Decreto Recovery, le principali novità

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Il nuovo Dl Recovery, approvato in Cdm lo scorso 26 ottobre, è stato firmato venerdì 5 novembre dal Presidente della Repubblica ed è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale sabato 6 novembre (Decreto-legge 6 novembre
2021 n°152).  Rispetto alla versione approvata in Cdm, il Dl 152/2021 è stato arricchito di :
• un Fondo per l’attuazione delle misure del PNRR di competenza del Mipaaf che disporrà complessivamente di 4,5 milioni di euro per il triennio 2021-2023 per avvalersi di supporto tecnico- operativo di società a prevalente partecipazione pubblica e da enti vigilati;
l’assegnazione di 152 unità che dovranno garantire supporto qualificato anche alla struttura di missione per il Piano istituita presso il Mite (articolo 34). Gli esperti saranno selezionati per titoli, competenze ed esperienza professionale e mediante un colloquio telematico;
• la previsione dell’emanazione di un decreto del PCM, che sarà adottato di concerto con il MEF a seguito dell’intesa in Conferenza unificata, per ripartire 800 milioni destinati a nuovi interventi pubblici per ridurre il rischio idrogeologico;
• l’istituzione, presso il Dipartimento per gli Affari regionali, di un nucleo specifico per il coordinamento delle iniziative del PNRR tra Stato e Regioni che avrà il compito di curare l’istruttoria di tavoli tecnici di confronto settoriali con le amministrazioni territoriali;
• la tabella con la ripartizione dei 2,7 miliardi di risorse assegnate dal Recovery e dal Fondo complementare ai piani integrati delle città metropolitane. Napoli è la città che riceverà più fondi con 351,2 milioni seguita da Roma (330,3 milioni), Milano (277,2 milioni) e Torino (233,9 milioni).

Altre misure riguardano il settore acqua. Sono infatti previste sanzioni più severe per chi utilizza acqua pubblica senza un provvedimento autorizzativo o concessorio dell’autorità competente. La normativa vigente prevede una sanzione amministrativa da 3mila a 30mila euro; il testo alza le soglie da 4mila a 40mila. Ad oggi, inoltre, nei casi di particolare tenuità si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 300 a 1.500 euro; in questo caso si passa da 400 a 2.000 euro.

Inoltre, le domande di utilizzazione d’acqua a fini irrigui, nel corso del procedimento di rilascio del relativo titolo, si provvede alla valutazione d’impatto, anche cumulativo.

Il testo prevede inoltre il divieto di espandere il sistema irriguo esistente, anche se finalizzato a conseguire obiettivi di efficienza, se i corpi idrici interessati sono in uno stato inferiore al buono o si prevede, all’esito di una documentata analisi, che lo saranno in base ai cambiamenti climatici, anche con riferimento alla concentrazione di sostanze inquinanti nella specifica evoluzione temporale.