Acqua/Utilitalia: “Depurazione non in regola peggior nemico del turismo”

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Per Utilitalia (la federazione delle imprese di acqua ambiente e energia) il trattamento delle acque reflue e la depurazione – come emerge dai risultati dell’analisi di Goletta Verde di Legambiente – è un tema centrale su cui bisogna “investire” per avere impianti in regola invece che “pagare” quegli stessi soldi in sanzioni comunitarie.

La questione ‘depurazione’ spesso però viene avvertita o quando l’Europa ce lo ricorda oppure soltanto nel periodo estivo, dal momento che molte delle aree ‘bacchettate’ dall’Ue sono rinomate località turistiche del nostro Paese: così da Cefalù a Courmayeur da Rapallo a Trieste da Napoli a Roma e in parte Firenze, da Ancona a Pisa, registrano carenze. In tutto quasi 1.000 che non rispettano le regole comunitarie sul trattamento delle acque reflue. Tra le Regioni più colpite, Sicilia, Calabria e Campania. Secondo Utilitalia infatti “gli scarichi non depurati sono i peggiori nemici del turismo”.

  Proprio allo stretto legame che c’è tra l’acqua e il turismo sarà dedicata una sessione specifica del Festival dell’Acqua, in programma quest’anno a Bari dall’8 all’11 ottobre: nelle aree a forte vocazione turistica, infatti, la gestione delle risorse idriche rappresenta un elemento fondamentale, che può decretare il successo o meno della capacità attrattiva; gli aspetti da considerare vanno dalla tutela della balneazione (dove diventano fondamentali le infrastrutture depurative) alla presenza di un adeguato numero di fontanelle o case dell’acqua.

Il nuovo DG di Utilitalia Giordano Colarullo (foto tratta dal profilo Linkedin).

Sono due i passaggi principali di cui si deve tener conto: il primo è quello di garantire ai cittadini un servizio che possa offrire dei livelli adeguati di igiene e salute; il secondo è un passaggio culturale, bisogna applicare all’acqua gli stessi principi dell’economia circolare che già si applicano ai rifiuti, e pensare in un’ottica di ‘blue circular economy’ – osserva il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo (nella foto) – per fare entrambe le cose occorre investire, passando dagli attuali 32-34 euro per abitante ad almeno 80 euro per abitante all’anno; e anche se resteremo lontani dagli oltre 100 euro che si spendono in Europa almeno avremo intrapreso il percorso necessario per evitare che i soldi vengano spesi in multe anziché in opere. In generale servirebbero investimenti per 5 miliardi all’anno, cifra che sarebbe il minimo necessario per coprire il fabbisogno di infrastrutture del nostro Paese”.

 Tra l’altro con una corretta depurazione si ottiene sia acqua nuovamente riutilizzabile (diventando così anche una chiave di lettura per affrontare per esempio periodi di siccità, insieme naturalmente alla necessità di investimenti sugli acquedotti per limitare le perdite) sia fanghi che possono esser riutilizzati come fertilizzante in agricoltura oppure esser valorizzati per esempio trasformandoli in bio-combustibili.

Ogni anno in Europa – secondo i dati dell’Unione Europea – vengono trattati più di 40 mila milioni di metri cubi di acque reflue, ma ne vengono “riusati” soltanto 964 milioni di metri cubi. In Australia e in Israele il riuso delle acque reflue depurate è molto diffuso, in Europa sono la Spagna e Malta a primeggiare. Il potenziale di crescita è enorme: l’Europa potrebbe arrivare a utilizzare sei volte il volume di acque trattate oggi. In Italia, che ha uno dei potenziali più alti, si trattano e si riusano ogni anno 233 milioni di metri cubi di acque reflue. “L’acqua e i rifiuti, gli acquedotti e la depurazione, le sorgenti e gli scarichi, vengono pensati in modo da essere utili gli uni agli altri – continua Colarullo – il viaggio dell’acqua continua anche dopo i nostri rubinetti e non è un caso se le maggiori novità, scientifiche tecniche e tecnologiche degli ultimi anni, riguardano i processi di depurazione e gli usi dei prodotti di depurazione. Con quello che nelle generazioni precedenti veniva buttato nei fiumi, oggi si producono prodotti per l’agricoltura, plastiche e anche combustibile per le auto”.