L’Emilia – Romagna spegne l’inceneritore di Ravenna

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BOLOGNA – L’Emilia-Romagna spegne l’inceneritore di Ravenna: a fine anno, infatti, avrà fine il conferimento dei rifiuti urbani nell’impianto.

Lo ha annunciato nei giorni scorsi il presidente della Regione Stefano Bonaccini, in una conferenza stampa per la presentazione della relazione di chiusura del monitoraggio intermedio del Piano regionale dei rifiuti, che ne verifica lo stato di attuazione a tre anni dalla sua approvazione.

E’ il frutto del lavoro di squadra di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna ed Hera che insieme hanno definito la road map che porterà allo stop: il periodo da qui a fine anno servirà per gli adempimenti tecnici e organizzativi.

Lo stop all’impianto di Ravenna, secondo quanto annunciato dalla Regione,  non comprometterà l’autosufficienza  nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti, che sarà garantita da un lato attraverso l’efficace utilizzo degli altri impianti presenti nel territorio, secondo la programmazione definita, e dall’altro, in particolare, dall’aumento della raccolta differenziata, sulla quale, come annunciato la scorsa settimana, si sta centrando l’obiettivo del 73% entro il 2020 previsto sempre dal Piano, essendo arrivata al 68% nel 2018 (+3,7% sull’anno precedente).

Grazie anche alla tariffazione puntuale, la riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati, del 6,8% rispetto al 2017, è addirittura superiore alle previsioni. La raccolta differenziata ha raggiunto il record del 68% e i conferimenti in discarica sono al 4,9%, già sotto l’obiettivo del 10% fissato dall’Europa per il 2035.

Per quanto riguarda invece l’impianto di Piacenza – ha commentato l’assessore regionale all’Ambiente Paola Gazzolosentita l’amministrazione comunale, per ora rimarrà in esercizio, anche in attesa degli effetti derivanti dall’aggiudicazione della nuova gara di affidamento del servizio. L’analisi del ciclo di vita del termovalorizzatore di Borgoforte  mette in evidenza che la cessazione del conferimento dei soli rifiuti urbani avrebbe un rendimento ambientale peggiore in termini di emissioni di CO2 e per il trasporto fuori provincia. La linea regionale è creare le condizioni perché – quando si decide che un impianto cessi il trattamento dei rifiuti urbani – si spenga del tutto.”

La Regione scende in campo anche contro la plastica che inquina il nostro mare. I pescatori potranno raccogliere i rifiuti in Adriatico senza pagare la tariffa di servizio portuale. La disposizione è operativa da subito e permette di dare piena attuazione a quanto già previsto dal Piani di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico, già adottati dalla Capitanerie di porto d’intesa con la Regione per i porti di Rimini, Bellaria, Cattolica, Cesenatico, Goro, Gorino, Porto Garibaldi e Riccione. Un incentivo a difesa dell’intero ecosistema marino.