Direttiva Acque, regolamento imballaggi e decreto PNRR: i temi della settimana

PROPOSTA DIRETTIVA ACQUE POTABILI E TRATTAMENTO ACQUE REFLUE

Sono disponibili le memorie depositate presso la Commissione Politiche dell’UE del Senato nell’ambito dell’esame, in sede consultiva, della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 2000/60/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, della direttiva 2006/118/CE sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento e della direttiva 2008/105/CE relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque (n. COM (2022) 540 definitivo) e della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente il trattamento delle acque reflue urbane (rifusione) (n. COM (2022) 541 definitivo).  

Tra gli auditi, anche Utilitalia e Gruppo Iren.

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INDAGINE CONOSCITIVA IMPATTI AMBIENTALI INCENTIVI EDILIZI

Martedì 28 marzo la Commissione Ambiente Camera ha dato avvio al ciclo di audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia. Sono intervenuti gli Amici della Terra, Wwf, Rete imprese Maestri costruttori e Assoesco. 


DECRETO PNRR TER

La Commissione Bilancio del Senato ha proseguito il 28 marzo l’esame del ddl di conversione in legge del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13 recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune (AS. 564) (scade il 25 aprile). 

Previsto a partire da martedì prossimo il voto sugli emendamenti segnalati dai gruppi.

 Nel pacchetto di proposte indicate da FdI, rientra quella per lo stanziamento di nuove risorse – 41 milioni dal 2023 al 2027 – per la riqualificazione e la riconversione del Polo industriale di Piombino. Ma anche l’estensione delle zone idonee per la costruzione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ricomprendendo anche quelle “gravate da usi civici”. E ancora: la possibilità per le società concessionarie autostradali di affidare la concessione delle aree idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia a fonti rinnovabili sulla base di procedure ad evidenza pubblica.  

Il Mase ha invece presentato un emendamento per  esentare dalle Valutazioni di impatto ambientale i progetti di impianti fotovoltaici con potenza complessiva fino a 30 MW, che ricadono in aree idonee, nell’ambito di piani o programmi già sottoposti positivamente a Valutazione ambientale strategica.

La stessa esclusione – possibile dall’entrata in vigore della legge di conversione del dl Pnrr fino al 30 giugno 2024 – varrà anche per progetti di rifacimento, potenziamento o integrale ricostruzione di impianti fotovoltaici già esistenti, eventualmente comprensivi di sistemi di accumulo, che non prevedono modifiche dell’area occupata e con potenza complessiva, a seguito degli interventi, sino a 50 MW.

E ancora, ad essere esclusi dalla Via saranno anche: i progetti di impianti per lo stoccaggio dell’energia elettrica da fonti rinnovabili; quelli per il repowering di impianti eolici già esistenti, che non prevedano variazione dell’area occupata e con potenza complessiva, a seguito dell’intervento in questione, sino a 50 MW; i piani relativi a impianti di produzione di energia rinnovabile off-shore di potenza complessiva non superiore a 50 MW, nelle aree individuate dal Piano di gestione dello spazio marittimo.

Infine, l’esenzione potrà essere applicata anche ai progetti di infrastrutture elettriche di connessione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili o di sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale, necessari a integrare l’energia rinnovabile nel sistema elettrico, ovvero ai progetti di impianti di stoccaggio di energia da fonti rinnovabili. (Public Policy)


 

PROPOSTA REGOLAMENTO EUROPEO IMBALLAGGI

Le Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera hanno iniziato il 29 marzo l’esame, in sede consultiva, della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, che modifica il regolamento (UE) 2019/1020 e la direttiva (UE) 2019/904 e che abroga la direttiva 94/62/CE (n. COM (2022) 677 definitivo). 

Il relatore per l’VIII commissione Gianni Lampis (Fdi) insieme ad Andrea Barabotti (Lega) per la X Commissione ha illustrato i contenuti del provvedimento.  Previste audizioni.


DAL GOVERNO: BOZZA DDL CONCORRENZA,  PROSSIMO DECRETO “SICCITA'” E DM RATEIZZAZIONE BOLLETTE PER LE IMPRESE

Nel Consiglio dei Ministri del 28 marzo scorso è slittata l’approvazione del ddl Concorrenza ma, dalla bozza in circolazione emergono novità per quanto riguarda l’iter di approvazione del Piano decennale di sviluppo della rete di trasmissione nazionale dell’energia elettrica

Secondo quanto riportato da Public Policy, nello specifico si modifica il dlgs di attuazione delle direttive Ue relative a norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica, del gas naturale e ad una procedura comunitaria sulla trasparenza dei prezzi al consumatore finale industriale di gas e di energia elettrica.  

La bozza prevede che Terna, gestore del sistema di trasmissione nazionale, predisponga ogni due anni il Piano decennale di sviluppo, in maniera coerente con gli obiettivi stabiliti nel Pniec e lo trasmetta, entro il 31 gennaio di ogni biennio, all’Arera e al Mase. Lo stesso ministero è poi tenuto ad approvare il piano entro diciotto mesi, comprensivi anche dei termini per la Vas e per i relativi adempimenti a carico di Terna. L’approvazione del Piano avverrà previa acquisizione del parere delle Regioni interessate, le quali sono tenute a esprimerlo nel termine di sessanta giorni dalla richiesta del parere stesso, nonché previa acquisizione delle valutazioni formulate da Arera. Decorso tale termine assegnato alle regioni, il ministero può procedere all’approvazione del Piano.

