Entro il 2030 il 15% delle materie prime critiche considerate strategiche per l’Ue dovrà provenire dal riciclo. Il target fissato dalla Commissione europea nel Critical Raw Materials Act presentato ieri promette di dare una spinta alla progettazione circolare di prodotti tecnologici ma anche agli investimenti in nuovi e più avanzati processi di recupero dei rifiuti. L’obiettivo è garantire maggiore autonomia strategica all’industria dell’Ue, riducendo la dipendenza dai fornitori esteri di risorse come litio, cobalto, platino e ‘terre rare’, indispensabili per la transizione ecologica e digitale. La proposta di regolamento presentata da Bruxelles (che andrà approvata da Consiglio e Parlamento) vincolerà gli Stati membri ad adottare specifici programmi nazionali per aumentare i tassi di raccolta dei rifiuti ricchi in CRM ma non regolati da apposte discipline di settore, il loro riciclo e l’uso di CRM secondarie nelle nuove produzioni, inclusa la definizione di criteri ambientali minimi per gli acquisti pubblici. Sarà la Commissione, si legge nella proposta di regolamento, a specificare l’elenco minimo “di prodotti, componenti e flussi di rifiuti che debbano essere considerati come aventi un elevato potenziale in termini di recupero di materie prime critiche”.
In tema di progettazione, uno specifico atto delegato adottato dall’Ue definirà parametri per il design circolare dei magneti permanenti che contengono ‘terre rare’ pesanti, “raffinate esclusivamente in Cina”, ricorda l’Ue, mentre meno dell’1% viene riciclato dagli Stati membri. Chiunque immetta sul mercato prodotti contenenti magneti permanenti dal peso superiore a 0,2 kg dovrà indicare la quota di CRM secondarie utilizzate per produrli (obbligatorio per neodimio, disprosio, praseodimio, terbio, boro, samario, nichel e cobalto) mentre a partire dal 2030 la Commissione potrà definire contenuti minimi di CRM riciclate da utilizzare per le nuove produzioni. Per flussi specifici il cui fine vita è già regolamentato a livello Ue, come veicoli fuori uso, apparecchiature elettriche ed elettroniche e batterie, la Commissione lavorerà invece all’introduzione di nuovi obblighi di progettazione e di riciclo nell’ambito della revisione delle rispettive discipline di settore, destinando inoltre 200 milioni di euro alla realizzazione di dieci nuovi ‘Hubs for Circularity’. In più, Stati membri e operatori del settore estrattivo dovranno fornire valutazioni sul potenziale in termini di recupero di CRM del trattamento dei rifiuti da estrazione nei siti operativi e in quelli dismessi ma con materiali ancora stoccati.
Il CRMA ha incassato il plauso delle imprese europee del riciclo, secondo cui la proposta di regolamento avanzata dalla Commissione è “un passo nella giusta direzione, verso la riduzione della dipendenza dai CRM al di fuori dell’Ue e il miglioramento della resilienza e della sicurezza della catena di approvvigionamento dell’Unione”, scrive in una nota l’associazione europea EuRIC, invitando però la Commissione a rafforzare lo strumento dei livelli di contenuto minimo riciclato per rilanciare il mercato dei materiali secondari nell’Unione. “L’inclusione di un obiettivo di contenuto riciclato per i magneti permanenti è un buon inizio, ma deve essere esteso ad altri prodotti finali che utilizzano CRM” ha osservato Emmanuel Katrakis, segretario generale di EuRIC. L’associazione chiede di non considerare il CRMA come “isolato dall’ampia gamma di altre iniziative legislative dell’Ue che potrebbero sopprimere o promuovere il riciclaggio e l’economia circolare”, come il regolamento ecodesign allo studio delle istituzioni europee o l’imminente revisione delle direttive su raee e veicoli a fine vita.
(Articolo pubblicato su Riciclanews.it)