ROMA – L’Agenda 2030 dell’Onu con i suoi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile puo’ e dev’essere la bussola per orientare il programma di azione del prossimo Governo. Sono solo 12 gli anni che restano per realizzare gli impegni internazionali che il Paese ha sottoscritto nel 2015. Per questo il Parlamento appena eletto deve impegnarsi per una “legislatura per lo sviluppo sostenibile, cosi’ come le istituzioni, le imprese e la finanza devono, insieme alla societa’ civile, trasformarsi in convinti e instancabili “motori dello sviluppo sostenibile”.
È questo il messaggio dell’evento inaugurale del Festival italiano dello Sviluppo Sostenibile, che si è aperto lo scorso 22 maggio a Roma e proseguirà fino al prossimo 7 giugno con eventi calendarizzati in tutta Italia.
Si tratta dunque del primo degli oltre 700 eventi previsti nei 17 giorni del Festival, organizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che con i suoi oltre 200 aderenti e associati e’ la piu’ grande rete di organizzazioni della societa’ civile mai creata in Italia.
“Sara’ necessario un decennio di profonda e persistente innovazione economica, istituzionale e sociale, una vasta riqualificazione delle infrastrutture materiali e immateriali, un ciclo pluriennale di investimenti, pubblici e privati, una vera a propria trasformazione dell’attuale modello di sviluppo“, sottolinea il presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini. Secondo recenti stime, per raggiungere gli obiettivi fissati a Parigi nella lotta al cambiamento climatico, l’Europa deve investire 180 miliardi di euro da qui al 2030, mentre mancano all’appello circa 150 miliardi di euro di investimenti annui per infrastrutture sociali. D’alta parte, l’Europa e’ di gran lunga la prima area al mondo per investimenti sostenibili, con 12mila miliardi di dollari gestiti tra il 2014 e il 2016, tantissime imprese che investono nella green economy e un insieme senza pari di tutele sociali.
“L’Italia difficilmente raggiungera’ gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro i termini concordati, a meno di un’azione urgente e determinata che orienti in questa direzione tutte le risorse disponibili, pubbliche e private“, ribadisce il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini. “La societa’ civile ha capito la centralita’ di questa sfida, come dimostra l’enorme mobilitazione realizzata in occasione del Festival che si apre oggi”.
Giovannini sottolinea che l’ASviS spingera’ il nuovo Governo a impegnarsi al massimo per l’attuazione dell’Agenda 2030, “per realizzare la quale serve una visione integrata del futuro del Paese”, perche’ bisogna “garantire che gli investimenti pubblici e privati, sia materiali sia immateriali, siano orientati nella direzione auspicata, riqualificando il patrimonio esistente e investendo in nuove infrastrutture sostenibili, migliorando il capitale naturale e il capitale umano, soprattutto a favore delle aree territoriali e dei gruppi sociali piu’ deboli, cosi’ da migliorare il benessere dei cittadini e ridurre le tante disuguaglianze di cui soffre l’Italia“, conclude.
E di sviluppo sostenibile come “sfida da vincere” ha parlato anche il presidente dell’Emilia – Romagna nonché della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, nel suo intervento all’evento inaugurale.
“A causa dell’inquinamento dell’atmosfera e del surriscaldamento globale, tra qualche decennio i nostri paesi e i territori potrebbero pagare costi sociali economici drammatici” – ha detto in premessa Bonaccini – che ha poi ricordato quanto accaduto recentemente in Emilia-Romagna, ma anche in altre Regioni: “si è passati da un estremo all’altro. Alluvioni che hanno fatto decine di milioni di euro di danni, rispetto alle quali certamente si può agire in termini di prevenzione organizzando meglio la pulizia di fiumi, ma una portata d’acqua eccezionale in poche ore, spesso non consente alcuna soluzione a monte. Poi abbiammo avuto siccità incredibili. Troppa acqua e poca acqua. E costi economici e sociali devastanti”.
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