Dalla Regione/ Patto per il lavoro: investiti oltre 15 miliardi, in 2 anni 81mila nuovi posti e disoccupazione dal 9% al 6,6%

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L’Emilia-Romagna fa ancor più gioco di squadra e insieme, dai territori alle università, dai sindacati alle imprese , fa registrare dodici mesi di forte accelerazione sull’applicazione del Patto per il lavoro, che la Regione sottoscrisse nel luglio 2015 con 50 firmatari (tra cui anche Confservizi Emilia – Romagna), per far convergere risorse e progetti su un obiettivo primario: creare sviluppo e occupazione. Nell’ultimo anno sono infatti saliti a 15,1 miliardi gli investimenti attivati per gli oltre 200 interventi avviati in tutti i settori, dalle opere pubbliche alla mobilità, dalla tutela del territorio alle politiche abitative, la ricerca tecnologica, l’innovazione e l’internazionalizzazione del sistema economico-produttivo, la formazione, la sanità e il welfare: si tratta di 1,6 miliardi di euro in più rispetto al luglio 2016. Così come salgono a 1,5 miliardi i fondi europei messi a bando sui 2,5 dell’intera programmazione 2014-2020 (+500 milioni in un anno), di cui 1 miliardo impegnato a cui aggiungere 660 milioni di cofinanziamenti privati (+313 milioni sempre rispetto al luglio 2016).

Quanto ai destinatari degli interventi, quelli a persone e famiglie valgono 3,1 miliardi, poi 6,7 miliardi per il territorio, 4 miliardi per le imprese e 1,2 miliardi per gli enti locali.

Politiche integrate e un fare rete la cui efficacia è dimostrata anche dal fatto che le risorse destinate al Patto sono salite a 17,8 miliardi di euro, 2,8 in più rispetto ai 15 inizialmente previsti nel 2015. Fondi regionali, europei, statali, di altre amministrazioni pubbliche, società partecipate e privati messi in moto grazie a nuovi progetti: 1,5 miliardi solo per infrastrutture ma non meno importanti sono quelli, fra gli altri, per l’edilizia pubblica (in particolare quella sanitaria con 500 milioni e 150 per quella scolastica) o per il Data centre del Centro meteo europeo in arrivo a Bologna (40 milioni stanziati dal Governo per l’allestimento al Tecnopolo all’ex Manifattura Tabacchi).

Uno sforzo congiunto che ha consolidato sia la crescita dell’economia regionale (+1,4 il Pil dell’Emilia-Romagna nel 2016, il più alto fra le Regioni italiane e ben oltre lo 0,9% nazionale) sia l’aumento dell’occupazione: 46.600 nuovi posti di lavoro nel primo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+2,4%), per un tasso di tasso di occupazione del 68,3% che pone l’Emilia-Romagna al primo posto in Italia, dove ha raggiunto il Trentino Alto Adige, e un tasso di disoccupazione medio annuale negli ultimi 12 mesi sceso al 6,6%, lontano dal 9% di inizio legislatura, gennaio 2015, e inferiore sia a quello del Veneto (6,7%) che della Lombardia (7,2%). Complessivamente, dal confronto tra primo trimestre 2015 e primo trimestre 2017 emerge come nei due anni di applicazione del Patto si siano registrati oltre 81mila nuovi posti di lavoro e nel 2016 17.400 occupati in più rispetto a quelli del 2008, anno che precedette l’avvio della crisi economica internazionale.

E’ quanto si ricava dal quarto monitoraggio semestrale sull’andamento del Patto per il lavoro, appuntamento che cade a due anni dalla firma (il 20 luglio 2015) e che ha visto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, fare il punto sulla applicazione dell’accordo con i firmatari dell’intesa – organizzazioni sindacali e datoriali, associazioni, Terzo settore, Camere di commercio, Università, Ufficio scolastico regionale, Province, Città metropolitana di Bologna  e Comuni capoluogo – riuniti nella sede della Regione, a Bologna. Con lui l’assessore al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, ricerca e lavoro, Patrizio Bianchi, e altri assessori fra cui, Palma Costi (Attività produttive e Ricostruzione post-sisma), Emma Petitti (Bilancio) e Simona Caselli (Agricoltura).


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