Ecosistema Urbano 2018: Parma sul podio delle città capoluogo per le migliori performance ambientali

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Risultati lusinghieri per Parma, Bologna e Rimini nella classifica finale di “Ecosistema Urbano 2018“, l’annuale rapporto di Legambiente realizzato con il contributo scientifico di Ambiente Italia, la collaborazione editoriale del Sole 24 Ore e con il contributo di Ispra.

Parma infatti sale sul secondo gradino del podio, guadagnando due posizioni, mentre  Bologna si piazza al decimo posto scalando ben 12 piazze.  Anche Rimini migliora la propria performance, passando al 16mo posto (13 gradini in più rispetto all’anno precedente, anche se registra dati poco lusinghieri per quantità di rifiuti prodotta per abitante, insieme a Piacenza e Ravenna).

Parma svetta per la gestione dei rifiuti e per la percentuale di raccolta differenziata, posizionandosi tra le migliori cinque province italiane. Bologna (l’unico capoluogo di regione nelle prime 10 posizioni) viene premiata tra le prime cinque province italiane per il trasporto pubblico e per la quota di passeggeri sui bus in base al numero di abitanti (279).

A fronte di questi risultati, bisogna però segnalare le performance meno brillanti delle altre città emiliano – romagnole, che hanno peggiorato i loro indicatori:  Reggio Emilia e’ 24esima (-10), Ferrara 38esima (-10), Forli’ 41esima (-11), Ravenna 44esima (-6), Piacenza 58esima (-12). Rimini, Piacenza e Ravenna sono tra le cinque citta’ peggiori per quantita’ di rifiuti prodotta per abitante (rispettivamente 737, 748 e 774).

E poi c’e’ Modena, ultima della province emiliano-romagnole al 65esimo posto, in discesa di 11 posizioni ma con un primato positivo: e’ la prima provincia per verde urbano con 108 alberi ogni 100 abitanti.

Quella urbana è grande questione nazionale – afferma Legambiente –  E non si può lasciare solo alla capacità e alla buona volontà di questo o quel sindaco la scelta se affrontare o meno – e con efficacia – criticità, inefficienze, emergenze. Dalle amministrazioni locali si deve certamente pretendere molto più coraggio, molta più discontinuità e capacità di innovazione, ma nello stesso tempo è il Paese che deve fare un investimento politico ed economico e mettere tra le priorità di governo un piano per traghettare le città, tutte insieme e non una alla volta, al di là delle secche.”

Serve un governo delle città a livello nazionale – sottolinea Stefano Ciafani, presidente di Legambiente –Non bisogna rispolverare il ministero delle Aree urbane di 30 anni fa, quanto piuttosto una politica governativa trasversale sulla riconversione ecologica delle città che guidi in modo sinergico le azioni dei vari dicasteri a vario titolo coinvolti, dall’Ambiente alle Infrastrutture, dalla Salute ai Trasporti, fino ad arrivare allo Sviluppo economico. Su alcuni fronti le politiche ambientali nelle nostre città migliorano anche in modo inaspettato, come nel caso dei rifiuti e dell’economia circolare, su altri, ancora troppi, c’è molto da lavorare. Spesso è stata l’Europa a costringerci a darci da fare e a spingerci verso buone politiche ambientali.”

L’interessante novità introdotta nel rapporto di quest’anno è l’analisi della capacità dei Comuni di smaltire i propri rifiuti nel proprio territorio, che sarà oggetto di un approfondimento completo il prossimo anno.

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