli ulti-mi anni, l’EBITDA/VP medio è infatti del 16%. L’innovazione tecnologica e l’integrazione, verti-cale e orizzontale, dei player stanno celermente influenzando l’evoluzione del comparto.

Le tendenze strategiche

Le operazioni straordinarie salgono a 35 contro le 21 registrate nel 2020. Sono, nel 60% dei casi rilevati, acquisizioni volte a crescere al di fuori del core business o a consolidarsi lungo la filiera. Le iniziative hanno interessato per lo più il Centro Italia ma, per la prima volta, a pari merito, si trovano anche quelle nazionali. Spicca-no le partnership per l’innovazione tecnologica.

Chiusura del ciclo, tra norme e tecnologie

Lo sviluppo dell’economia circolare richiede impiantistica per chiudere il ciclo, tra cui WtE e discariche. Mentre l’innovazione tecnologica porterà a nuove soluzioni per i residui e i materiali difficili, il recupero energetico si confronterà con l’evoluzione normativa: Tassonomia e introduzione del sistema ETS. Oltre mezzo miliardo di euro è l’aggravio di costi che rischia la termovalorizzazione in Italia.

Nuove filiere e circolarità

I fattori che stanno trasformando le catene del recupero dei materiali sono molteplici: l’estensione del principio EPR in altre filiere, la nascita di nuovi sistemi di gestione e lo sviluppo di tecnologie di riciclo. Non mancano però le criticità, tra cui quelle nel comparto Forsu con l’introduzione di «impianti minimi» e quelle derivanti da alcune delle misure nella proposta di regolamento UE sugli imballaggi, che favoriscono il riutilizzo a discapito del riciclo.

Le iniziative in ambito PNRR

Inizia a delinearsi il quadro dei progetti presentati per il PNRR: 1.080 iniziative, di cui 835 hanno ricevuto un punteggio dal Ministero. Le aree di intervento includono il revamping o la costruzione di impianti di selezione e/o trattamento, di centri di raccolta, la riconversione di TMB e persino la riqualificazione di una discarica. Prevalgono gli impianti Forsu, con possibili criticità sull’assetto del comparto.

Il WAS Report – ha detto Alessandro Marangoni ceo di Althesys e coordinatore del think tank Waste Strategy  – offre il quadro di un’industria italiana della gestione dei rifiuti sempre più dinamica e dal perimetro in continua evoluzione, evidenziato nel 2021 anche dalla crescita degli investimenti e del valore della produzione. Non mancano però le criticità che il settore si troverà ad affrontare. Tra le altre, quelle nel comparto Forsu, con l’introduzione di ‘impianti minimi’ e quelle derivanti dal regolamento UE sugli imballaggi, che favoriscono il riutilizzo a discapito del riciclo”.

(Fonte: Althesys.it)