CSR/Servizi pubblici pronti a bilancio di sostenibilità

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Efficienza e risparmio delle risorse, economia circolare, riduzione delle emissioni atmosferiche, innovazione tecnologica, politiche di genere, di formazione e di sicurezza. Punti cardine per le imprese dei servizi pubblici che guardano alla sostenibilità sia per la crescita che per la qualità e l’efficacia, e che vengono coniugate secondo le linee della responsabilità sociale d’impresa. Su questo si è concentrato il convegno di Utilitalia (la Federazione delle imprese di acqua, ambiente e energia) “Sostenibilità e rendicontazione non finanziaria. Una nuova strategia di crescita per le imprese di Utilitalia”, che si è svolto lo scorso 2 febbraio a Roma.

 Con un censimento tra le proprie aziende è stata redatta una mappa sul bilancio di sostenibilità dentro Utilitalia: hanno risposto 68 imprese, corrispondenti al 67% della forza lavoro impiegata, pari a oltre 60.000 dipendenti su un totale di quasi 90.000 e al 57% del valore della produzione messa in campo dalle associate a Utilitalia (quasi 22 miliardi su 38 totali).

Nel 2017 sono state 33 le imprese di Utilitalia che hanno redatto il bilancio di sostenibilità: il 78% degli occupati, circa 50.000, e il 79% del valore della produzione, cioè oltre 17 miliardi. Nel corso del 2018 si arriverà a 38 imprese (57% occupati e 51% valore della produzione).
La responsabilità sociale coinvolge alcuni dei più grandi operatori nazionali dei servizi pubblici rappresentati da Utilitalia. Molte di queste reintroducono a livello locale il valore generato e spesso sono all’avanguardia sulle pratiche di sostenibilità (mezzi di trasporto a basso impatto ambientale, raccolta differenziata e rinnovabili), la presenza femminile in azienda, le ore di formazione del personale.

 “Misurarsi è il primo passo per promuovere processi di crescita e di evoluzione nella gestione del business – osserva il direttore generale di Utilitalia Giordano Colarullo – sulle misurazioni si fondano infatti le pianificazioni per migliorare le performance”. In proposito è stato lanciato un Piano di lavoro della Federazione per la rendicontazione non finanziaria, e sono stati messi in evidenza i contributi che le imprese dei servizi pubblici possono offrire per arrivare agli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 dell’Onu, tenendo presente quanto per imprese che si occupano di servizi di pubblica utilità, la sostenibilità sia oggi la vera parola d’ordine.

 “Se generalmente superata la visione secondo la quale il valore di un’impresa si esprime nella sola dimensione economica, nel caso delle utility questa visione non è mai stata completamente vera – conclude Colarullo – esse nascono dai contesti municipali come soggetti industriali incaricati di funzioni di pubblico servizio, con impatti sistemici sui territori serviti. Rendicontare la propria attività di impresa ad azionisti, investitori, cittadini, lavoratori e Istituzioni è dunque strategico per le utility per far emergere valore creato per i vari stakeholder”.