Acqua/Utilitalia. Tariffe: “Sono le più basse d’Europa. Quello che si paga in tariffa prima era in tasse”.

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Il presidente di Utilitalia Giovanni Valotti
Il presidente di Utilitalia Giovanni Valotti

Le tariffe idriche italiane continuano ad essere tra le più basse d’Europa – un terzo di quelle francesi, un quarto di quelle tedesche, un quinto di quelle scandinave e dei Paesi Bassi – ed invece bisognerebbe incrementarle per effettuare gli investimenti necessari anche ad evitare sanzioni comunitarie“.

Giovanni Valotti, presidente di Utilitalia – la federazione che riunisce la totalità dei gestori idrici, oltre alle imprese dell’energia e dell’ambiente – commenta così il dato presentato lo scorso sabato 6 marzo dall’Osservatorio ‘Prezzi e mercati’ di Unioncamere.

È vero che negli ultimi anni abbiamo avuto degli aumenti, che a noi risultano peraltro essere circa la metà di quelli evidenziati da Unioncamere – specifica Valotti – ma questo nella misura in cui i costi prima erano coperti dalla fiscalità generale o dal debito pubblico o dalle stesse imprese costrette a registrare sofferenze; ora questo avviene sempre di meno. I contributi pubblici coprivano il 34% degli investimenti realizzati nel 2012, il 25% nel 2013 e il 20% nel 2014. Più correttamente ora si sta adottando il principio che ‘chi usa l’acqua, paga l’acqua’. Questo è uno dei motivi; l’altro è che i gestori hanno finalmente avuto la possibilità di aumentare il livello degli investimenti.”

“Le tariffe nel settore idrico sono stabilite da un’Autorità di regolazione ad un livello tale da permettere la copertura dei costi efficienti delle imprese, un contenimento degli oneri per i consumatori ed assicurare gli investimenti necessari alla tutela ambientale della risorsa idrica e al mantenimento di un’adeguata qualità del servizio”.

“Dobbiamo anche renderci conto come cittadini, che è impensabile pagare l’acqua un quinto della Danimarca se vogliamo garantire gli stessi standard di qualità nelle infrastrutture e nei servizi finali. Più facile incappare nelle sanzioni europee, con le numerose infrazioni che mettono a rischio l’ambiente e la qualità delle acque. Con un risultato paradossale: il cittadino medio, alla fine, spende i soldi in multe piuttosto che per finanziare investimenti pubblici essenziali. Senza considerare il conto che, come al solito, peserà sulle future generazioni.”