Con decreto del ministero della transizione ecologica 17 maggio 2022, pubblicato il 23 giugno 2022, sono stati approvati i criteri di riparto delle risorse destinate a investimenti per le reti fognarie e la depurazione delle acque, nonché i criteri di ammissibilità delle proposte.
In particolare sulla Missione 2, Componente 4, Investimento 4.4 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è previsto un budget di 600 milioni di euro finalizzato a sanare e prevenire carenze nel settore fognario depurativo: 240 milioni di euro destinati a interventi da realizzarsi nelle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia); il restante 60 per cento delle risorse, pari a 360 milioni di euro, è destinato a interventi da realizzarsi nelle regioni e province autonome del Centro Nord (Valle d’Aosta, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Provincia autonoma di Trento e Provincia autonoma di Bolzano).
Le risorse sono assegnate mediante procedura concertativo-negoziale formalizzata con la sottoscrizione di accordi di programma tra le parti interessate, ossia il ministero della transizione ecologica (Mite), le regioni o le province autonome e gli enti di governo degli ambiti territoriali ottimali (Egato). L’articolo 4 del decreto ministeriale prevede che le Regioni e le Province autonome acquisiscano dai rispettivi Egato (e quindi per la Regione Emilia-Romagna da ATERSIR) – identificati come soggetto proponente – le proposte da ammettere a finanziamento, con le relative schede progettuali. Il finanziamento richiesto per ciascun intervento non potrà essere inferiore a 1 milione di euro.
All’esito degli accertamenti, relativi alla presenza degli elementi richiesti dal decreto, da parte del MITE e dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA), con successivo decreto, sarà individuato l’elenco degli interventi ammessi al finanziamento a cui seguirà la sottoscrizione degli Accordi di programma.
Come previsto dall’art. 8, inoltre, nel caso in cui dall’accertamento istruttorio o a seguito di revoca del finanziamento, risultino risorse non assegnate o revocate, si potrà procedere alla riallocazione delle stesse sulla base di una valutazione effettuata dal Mite sugli interventi inseriti negli elenchi proposti che risultassero parzialmente finanziati o non finanziati, in modo da assicurare il completo utilizzo dei fondi.
La proposta, con i relativi allegati, deve essere caricata sul portale del MiTE tramite apposita piattaforma dedicata che sarà accessibile entro trenta giorni dalla pubblicazione del decreto in parola.
Il DM è corredato da un allegato, che riporta, tra l’altro, la ripartizione delle risorse e il modello della scheda progettuale.