Amir Spa, presentati i risultati del bilancio 2017

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La conferenza stampa di presentazione del bilancio di Amir.

RIMINI – Sono decisamente “soddisfacenti” i risultati ottenuti nel 2017 da Amir, la societa’ degli asset del sistema idrico integrato nel riminese, totalmente pubblica, che al momento conta 29 soci: 21 Comuni della Provincia di Rimini, con l’esclusione di quattro della Valmarecchia; sei della Provincia di Pesaro-Urbino; l’Unione Valconca e l’Azienda di Stato di San Marino. Il budget 2017, approvato oggi all’unanimita’, registra infatti un utile netto che supera gli 864.000 euro, in aumento del 45%, il piu’ alto degli ultimi 10 anni, e che verra’ messo a riserva straordinaria; e ricavi per oltre 2,2 milioni di euro. Dal 2014 al 2020 sono in programma interventi per 3,1 milioni di euro, ai quali si aggiungono i due annuali di manutenzione. Insomma conferma l’amministratore unico Alessandro Rapone “l’azienda e’ sana, non e’ certo un carrozzone”: conta un patrimonio infrastrutturale che vale 48 milioni di euro, che necessita di un monitoraggio e di una manutenzione costanti, dunque “capacita’ finanziaria e programmazione“. La carenza idrica della scorsa estate, ragiona Rapone, trova una causa anche nella dispersione, che in Romagna arriva circa al 20%. E che e’ dovuta a tubature obsolete, ai submovimenti del territorio e alla pressione. Da qui “l’appello a stare attenti. Amir non e’ un bancomat“. Ben venga la razionalizzazione della spesa negli Enti locali, “ma non si possono tagliare servizi fondamentali”. Rapone annuncia cosi’ l’intenzione di tre Comuni di lasciare Amir: Riccione nel riminese e Gabicce Mare e Carpegna nel pesarese. E poi c’e’ San Leo, che pare voler fare lo stesso.

Per la zona sud della provincia di Rimini e’ infatti attiva una seconda societa’, delle stesse dimensioni di Amir, Sis. La Perla Verde, che detiene lo 0,5%, verra’ liquidata con 250.000 euro circa, mentre gli altri due Comuni detengono quote simboliche. Preoccupa piu’ l’analoga decisione che pare avere preso, senza comunicazioni ufficiali, ma con una determina del settembre 2017, il Comune di San Leo. Anche lui con una quota dello 0,5% circa. Si tratta, spiega Rapone, di un “socio storico, sul cui territorio insistono le infrastrutture di Amir“. Si apre quindi una “questione di principio”. Intanto e’ in corso un approfondimento per capire se la recessione sia possibile, ma, argomenta l’amministratore unico, “se tutte le amministrazioni per fare cassa rinunciano a partecipazioni strategiche, qualcosa va in tilt”.

Rapone vuole stare lontano dalle polemiche, ma sottolinea che “il settore idrico e’ bistrattato, eppure c’e’ una attivita’ industriale dietro”. L’altro tema e’ quello dell’integrazione delle societa’ degli asset a livello romagnolo. “Il Comune di Rimini segue con attenzione la trattativa, dobbiamo tutelare i nostri interessi perche’ i rapporti di forza esistenti possono tenere Rimini defilata”. Non e’ tanto, aggiunge, una questione di quote, ma di investimenti da tutelare. A partire dai due milioni di euro per la manutenzione, a cui si sommano gli altrettanti di Sis. Dunque, conclude, “allerta” lanciata “affinche’ il territorio si muova in maniera integrata”.

(Agenzia Dire)