Decreto correttivo Società partecipate: ciclo di audizioni alla Camera++AGGIORNATO++

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ROMA – Giro di audizioni (guardia il video completo) alla Camera sul decreto correttivo relativo al riordino delle società partecipate. La V Commissione (Bilancio) della Camera ha infatti iniziato l’esame del testo approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri lo scorso 17 febbraio.

Nella mattinata di martedì 11 aprile, la commissione ha ascoltato i rappresentanti di Confindustria, Confservizi (Ass.Tra – Utilitalia), Cgil, Cisl,  Uil e Ugl, il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone, i  rappresentanti dell’Associazione magistrati della Corte dei conti e il professore di Diritto amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma “La Sapienza”, Angelo Lalli.

Confservizi/Utilitalia:  “Vincoli alle gestioni, ostacoli all’efficacia del testo Unico”

Non perseguire “vincoli” sulla governance, personale e controlli nella gestione del servizi pubblici locali a carattere industriale (energia, acqua, rifiuti), ma “aumentare la concorrenza” e “facilitare le aggregazioni“, dato che “l’intreccio tra normative che perseguono scopi diversi rischia di vanificare i pochi processi in corso e di scoraggiarne altri”.

Sono questi i principali rilievi contenuti nella memoria scritta depositata da Confservizi/Utilitalia nel corso dell’audizione sul decreto correttivo partecipate.

In particolare, i vincoli generalizzati sul personale (senza distinguere tra imprese efficienti o affidatarie con gara), sulla governance (soprattutto per in house e miste), la complessità delle procedure di aggregazione e la proliferazione dei controlli (Authority, Corte dei Conti, nuova struttura del Mef ecc) sugli atti, rischiano infatti di limitare il potenziale del comparto dei Servizi Pubblici Locali nel promuovere la crescita del Paese e quindi, in definitiva, di ostacolare l’efficacia del Testo Unico.

Cantone (Anticorruzione): “Troppe retromarce e deroghe”

E’ un giudizio “non entusiasmante” quello espresso in audizione dal presidente Anac Raffaele Cantone. “In generale credo ci siano eccessive retromarce sull’impianto” – ha affermato infatti Cantone.  Le deroghe infatti erano nella versione originaria del provvedimento, previste solo in base a criteri “uguali per tutti”, da stabilire con un Dpcm: si trattava di un freno al cosiddetto “poltronificio”. Ora, invece, decide “l’assemblea, con delibera”. In pratica per Cantone “l’assemblea può fare quello che vuole”. Altre criticità per il presidente dell’Anticorruzione riguardano la possibilità di escludere delle partecipate dall’applicazione delle nuove regole. Un potere che il correttivo estende anche alla Regioni: “sostanzialmente è una delega in bianco“, evidenzia Cantone. “Molte novità salutate con favore – spiega Cantone – sono attenuate dal decreto correttivo. Le perplessità derivano dall’impatto delle deroghe che “sono talmente ampie che il decreto si applica, non dico alla minoranza, ma a una maggioranza risicata delle società pubbliche”.
Il rischio vero“, – ribadisce Cantone – è “che non si prevede cosa si applica alle società che vengono escluse dal perimetro” della riforma. Così si crea una sorta di “limbo”, fonte di “ulteriori contenziosi”.
Quindi la valutazione sul provvedimento correttivo “non è entusiasmante, visto che si trattava di una riforma attesa da molto tempo”.

Panucci (Confindustria): “Preoccupante tendenza al ribasso, no ad annacquamenti della riforma”

Secondo il direttore generale Marcella Panucci “”i contenuti del decreto correttivo peggiorano quelli del Testo unico”” e la tendenza “”risulta ancor più accentuata se si considera l’Intesa raggiunta lo scorso 16 marzo in sede di Conferenza Unificata””. Il quadro che emerge “è
preoccupante, non solo per gli specifici contenuti, ma anche perché si registra un indebolimento dell’impostazione iniziale del decreto”, ha spiegato.


Testo Audizione ANAC

Memoria Confindustria

Memoria UIL