BOLOGNA – Un nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima, per sostenere la ripartenza dell’Emilia-Romagna e porre basi forti e concrete a uno sviluppo sostenibile, equo, veloce, semplificato.
E’ partito mercoledì 5 agosto a Bologna il percorso che dovrà portare, entro ottobre, alla sottoscrizione di un piano d’azione condiviso dalla Regione con tutte le forze economiche, sociali, associazioni d’impresa, professioni, enti locali, organizzazioni sindacali e di categoria. Al contempo parte il percorso di confronto con interlocutori e associazioni che si occupano di cambiamenti climatici e come affrontarli, per raccogliere contributi qualificati.
Un percorso introdotto dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che insieme agli assessori della sua Giunta Vincenzo Colla, Elly Schlein e Paolo Calvano ha illustrato i cardini di cui si comporrà il nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima.
Quattro assi fondamentali e tredici titoli chiave per creare un perimetro che negli aderenti al Patto ha trovato un’adesione convinta su temi, su metodi e sul percorso.
Un nuovo Patto visto quindi come un ‘progetto per l’Emilia-Romagna’ cui tutti possono dare un contributo, un patto di impegni con un reciproco riconoscimento del ruolo di ciascuno dei soggetti firmatari.
Un Patto che sottolinea un nuovo e maggiore ruolo delle città e dei territori nella ricostruzione di un nuovo sviluppo, basato su buona sanità, pubblica e per tutti, con un forte rilievo dei saperi e delle competenze, stili di vita e consumi più sostenibili, centralità della scuola, digitalizzazione. Uno sviluppo equo, attento al contrasto delle diseguaglianze, una transizione ecologica che punti sul capitale umano e metta al centro il lavoro e il clima.
“E’ per noi un’occasione storica– ha commentato il presidente Bonaccini-: contrariamente al primo Patto per il lavoro e la legalità, stavolta la programmazione è nelle nostre mani, avremo la possibilità inedita di poter decidere cosa fare, quanto investire, dove, in un’azione condivisa. Io voglio avere fiducia sull’uscita dalla recessione, il 99% delle attività economiche in Emilia-Romagna è aperto e il risparmio dei suoi abitanti è cresciuto. Dobbiamo aggredire i prossimi mesi e anni. Le stime ci dicono che avremo un calo del Pil inferiore a quello nel resto del Paese. Ma nel 2021 avremo un rimbalzo positivo: una volta che si sia definitivamente ucciso il virus, qui potremmo rimontare prima di altre aree, abbiamo gli strumenti finanziari e puntiamo sugli investimenti”.
“E’ una bella sfida– ha concluso Bonaccini-, ma non dobbiamo avere paura, credo che abbiamo dimostrato in questi anni di saper interpretare sfide del genere. Abbiamo il dovere di provare a dare una mano all’Emilia-Romagna, perché così diamo una mano anche al Paese”.
(comunicato Regione Emilia – Romagna)