BOLOGNA – Sempre più raccolta differenziata in Emilia-Romagna, con dati che la collocano ai primi posti in Italia. Nel 2017 ha toccato quota 64,3%, facendo registrare un ulteriore incremento rispetto al 61,8% dell’anno precedente: +2,5%. Si tratta di 1 milione e 861 mila tonnellate, pari a 417 chilogrammi per abitante, avviate al recupero, cinque in più a testa rispetto al 2016. Si conferma quindi il trend in continua crescita degli ultimi quindici anni, in cui la raccolta separata di carta, vetro, alluminio, umido è più che raddoppiata a partire dal 28% del 2002.
Un andamento che rende concreto l’obiettivo del 73% di raccolta differenziata fissato dal Piano regionale dei rifiuti al 2020 e traguardo già tagliato da 107 Comuni: uno su tre (il 32,3%) dei 331 dell’Emilia-Romagna. E la raccolta differenziata si attesta all’80% nei Comuni dove è già applicata la tariffazione puntuale, dove cioè si paga per quanto si butta.
Attivi tutti i territori, nei quali non si scende mai al di sotto di una soglia di poco inferiore al 55%. Per fare alcuni esempi, fra le province Parma tocca il 77,6%, Reggio Emilia il 71,3%, Ferrara il 68% e Modena il 67,8%. Rispetto al 2016, il balzo in avanti più rilevante è quello segnato dal territorio ferrarese: +7,2% (sul 60,8% dello scorso anno). Bene il parmense con +3,7% (sul 73,9%) e il riminese in crescita del 3,3% (sul 60,2%).
L’aumento della differenziata corrisponde a un calo della produzione di rifiuti urbani indifferenziati, che l’anno scorso si è fermata a 1 milione e 35 mila tonnellate: -8,65% rispetto al 2016. Una tendenza in linea con il continuo decremento registrato dal 2002: da allora – quando si attestava su un milione e 901 mila tonnellate – la produzione di indifferenziato è crollata del 45,56%.
Per quanto riguarda la composizione merceologica, la percentuale maggiore (22%) è relativa al verde (scarti di giardino e grosse potature); seguono carta e cartone (21%), umido (15%), vetro (8%), legno (8%), plastica (7%), ingombranti (letti, materassi 4%) e inerti domestici (oggetti di scarto di lavori edili domestici 5%), metalli ferrosi e non (2%), altre raccolte differenziate (3%), i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti Raee (1%).
“L’Emilia-Romagna è ai primi posti in Italia per raccolta differenziata e prosegue verso il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano regionale rifiuti, nel quale abbiamo spostato in alto l’asticella convinti di poter coinvolgere i territori in uno sforzo comune per la salvaguardia dell’ambiente e la vivibilità degli spazi urbani– afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. I numeri ci danno ragione. Ringrazio per questo i sindaci, gli amministratori locali, i gestori dei servizi di raccolta e smaltimento e, soprattutto, i cittadini. Serve infatti l’impegno di tutti per far crescere la cultura contro lo spreco e per produrre meno rifiuti, perseguendo un modello di sviluppo sostenibile a favore dell’economia circolare, un sistema dove i materiali siano tutti potenzialmente riciclabili e in cui i rifiuti diventano nuove risorse. Si tratta di un lavoro ancora da completare– chiude Bonaccini- ma siamo determinati a farlo, confermandoci Regione autosufficiente nella gestione dei rifiuti solidi urbani e mettendo le nostre buone prassi a disposizione di chi, nel Paese, punti a uscire dalla logica dell’emergenza”.
“La raccolta differenziata è un tassello fondamentale della strategia per la transizione a un’economia sempre più circolare– sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo-, vero obiettivo di sostenibilità di lungo periodo della Regione: la ricetta messa in campo funziona, come dimostrano i risultati del 2017. Avanti così, con la piena applicazione della tariffa puntuale a tutto il territorio entro il 2020: è una delle leve più importanti per conseguire i traguardi che ci siamo dati. Significa che ciascuno, cittadino o impresa, paga ‘per quanto butta’: chi produce più indifferenziato, avrà una bolletta più elevata. È un principio di equità e di responsabilità, una leva per una gestione dei rifiuti, stili di vita e comportamenti quotidiani sempre più sostenibili dal punto di vista ambientale”.
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