Il DDL Concorrenza è legge

SCHEMA D.LGS RAEE

La Commissione Ambiente ed Energia del Senato ha proseguito il 9 dicembre l’esame, in sede consultiva, dello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2024/884, che modifica la direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche – RAEE (Atto n. 323).  Presentato lo schema di parere della commissione.


DDL CONCORRENZA

Ha superato l’iter parlamentare senza modifiche il Ddl Concorrenza, approvato in via definitiva dall’aula della Camera con 127 voti favorevoli e 71 contrari tramite procedura d’urgenza, per rispettare la scadenza di fine anno prevista dagli impegni del Pnrr.
Il provvedimento consiste in un articolo unico composto di 24 commi e ricalca il testo licenziato dal Senato a fine ottobre, che aveva dato il via libera in prima lettura con voto di fiducia  anche in quel caso senza ritocchi al testo varato a giugno dal Consiglio dei ministri.
Questo significa che nessuna novità è stata apportata all’originale articolo 3 del Ddl (il comma 3 nel testo approvato da Montecitorio) che rivede le procedure competitive in capo ai Comuni per la realizzazione e gestione delle colonnine di ricarica.
In particolare, per far sì che tale gestione non sia concentrata tra pochi soggetti viene rivisto il comma 8 dell’articolo 57 del DL n. 76 del 16 luglio 2020, convertito nella legge n. 120/2020, prevedendo che le procedure degli enti locali “siano strutturate in modo da favorire una pluralità di soggetti attivi nel settore”. A fronte di richieste di autorizzazione con caratteristiche comparabili, il Comune darà quindi la “priorità alle istanze provenienti da soggetti che detengono meno del 40% del totale delle infrastrutture di ricarica installate o già autorizzate all’installazione nel territorio comunale”.
Il Ddl Concorrenza, diventato legge dopo il voto del 9 dicembre della Camera, prevede inoltre misure in materia dei servizi pubblici locali, trasporto pubblico regionale e per l’accelerazione del trasferimento tecnologico.
Nel corso dell’esame in aula hanno incassato il parere favorevole del Governo gli ordini del giorno della Lega per prevedere ulteriori iniziative a tutela della capacità produttiva del FV europeo (9/2682/4) e uno M5S per rafforzare le attività di contrasto al greenwashing (9/2682/1). Accolta anche la proposta di Avs per accompagnare il provvedimento con interventi volti a contrastare il caro energia, con focus specifico sulla Sardegna (9/2682/20 – Testo modificato nel corso della seduta) (Quotidiano Energia).

DL SICUREZZA LAVORO
Con 92 voti favorevoli, 62 contrari e 2 astenuti l’Aula del Senato ha approvato il 10 dicembre, in prima lettura, il ddl di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 ottobre 2025, n. 159, recante misure urgenti per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia di protezione civile (AS. 1706) (scade il 30 dicembre)  sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia.  

DL ECONOMIA

Con 137 voti favorevoli, 89 contrari e 7 astenuti, l’Aula della Camera ha approvato il 10 dicembre, in prima lettura, il ddl di conversione in legge del decreto-legge 29 ottobre 2025, n. 156, recante misure urgenti in materia economica (AC. 2678-A) (scade il 28 dicembre).  

IL PUNTO SULLA LEGGE DI BILANCIO

Il Governo riscrive la manovra e trova 1 miliardo 

Dagli affitti brevi ai dividendi, dalle banche alla tassa sui pacchi: quando mancano venti giorni al termine ultimo per l’approvazione, il Governo riscrive la manovra varata tre mesi fa e lo fa con una sorta di maxiemendamento che riformula numerose parti dell’articolato, una serie d’interventi che varrebbero complessivamente un miliardo di euro. Il Governo aveva promesso le modifiche per la giornata di ieri e la scadenza è stata rispettata. In serata, mentre in Senato la Commissione Bilancio è riunita per l’ufficio di presidenza, arrivano i fascicoli con le modifiche. Hanno già le sembianze del maxiemendamento che poi verrà messo a punto per l’Aula: una riformulazione degli emendamenti che recepiscono l’intesa raggiunta nella maggioranza sui temi da ritoccare. Ora i presentatori dovranno far sapere se accettano la modifica e la Commissione per questo tornerà a riunirsi oggi in almeno tre differenti sedute. Domenica invece sono previsti degli incontri bilaterali e la Commissione si riunirà poi in serata, ma difficilmente l’avvio del voto potrà avvenire prima di lunedì.