In caso, invece, di parere negativo delle singole Regioni interessate, potrà trovare applicazione l’istituto generale della Conferenza di servizi, da attivarsi prontamente al fine di rispettare comunque il termine finale di diciotto mesi per l’approvazione del Piano. 

La norma interviene anche sul contenuto del Piano, specificando che debba contenere, tra l’altro, le linee di sviluppo degli interventi elettrici infrastrutturali da compiere nei dieci anni successivi, nonché gli investimenti programmati e i nuovi investimenti da realizzare nel triennio successivo e una programmazione temporale dei progetti di investimento. Si prevede poi l’obbligo per Terna di presentare, ogni anno, al ministero dell’Ambiente e all’Arera un documento sintetico degli interventi di sviluppo della rete coerenti con il Piano di sviluppo da compiere nei successivi tre anni e lo stato di avanzamento degli interventi inclusi nei precedenti piani. Il Piano potrà essere oggetto di integrazione. In tal caso, i termini di approvazione del Piano (diciotto mesi, come detto), nonché quelli di trasmissione da parte dellArera al Mase, della valutazione del Piano (6 mesi), sono ridotti della metà.

Per quanto riguarda invece il dossier acqua e l’annunciato decreto per far fronte all’emergenza idrica, secondo le ultime notizie di stampa, ci sarebbe la volontà di istituire una cabina di regia per accelerare interventi infrastrutturali, a cui affiancare l’azione di un commissario nazionale ad hoc fino al 31 dicembre. In particolare, il commissario potrà agire sulle aree territoriali a rischio elevato e potrà sbloccare interventi di breve periodo come sfangamento e sghiaiamento degli invasi di raccolta delle acque, aumento della capacità degli invasi, gestione e utilizzo delle acque reflue, mediazione in caso di conflitti tra regioni ed enti locali in materia idrica, ricognizione del fabbisogno idrico nazionale. 

Infine, sempre secondo quanto riportato da Public Policy, è pronto il dm sulla rateizzazione bollette che attua il dl Aiuti quater del novembre 2022, che risulta firmato sia dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto che da quello delle Imprese, Adolfo Urso.

Il dl Aiuti quater aveva stabilito la possibilità per le imprese residenti in Italia di richiedere ai fornitori di energia elettrica e di gas, la rateizzazione delle bollette per i consumi effettuati dal 1° ottobre 2022 al 31 marzo 2023 e fatturati entro il 30 settembre 2023. Il dm Mase e Mimit, atteso in pubblicazione in Gazzetta ufficiale, stabilisce le modalità semplificate di presentazione delle istanze di rateizzazione degli importi dovuti a titolo di corrispettivo per la componente energetica delle bollette per limporto medio contabilizzato, a parità di consumo, nel periodo di riferimento compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2021, per i consumi effettuati dal 1° ottobre 2022 al 31 marzo 2023 e fatturati entro il 30 settembre 2023.

In capo ai fornitori di energia e gas c’è l’obbligo di rateizzare le bollette e riportare in evidenza nelle fatture la facoltà delle imprese di chiedere la rateizzazione in relazione all’importo eccedente della bolletta, nonché i tempi e le modalità con cui la rateizzazione può essere richiesta. Per ottenere la rateizzazione, invece, l’ impresa, entro 15 giorni dall’emissione della bolletta, deve presentare istanza al fornitore per il tramite di posta elettronica certificata ovvero con altre modalità con caratteristica di tracciabilità individuate dal fornitore. Per le bollette scadute al momento dell’emanazione del decreto, il termine di 15 giorni per presentare l’istanza decorre dalla pubblicazione del decreto nella Gazzetta ufficiale. L’ istanza deve essere corredata da una serie di documenti: una dichiarazione di disponibilità di un’impresa di assicurazione a stipulare una copertura assicurativa sul credito rateizzato accompagnata dalla garanzia Sace; una dichiarazione di impegno al pagamento dei corrispettivi della bolletta che non costituiscono oggetto di rateizzazione entro 5 giorni dall’accoglimento dell’istanza.

Entro 30 giorni dalla ricezione dell’istanza, il fornitore, quando accoglie l’istanza, propone all’impresa richiedente un piano di rateizzazione con l’ammontare degli importi dovuti, l’entità del tasso di interesse eventualmente applicato, che non può superare il saggio di interesse pari al rendimento dei buoni del Tesoro poliennali di pari durata, le date di scadenza di ciascuna rata e la ripartizione delle medesime rate, per un minimo di dodici e un massimo di trentasei rate mensili. Il piano di rateizzazione deve contenere tutte le istruzioni necessarie per il pagamento delle rate della bolletta. L’adesione dell’impresa al piano di rateizzazione deve essere espressa entro 10 giorni dal ricevimento della proposta, previa presentazione del contratto di assicurazione sul credito rateizzato accompagnato dalla garanzia Sace e l’attestazione del pagamento dell’importo della bolletta non rateizzabile.

In caso di mancato pagamento di due rate, anche non consecutive, entro 10 giorni dal relativo termine previsto nel piano di rateizzazione, l’impresa aderente al piano decade dal beneficio del pagamento dilazionato ed è tenuta al versamento, in un’unica soluzione, dell’intero importo residuo dovuto entro i successivi dieci giorni. In caso di mancato versamento anche di questo importo, il fornitore procede all’escussione della garanzia assicurativa secondo le modalità stabilite dal contratto. L’adesione al piano di rateizzazione, per i periodi corrispondenti, è alternativa alla fruizione dei crediti d’imposta previsti dai vari dl Bollette.

Red/MF