ll presidente Bonaccini ha presentato il 9 giugno scorso in consiglio regionale il programma di mandato. Quattro i pilastri individuati per l’azione di Governo, tesa all’obiettivo della ripartenza post emergenza Covid – 19: sanità scuola, opportunità per riattivare il tessuto economico e sociale, sostenibilità ambientale, economica e sociale. Su quest’ultimo punto, in particolare, i driver fondamentali elencati da Bonaccini sono:
✔️L’Emilia-Romagna farà propri i 17 obiettivi dell’Agenda delle Nazioni e dell’Agenda 2030, misurando ogni azione agli effetti reali che produce;
✔️Nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima da sottoscrivere entro l’estate con tutte le rappresentanze istituzionali e sociali del territorio, per arrivare all’azzeramento delle emissioni climalteranti entro il 2050, e il passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035.
✔️Piano strategico quinquennale di investimenti in prevenzione del dissesto idrogeologico: il raddoppio delle risorse da 50 a 100 milioni di euro in 5 anni per la cura del territorio con la manutenzione di corsi d’acqua, versanti e litorali e altri 600 cantieri per la difesa del suolo affidati già entro quest’anno per 103 milioni di euro.
✔️Raccolta differenziata all’80% attraverso la tariffazione puntuale, ambientale ed equa e strategia plastic free (grazie a 5 R: riconvertire, ridurre, ripulire, da rifiuto a risorsa).
Bonaccini ha inoltre annunciato la proposta di un Patto per la semplificazione – che porti a una sostanziale sburocratizzazione regionale da sottoscrivere con Enti locali, rappresentanze sociali e professioni e il rilancio del progetto di autonomia regionale come leva di innovazione, crescita e, appunto, semplificazione. Progetto da condurre in porto, secondo quanto contenuto nel programma, attraverso passaggi chiari: la definizione di una legge cornice nazionale che determini i principi di perequazione e solidarietà territoriale, dei costi standard e dei livelli essenziali delle prestazioni, entro cui collocare il nostro progetto di autonomia; la riattivazione del negoziato col Governo a partire dal progetto di autonomia definito dalla Giunta nella scorsa legislatura, concertato con il Patto per il Lavoro e approvato dall’Assemblea legislativa; e un nuovo accordo con Province e Comuni per rafforzare la declinazione territoriale del progetto.