Si intitola Scenari e prospettive dell’idrogeno verde in Emilia-Romagna il documento redatto da Art-ER, Clust-ER Green Tech e Nomisma dedicato a questa nuovo vettore energetico si è posto l’obiettivo di ampliare il quadro conoscitivo, intervistare i principali attori e comprendere meglio potenzialità e limiti per i diversi sistemi produttivi.
Nell’introduzione l’assessore allo sviluppo economico Vincenzo Colla scrive: “La transizione ecologica non può prescindere dall’idrogeno verde. Lo ha indicato chiaramente l’Europa, che ha individuato nell’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili un vettore energetico fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione ed emissioni zero entro il 2050. Anche la transizione ecologica italiana fa affidamento sulla diffusione dell’idrogeno verde, tanto che il Pnrr mette a disposizione 3,6 miliardi per gli investimenti sulla filiera dell’idrogeno”.
Interesse dalla filiera della mobilità e della logistica
Nel rapporto, reso disponibile online, si legge che in “Emilia-Romagna, sulla base di un’indagine
qualitativa rivolta ad un campione di 45 imprese innovative, l’interesse nei confronti del vettore energetico idrogeno verde trova al momento una prima filiera di interesse nella mobilità, soprattutto trasporto pubblico locale e logistica, quindi negli usi industriali per la produzione di energia, soprattutto nelle industrie hard to abate. Nella filiera della mobilità, in particolare, alcune aziende regionali nella componentistica delle stazioni di rifornimento occupano posizioni di leadership”.
Criticità più economiche che tecnologiche
Le imprese intervistate hanno evidenziato che uno degli aspetti più critici da affrontare per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde non è strettamente legato alla tecnologia, ma rimane quello della sostenibilità economica, in quanto la produzione di idrogeno verde comporta non solo ingenti investimenti in conto capitale (elettrolizzatori) ma anche elevati costi operativi, legati al costo dell’energia elettrica.
Le stime sui consumi al 2030 e 2050
Secondo i diversi scenari disegnati al 2030 l’incidenza dell’idrogeno sui consumi energetici regionali finali è “piuttosto ridotta, 2% e 4% rispettivamente nello scenario base e ambizioso,. Nello scenario base, l’idrogeno arriva a coprire l’8,5% dei consumi finali solo nel 2050, mentre in quello ambizioso, già al 2040 l’incidenza dell’idrogeno sui consumi finali è dell’9,5%, per raggiungere il 31% nel 2050“.
Secondo questi scenari previsionali e la roadmap delle possibili filiere, a livello regionale la transizione verso l’idrogeno può già partire grazie alla possibilità di veicolarlo in forma miscelata nelle reti di trasporto e distribuzione del gas naturale esistenti. Le aziende pubbliche di trasporto potranno nel
breve termine avviare una domanda di idrogeno rinnovando la flotta autobus extraurbani (o mini-flotte) o treni (in particolare in tratte non elettrificabili) sostituendo mezzi tradizionali a combusti-
bili fossili con mezzi ad idrogeno disponibili già sul mercato.
Il rapporto si articola in un monitoraggio sulle misure di supporto allo sviluppo dell’idrogeno a livello
europeo e nazionale. Segue il capitolo dedicato agli scenari previsionali del mercato dell’idrogeno in Emilia-Romagna che si articola in tre parti: Distribuzione settoriale dei consumi dell’idrogeno, confronto internazionale; sviluppo dell’idrogeno a livello nazionale e regionale; considerazioni sullo scenario regionale. La parte finale è dedicata all’indagine qualitativa nelle imprese innovative Emiliano-Romagnole.
(Fonte. Regione Emilia-Romagna.it)