Cambiano, come preannunciato, gli affitti brevi: viene cancellato l’aumento della cedolare secca e viene ripristinata la legge attuale che prevede il 21% per la prima casa affittata e poi il 26% dalla seconda; il nuovo testo riduce però a due case affittate quelle oltre le quali scatta l’attività imprenditoriale. Cambia anche la norma sui dividendi, con la stretta che viene limitata alle partecipazioni sotto il 5% o di valore fino a 500 mila euro: l’effetto finanziario è una forte riduzione del gettito che passa da circa 1 miliardo a regime a circa 33 milioni; tutto deve però trovare copertura mantenendo l’equilibrio finanziario. Per le banche arriva quindi la riduzione della deducibilità sulle perdite pregresse (le percentuali vengono ridotte dal 43% al 35% per il 2026 e dal 54% al 42% per il 2027), che garantirà risorse per circa 600 milioni in due anni. Per le assicurazioni sale al 12,5% dal 2026 (senza quindi retroattività) l’aliquota sulla polizza rc auto per gli infortuni al conducente, garantendo poco più di 100 milioni l’anno. C’è poi il raddoppio immediato della Tobin tax, l’imposta sulle transazioni finanziarie, che sale allo 0,4% dal 2026. Arriva anche la cosiddetta tassa sui pacchi: un “contributo” di 2 euro per quelli provenienti da Paesi extra Ue e di valore dichiarato fino a 150 euro, con effetti finanziari stimati in 112 milioni il primo anno e 245 dal 2027.

Una boccata d’ossigeno arriva per il cinema, con un taglio ridotto (da 150 a 90 milioni) al Fondo per il settore. Ad anticipare il pacchetto più corposo di modifiche un’altra decina di emendamenti del Governo che hanno però un impatto decisamente minore, dai 6 milioni per i 2.500 della città di Napoli alle nomine nell’Autorità garante per i diritti dell’infanzia. L’arrivo degli emendamenti non rasserena tuttavia gli animi. “Per un mese la Commissione Bilancio è stata completamente ferma” e ora “l’esecutivo è costretto a riscrivere un testo che non stava in piedi a causa delle guerre intestine della maggioranza”, attacca il Pd, che chiede ora più tempo per il confronto. Il M5S critica l’iter “confuso” tenuto fin qui dalla maggioranza. Avs sarà oggi in piazza con la Cgil contro la manovra. Il rischio è di tempi più lunghi per il voto. Ma la maggioranza resta fiduciosa: il presidente del Senato Ignazio La Russa, pur riconoscendo come i lavori siano “un po’ in ritardo”, confida nel disco verde del Senato “prima del 21 dicembre”. E il ministro dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani parla del via libera definitivo “entro Natale”. Anche perché in Parlamento è in arrivo anche il decreto Milleproroghe, appena approvato dal Cdm, con una serie di slittamenti che vanno dallo scudo penale per i medici ai bonus giovani e donne, fino al congelamento degli aumenti delle multe (Nomos).

Manovra, stop (di nuovo) alla detassazione sui rinnovi contrattuali – PublicPolicy 


INTERROGAZIONI

PNRR. PD: GOVERNO RIFINANZI E GARANTISCA CONTINUITÀ ALLE CER

 

Il Governo rivendica la riduzione delle risorse PNRR per le Comunità Energetiche Rinnovabili come un semplice ‘riallineamento’ al fabbisogno effettivo, ma la risposta ricevuta oggi in Commissione non chiarisce le reali conseguenze della scelta: il taglio del 64% della dotazione, da 2,2 miliardi a 795 milioni, rischia di compromettere la capacità dei territori di sviluppare pienamente le CER e mette in discussione progettualità già avviate. Il sottosegretario Barbaro ha spiegato che la rimodulazione è stata concordata con l’Unione europea per evitare di lasciare inutilizzate risorse, sostenendo che la dotazione iniziale si basava su scenari non più attuali. Ma ciò non risponde al punto politico centrale: oggi moltissimi Comuni, enti e comunità energetiche che hanno lavorato seriamente su progetti pronti sono di fronte a un quadro radicalmente mutato e a risorse drasticamente ridimensionate. Il Governo sostiene che l’obiettivo PNRR di almeno 1.730 MW sarebbe già stato superato grazie alle istanze presentate. Ma questo dato, da solo, non basta: non abbiamo alcuna garanzia che l’intera pipeline di progetti maturi possa essere finanziata, né è stato chiarito come l’Esecutivo intenda sostenere lo sviluppo delle CER oltre l’orizzonte del PNRR. Dire che non c’è stata ‘chiusura anticipata’ della misura non è convincente. La proroga formale dello sportello non compensa il fatto che la maggior parte delle risorse è stata tagliata e riorientata. Questa è una scelta politica, non un automatismo europeo. Le Comunità Energetiche sono uno strumento strategico per democratizzare la transizione energetica e ridurre i costi per le famiglie e le imprese. Per questo chiediamo al Governo non giustificazioni tecniche, ma un impegno politico chiaro: rifinanziare la misura e garantire continuità alle CER”. Così il vicepresidente in commissione Attività produttive Vinicio Peluffo, primo firmatario dell’interrogazione presentata insieme ai deputati del Pd Pandolfo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi (Agenzia Dire).


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Rassegna parlamentare a cura di MF