Esternalizzazione dei servizi: la Regione chiede al Governo di modificare l’art. 177 del Codice Appalti

PDFStampa

Occupazione a rischio, aumento dei costi per le famiglie, gestori costretti formulare processi organizzativi interni e di gestione che potrebbero andare a discapito della continuità e della qualità di servizi essenziali come la distribuzione di energia elettrica e del gas, nonché della gestione dei rifiuti.

Sono gli scenari che, con l’entrata in vigore dell’articolo 177 del Codice degli appalti, potrebbero prefigurarsi secondo la Regione, che martedì 29 giugno, con l’assessore allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, ha scritto al ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, affinché il Governo riveda la norma che prevede l’obbligo per i concessionari di affidare a terzi, mediante procedure a evidenza pubblica, una quota pari all’80% dei contratti di lavoro, servizi e forniture riferiti alle concessioni. Impatto preoccupante soprattutto in Emilia-Romagna per le dimensioni e il radicamento sul territorio delle aziende multiservizi, che con l’obbligo di esternalizzazione si “svuoterebbero” di fatto della loro attività e funzioni diventando meri soggetti appaltatori.

Chiediamo al Governo di agire per modificare la legge– afferma Colla-. È forte la preoccupazione tra le lavoratrici e i lavoratori delle aziende che gestiscono i servizi pubblici essenziali della distribuzione dell’energia elettrica, del gas e della raccolta rifiuti. Condivido la preoccupazione delle Organizzazioni sindacali e delle Associazioni imprenditoriali di settore- prosegue l’assessore rivolgendosi all’Esecutivo- poiché, come si può facilmente prevedere, l’appalto di almeno l’80% delle attività svolte oggi dal personale interno determinerà forti rischi per la tenuta dell’intero sistema, mettendo a rischio il patrimonio di conoscenze acquisite e gli investimenti futuri con inevitabili ricadute sui livelli occupazionali”.

Per l’assessore Colla, “in una fase così delicata come quella che sta vivendo il nostro Paese, l’applicazione della norma smembrerebbe un patrimonio consolidato a favore di una frammentazione del sistema delle imprese, aumentando notevolmente il rischio di infiltrazioni mafiose e minando anche il contratto nazionale e trasformando il settore in una giungla. Le multiutility a partecipazione pubblica si trasformerebbero in poco più che committenti, con grosse incognite per il loro personale”.

Oggi, soprattutto in Emilia-Romagna, le dimensioni di queste aziende e il loro radicamento sul territorio garantiscono un ottimo livello di sicurezza del servizio e del lavoro in generale -conclude Colla- ed è mio convincimento che debbano continuare ad avere spalle robuste per poter competere in questa fase, al fine di determinare filiere sostenibili e di qualità”.

(comunicato Regione Emilia – Romagna)