Direttore generale @ISPRA_Press @alebratti su rapporto #rifiuti #speciali: "import/export: importiamo materiali necessari all'industria italiana, esportiamo rifiuti che non abbiamo modo di trattare adeguatamente con impianti" pic.twitter.com/EK0flJtFAb
— ISPRA – Ist. Sup. Protezione e Ricerca Ambientale (@ISPRA_Press) July 18, 2019
ROMA – In Italia aumenta ancora la produzione di rifiuti speciali, nel 2017 sfiora i 140 milioni di tonnellate, quasi il 3% in piu’ rispetto al 2016, anche se in sostanza crescono gli speciali non pericolosi (+3,1%) mentre gli speciali pericolosi sono pressoche’ stabili (+0,6%, comunque 60mila tonnellate). Il Paese anche in questo settore e’ leader nel riciclo, con un +7,7% della quantita’ di speciali avviata al recupero di materiali e un -8,4% di quella avviata a smaltimento.
Sono i dati principali del 18mo Rapporto Rifiuti speciali di Ispra (2019), presentato oggi giovedì 18 luglio a Roma. Il maggior contributo alla produzione di speciali arriva dal settore demolizioni e costruzioni, perche’ macerie e calcinacci sono ‘speciali’ e non vanno gettate nel cassonetto. Appartiene a questa categoria ben il 41% del totale, pari a oltre 57 milioni di tonnellate. A livello di area geografica e’ il Nord che produce piu’ rifiuti speciali e con quasi 81 milioni di tonnellate rappresenta il 58,3% del totale nazionale. La Lombardia è la prima regione per produzione, con il 22,2% del totale dei rifiuti generati, pari a 30,8 milioni, seguita dal Veneto con 15,1 milioni di tonnellate. L’Emilia – Romagna è al terzo posto, con il 10% della produzione nazionale, che si quantifica in 13,7 milioni di tonnellate. Infine, il Sud con 33 milioni di tonnellate vale il 23,7% e il Centro con 18 milioni di tonnellate rappresenta il 18% del totale.
Nel 2017 i rifiuti importati (oltre 6 milioni di tonnellate) sono il doppio di quelli esportati (3 milioni di tonnellate), prosegue il Rapporto Rifiuti speciali Ispra/Snpa. La quantita’ maggiore arriva dalla Germania, quasi 2 milioni di tonnellate (dei quali il 96 % rifiuti metallici) seguiti da quelli provenienti dalla Svizzera, oltre 1 milione di tonnellate, dalla Francia, 824 mila tonnellate e dall’Austria, 733 mila tonnellate. I rifiuti di metallo importati sono destinati al riciclaggio, principalmente in acciaierie localizzate in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia. Il 68% dei rifiuti esportati (poco piu’ di 2 milioni di tonnellate) appartengono alla categoria dei non pericolosi e il restante 32% (circa 1 milione di tonnellate) a quella dei pericolosi. Le attivita’ di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale rappresentano il 25,7% del totale (quasi 36 milioni di tonnellate), l’insieme delle attivita’ manifatturiere il 21,5% (quasi 30 milioni di tonnellate).
Gli impianti dedicati al recupero di materia sono 4.597 (41% del totale), prosegue il Rapportom Rifiuti speciali Ispra/Snpa. Circa 20,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono utilizzati, in luogo delle materie prime, all’interno del ciclo produttivo in 1.307 impianti industriali. Tali stabilimenti riciclano il 20% del totale dei rifiuti recuperati a livello nazionale. Il recupero di rifiuti inorganici riguarda oltre 54 milioni di tonnellate (quasi il 37% del totale gestito). Tali rifiuti derivano, prevalentemente, dalle attivita’ di costruzione e demolizione (44,8 milioni di tonnellate) e sono generalmente utilizzati come rilevati e sottofondi stradali. Le operazioni di recupero di metalli e di rifiuti organici rappresentano, rispettivamente, il 13,6% e l’8,4% del totale gestito. Circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono coinceneriti in impianti industriali in sostituzione dei combustibili convenzionali, mentre l’incenerimento interessa piu’ di 1 milione di tonnellate. Sono smaltiti in discarica 12 milioni di tonnellate di rifiuti (l’8,2% del totale gestito) di cui circa 10,9 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi e 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi.