Top Utility: investimenti per 7 miliardi contro la pandemia e il cambiamento climatico

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MILANO – Le utility italiane negli anni scorsi hanno investito nella direzione giusta: buona parte dei 7,2 miliardi impegnati nel 2019 (+10% rispetto all’anno precedente) hanno già predisposto gli strumenti per resistere meglio a fenomeni di dimensione planetaria, come il cambiamento del clima, la crisi sanitaria, i rischi digitali di sistema. In pratica hanno investito, per usare un termine di gran moda, sulla “resilienza”, oggi centrale del PNRR nazionale, il Piano nazionale recupero e resilienza – appunto -, che indirizzerà l’utilizzo delle risorse del Recovery Fund europeo.

È quanto emerge dai dati della nona edizione dello studio “Le performance delle utility italiane. Analisi delle 100 maggiori aziende dell’energia, dell’acqua, del gas e dei rifiuti” presentato questa mattina da Alessandro Marangoni, CEO di Althesys e capo del team di ricerca, nel corso del Top Utility 2021, l’evento organizzato in collaborazione con Utilitalia che fa il punto dello stato dell’arte nei settori acqua, energia e rifiuti, atteso dagli operatori anche per i premi alle migliori società dei servizi pubblici.

L’azienda migliore quest’anno è risultata IREN; i premi tematici sono andati a Marche Multiservizi, AIMAG, Gruppo CAP, Acque Spa, Contarina, Gruppo Hera e Gori (Gruppo Acea).

“Il settore dei servizi pubblici – rileva l’economista Alessandro Marangoni, CEO di Althesys mostra, anche in questo momento di crisi, alcuni chiari segnali di trasformazione. Il più importante è legato all’impegno delle imprese verso gli obiettivi della sostenibilità, il secondo punta allo sviluppo delle infrastrutture e alla digitalizzazione che concorrono all’aumento della resilienza del sistema. In un quadro che è ancora disomogeneo, le utility italiane si confermano elemento portante del sistema economico e giocano un ruolo cruciale nel rilancio dell’Italia”.

“Investimenti, sostenibilità e resilienza – commenta la presidente di Utilitalia, Michaela Castelli sono i tre assi portanti sui quali si sta muovendo il mondo delle utilities. Lo studio evidenzia come quanto più le imprese sono qualificate e orientate a un approccio industriale, tanto più crescono gli standard di qualità dei servizi offerti ai cittadini. Grazie a un importante piano di investimenti su cui le nostre aziende si sono già impegnate e con l’auspicabile sostegno del Recovery fund, il contributo delle utility alla ripresa del Paese in chiave sostenibile può diventare decisivo”.

 L’edizione Top Utility di quest’anno è stata promossa da Althesys in collaborazione con Amazon Web Service, RSE e Utilitalia.

 

PREMI A IREN, HERA E AIMAG

Il premio Top Utility Assoluto è stato assegnato a Iren per gli ottimi risultati ottenuti in tutte le aree oggetto di indagine, con particolare riferimento al rapporto con gli stakeholder, all’attenzione alla sostenibilità, alla trasparenza e alla comunicazione. Premiata inoltre la capacità di sviluppare un percorso di crescita armonico, ampliando attività e territori, mantenendo un efficace rapporto con i consumatori e migliorando la qualità dei servizi.

Il riconoscimento è una testimonianza dell’importante percorso di sviluppo condotto dal Gruppo negli ultimi anni, con un focus sempre più marcato sulla sostenibilità e caratterizzato da una crescita sul territorio nazionale accompagnata da un costante impegno e attenzione alla qualità del servizio sui territori grazie a investimenti in costante crescita anno dopo anno” afferma Massimiliano Bianco, Amministratore Delegato di Iren.

Attenzione alla parità di genere, tutela della diversità e dell’inclusione: con queste motivazioni, il Gruppo Hera è stato premiato con il primo posto nella categoria Diversityper l’impegno nelle politiche a favore della diversità, dell’inclusione e della responsabilità sociale”. Il Top Utility nella categoria Diversity è un riconoscimento per le numerose iniziative che il Gruppo ha messo in campo, applicate non solo alla cultura aziendale ma anche alla gestione e allo sviluppo delle risorse umane.
Un esempio sono i sistemi meritocratici progettati e misurati per garantire una reale applicazione, con strumenti di compensazione e benefit focalizzati su performance, complessità di ruolo e confronto con il mercato, a prescindere da caratteristiche di genere o generazione, e percorsi di carriera che vedono una percentuale crescente di donne con ruoli di responsabilità, pari oggi a circa il 30%.

Infine, Aimag ha ricevuto il primo premio nella categoria Comunicazione per aver saputo raccontare al meglio la propria attività attraverso i media tradizionali e il web. Aimag si è posizionata inoltre tra le migliori cinque multiutilities per ricerca e innovazione.

Le categorie dei premi sono AWS – Sostenibilità, RSE – Ricerca e Innovazione, Performance Operative, Consumatori&Territorio, Comunicazione, Diversity, Sud.

Ritratto di un settore ancora frammentato, nel quale spiccano i leader

Con oltre 102 miliardi di ricavi, pari al 6% del PIL italiano 2019, e più di 153.000 addetti, le Top 100 si confermano realtà di grande rilevanza sia economica che sociale; resta però immutato il quadro di forte frammentazione, nel quale le grandi multiutility con ricavi superiori al miliardo sono solo il 12% del totale, mentre più della metà delle imprese (il 54%) è costituito da monoutility con meno di 100 milioni di fatturato. Lo studio indica che le principali utility sono in prevalenza con capitale interamente pubblico (62%) o capitale misto (25%); poche le quotate (9%) e ancora meno quelle private (4%). Le Top 100 coprono la metà dell’energia elettrica generata in Italia (51,6%) e quasi tre quarti delle vendite finali (73,6%), oltre al 36,7% dei volumi di gas distribuiti e il 57,4% di quelli venduti; infine, il 61,8% dell’acqua distribuita e il 36,7% dei rifiuti urbani raccolti.

 Economics & investimenti, vincono le multiutility

Il 2019 ha evidenziato dati sostanzialmente stabili in termini di fatturato aggregato, ma variati per settore: il comparto delle monoutility elettriche segna un calo del 3,6% rispetto all’anno prima per la flessione dei prezzi nei mercati energetici.

Buone, invece, le performance degli altri settori: in particolare, le multiutility mettono a segno un aumento del 10%, mentre le aziende attive nell’idrico crescono del 6,3%. Anche il settore del waste management chiude il 2019 con un aumento del valore della produzione (+3,3%). L’analisi nel tempo della redditività mostra un settore idrico in lieve aumento (+1,3%), mentre sono in calo multiutility e rifiuti, rispettivamente del -4% e -2,3%.


Capitolo investimenti
– Le risorse impiegate in impianti, reti ed attrezzature hanno raggiunto i 7,2 miliardi, (+10% a perimetro omogeneo sul 2018). Questo valore corrisponde allo 0,4% del PIL italiano del 2019 e al 2,2% degli investimenti fissi lordi. Con oltre 3 miliardi di euro, quelli nel settore elettrico sono sempre la quota principale (42,2%), anche se in calo del 2% sul 2018. Cresce il peso delle multiutility, che nel 2019 hanno investito oltre 2,7 miliardi (+23,3% sul 2018). Le monoutility idriche hanno investito più di 1,2 miliardi (+23,4%), mentre il gas si è attestato su livelli analoghi ai precedenti (91,1 milioni, +1,4%). Forte calo per il settore dei rifiuti (-33,8%).

 

Ricerca: si spende in resilienza e sicurezza

L’innovazione e la ricerca si confermano strategiche per le utility. Sebbene l’incidenza sul fatturato sia ancora limitata, la quasi totalità (95%) delle imprese dichiara di svolgere attività di ricerca. Oltre 138 i milioni investiti in ricerca, dedicati primariamente alle aree dell’Information Technology e della sostenibilità. In particolare, la sicurezza informatica sta rapidamente diventando una delle preoccupazioni più pressanti per le utility: negli ultimi tre anni, le Top100 hanno subito oltre 260 attacchi, e i trend di digitalizzazione aumenteranno l’esposizione. In futuro, gli investimenti in quest’area saranno in aumento per la larga maggioranza delle utility (86,5%) mentre solo un 10% circa ritiene che rimarranno stabili.

 

Sostenibilità, utility sempre più attente ai rischi del clima che cambia

La crescita di eventi climatici estremi costringe le utility a sviluppare adeguate capacità per fronteggiarli. Il 73% delle società analizzate dichiara che il budget dedicato alla resilienza aumenterà nei prossimi anni, mentre per il 23% rimarrà stabile.

I principali fattori di rischio riconducibili al climate change sono soprattutto le precipitazioni intense (15,19%), le alluvioni (13,92%) e i temporali (12,02%), seguiti da siccità (11,39%), ondate di calore (7,59%) e frane (6,69%).

La resilienza è stata inserita nei piani di sviluppo dalla totalità delle società elettriche (il 57% delle quali ha segnalato un aumento della frequenza dei fenomeni ad alto rischio) e dal 71% delle altre.

Progetti finalizzati ad incrementare la resilienza sono operativi per il 21,4% delle Top 100, in corso di realizzazione per il 33,3% e programmati per il 28,6%. L’attenzione alla sostenibilità trova conferma anche nel rapporto di sostenibilità, principale strumento di rendicontazione non finanziaria, prodotto dal 53% delle Top 100 nel 2019.

 

Servizi e soddisfazione dei clienti

La qualità dei servizi si mantiene piuttosto stabile; il settore idrico e quello dei servizi ambientali, caratterizzati negli ultimi anni da continui miglioramenti, confermano i buoni risultati finora ottenuti, senza però consistenti nuovi progressi, anche se la depurazione rimane, perfino per le Top 100, l’anello debole della catena idrica. Cala ancora, sebbene di poco, la percentuale di utenti collegata

ai depuratori (l’83% contro l’85% del 2018).

Situazione sostanzialmente stabile per le monoutility del gas, che incrementano l’efficienza, a fronte però di meno controlli sulla rete, così come nella gestione rifiuti.

Lievi arretramenti, invece, per le società dell’energia elettrica.

Emerge un complessivo miglioramento nei rapporti con i clienti e con gli altri stakeholder locali con la crescita dell’indice di soddisfazione dei clienti (ICS), che passa dal 85,3 registrato nella scorsa edizione all’86,8.

Risorse umane e inclusione

Le risorse umane sono un fattore chiave per le utility e la formazione continua ad avere un ruolo di rilievo: in media, l’86% dei dipendenti delle Top 100 è soggetto a formazione, contro una media nazionale del settore utility del 37,6%.

Diversità e inclusione stanno poi diventando sempre più rilevanti anche per le imprese di servizi. Il 17% delle aziende ha promosso politiche su questi temi e il 23% ha preso un impegno pubblico circa il rispetto degli obiettivi ONU per lo sviluppo sostenibile o i principi del Global Compact.