Aziende associate/1. Romagna Acque, Tonino Bernabè riconfermato presidente

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00-Tonino-BernabeTonino Bernabè (nella foto) è stato riconfermato alla presidenza di Romagna Acque. L’assemblea dei soci, riunita nella mattinata del 4 agosto all’Hotel San Giorgio di Forlì, ha nominato all’unanimità il nuovo consiglio di amministrazione della Società, che resterà in carica per il prossimo triennio.

Oltre a Bernabè, sono stati riconfermati il vicepresidente Fabio Pezzi e l’amministratore delegato Andrea Gambi. Entrano in C.d.A. da per la prima volta, come consiglieri, la ravennate Ilaria Morigi e Rita Marzanati di Forlimpopoli.

Ringraziamo l’assemblea per la fiducia che ci ha concesso – ha detto il presidente a nome del nuovo C.d.A. – il che conferma la validità del lavoro svolto in questi tre anni: ci impegneremo per operare con altrettanto impegno nel prossimo triennio, consapevoli delle importanti sfide a cui è chiamata la Società”.

 

 


ROMAGNA ACQUE IN AUDIZIONE AL SENATO

romagna%20acque%20in%20senatoLo scorso 27 luglio, il presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabè, e l’amministratore delegato, Andrea Gambi, sono stati ospiti della XIII Commissione Ambiente del Senato, a Palazzo Madama a Roma, nell’ambito delle audizioni sul Disegno di Legge 2343 “Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque”.

Dopo aver presentato in sintesi la Società e la sua attività sul territorio romagnolo, approfondendone gli aspetti più significativi (la totale gestione pubblica; l’importante piano pluriennale degli investimenti; il rapporto di perdite di rete, molto più basso rispetto alla media nazionale; le rinunce in ambito tariffario, che nell’arco di un decennio superano i 50 milioni di euro, permettendo un consistente risparmio in tariffa da parte dei cittadini), i vertici della Società romagnola hanno presentato alcune proposte migliorative rispetto all’attuale testo del Disegno di Legge.

Le proposte migliorative

Fra queste, va rimarcata la posizione della Società rispetto alla proposta che prevede di assicurare, “quale diritto fondamentale di ciascun individuo, l’erogazione gratuita di un quantitativo minimo vitale di acqua necessario al soddisfacimento dei bisogni essenziali, che deve essere garantita anche in caso di morosità; tale quantitativo è individuato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri nel limite massimo di 50 litri giornalieri per persona, tenendo conto dei valori storici di consumo e di dotazioni pro capite”.

Una quota di 50 litri al giorno – hanno detto Bernabè e Gambi in commissione – “è un aspetto critico per l’uso che porta spreco, un forte aumento dei costi della parte restante, rendendo, di fatto, insostenibile la tariffa e compromettendo l’attività di efficentamento e riduzione dei consumi; inoltre, potrebbe penalizzare anche gli investimenti  per la riduzione significativa del cash flow (2,2 miliardi di euro su un totale di 8,4 miliardi di euro) necessario allo sviluppo degli investimenti così necessari non solo per colmare un deficit infrastrutturale ancora rilevante ma anche per affrontare efficacemente i disagi derivabili dai cambiamenti climatici e per operare a costi minori”.

Appare più credibile il ricorso a forme di sostegno alle famiglie bisognose come previsto dal collegato ambientale della legge di stabilità 2016 all’art. 60 (Tariffa sociale del servizio idrico integrato), cosa già in corso in Emilia Romagna dove ATERSIR distribuisce circa 2.500.000 € della tariffa a sostegno delle famiglie con ISEE sotto i 10.000 euro (con un contributo da 40 a 60 euro per ogni componente). Occorre ricordare l’opportuno raccordo in questo senso con l’attuale metodo tariffario, e quindi AEEGSI, e con il collegato ambientale alla legge di stabilità 2016, segnatamente l’art.60, che prevedono proprio per andare incontro ai meno abbienti l’istituzione di un fondo per la tariffa sociale.

Il tema dei costi ecosistemici

Gli amministratori sono intervenuti anche sul tema dei cosiddetti “costi ecosistemici”, sottolineando come “sia importante per una corretta gestione e qualità della risorsa sviluppare un’adeguata politica di tutela dell’ecosistema, da mettere in relazione con l’introduzione degli PSEA richiesti dalla direttiva quadro europea”; riguardo al tema delle gestioni, oggi collegato ai diversi usi della risorsa (potabile, agricola, industriale) hanno suggerito la necessità di un’ottica integrata, che tenga costantemente sotto controllo la disponibilità complessiva della risorsa stessa.

Infine, hanno ribadito l’importanza della disposizione che prevede che “Tutti i soggetti gestori del SII devono rendere pubbliche le informazioni e le analisi relative alla qualità dell’acqua ad uso umano, al monitoraggio delle perdite delle infrastrutture idriche di competenza ed alla performance di gestione aziendale raggiunti nell’anno solare”, sottolineando che Romagna Acque pubblica già oggi tutti questi dati, puntualmente, sul proprio sito.