Imballaggi, approvata risoluzione critica su regolamento UE

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PROPOSTA DI REGOLAMENTO UE SUGLI IMBALLAGGI

Il ricorso allo strumento del regolamento anziché a quello della direttiva, l’eccessivo sbilanciamento verso il riutilizzo a danno del riciclo e le carenze nella valutazione d’impatto, sia sul piano ambientale che socio-economico. Sono queste alcune delle considerazioni che la commissione Politiche Ue del Senato ha inserito nella risoluzione approvata martedì 18 aprile nella quale contesta la proposta di regolamento europeo sugli imballaggi perché “viola i principi di sussidiarietà e proporzionalità”. L’esame del testo si è concluso anche nella omologa della Camera.

Intanto, prosegue l’esame, in sede consultiva, presso le Commissioni Ambiente e Attività Produttive alle Camera dove arrivate 81 richieste di audizione.  A queste occorre aggiungere 17 richieste in via autonoma. Viste l’alto numero di richieste avanzate e il termine per l’esame del provvedimento – il 14 giugno – le presidenze hanno chiesto ai gruppi di valutare la possibilità di ridurre il numero delle richieste di audizioni. 

Il Parlamento UE sarebbe comunque a chiedere la revisione degli obiettivi di riutilizzo degli imballaggi definiti dalla Commissione Ue. Leggi qui

Ecco intanto  i principali contenuti della risoluzione approvata questa settimana.

MANTENIMENTO DELLO STRUMENTO DELLA DIRETTIVA

Innanzitutto, nella proposta di risoluzione si esprimono perplessità sulla scelta “di un regolamento in sostituzione della direttiva” in quanto “non necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo di armonizzazione delle normative nazionali in materia di imballaggi, ai fini di sostenibilità ambientale e di miglioramento del funzionamento del mercato europeo degli stessi”. Per questo, dalla 4a commissione viene avanzata la proposta di una “revisione” della vigente direttiva 94/62/CE che, “consentiva agli Stati membri di compiere scelte politiche, come per esempio quella dell’Italia di sviluppare maggiormente il riciclaggio rispetto al riutilizzo, per il miglior raggiungimento degli obiettivi di una crescita economica ambientalmente sostenibile”.

NUOVA BASE GIURIDICA E NODO ATTI DELEGATI

Per “beneficiare di una maggiore flessibilità nella definizione delle misure di attuazione delle norme europee”, dalla quarta di Palazzo Madama arriva poi il suggerimento di inserire una seconda base giuridica, oltre a quella sul mercato interno, sulla politica ambientale dell’Ue. Si rimarca, tuttavia, l”eccessivo ricorso agli atti delegati”, all”interno della proposta: “le numerose deleghe previste – si legge nel testo della risoluzione – sono prive di chiari criteri direttivi volti a delimitarne gli obiettivi, il contenuto, la portata e i tempi di esercizio, determinando un forte grado di incertezza normativa, che non consente alle imprese di poter pianificare e investire per tempo nella conferente attività industriale e commerciale”.

CARENZE IN VALUTAZIONE IMPATTO

Non mancano rilievi critici sulla valutazione d’impatto svolta dalla Commissione Ue che, secondo la risoluzione “non sarebbe sufficientemente basata su dati scientifici e non in grado di dimostrare che l’armonizzazione prospettata nella proposta possa garantire la ‘just transition’ verso modelli più sostenibili di produzione e gestione degli imballaggi e rifiuti di imballaggio. Nel testo si fa riferimento al caso dell’Italia, “fortemente impegnata nell’economia circolare, con un modello di gestione dei rifiuti di imballaggio di eccellenza a livello europeo, e un tasso di riciclo di oltre il 70%, grazie alle quasi 800 mila aziende impegnate nel settore degli imballaggi, con oltre 6,3 milioni di dipendenti e un fatturato di circa 2 mila miliardi di euro”. Dei risultati, questi ultimi, che potrebbero venire meno con le nuove disposizioni che “rischiano di produrre un impatto fortemente negativo in termini economici e occupazionali”.

SBILANCIAMENTO SU “RIUTILIZZO”

Il mancato rispetto del principio di “proporzionalità” nella proposta di regolamento Ue, secondo la 4A commissione del Senato, riguarderebbe in particolare l’eccessivo “sbilanciamento della proposta di regolamento in favore di soluzioni di riutilizzo, a discapito delle attività di riciclo, senza fornire un’adeguata evidenza scientifica a sostegno”. Il riutilizzo, viene sottolineato, non garantisce sempre il risultato migliore” e spesso “implica procedure inquinanti connesse con la necessaria sanificazione e sterilizzazione dell’imballaggio” con il rischio di “ricadute a danno della salute pubblica, soprattutto nel settore dell’alimentazione, in violazione del principio di neutralità tecnologica”.

I RILIEVI “FORTEMENTE CRITICI”

Sono numerose le valutazioni “in senso fortemente critico”, inserite nella risoluzione, in relazione alla sproporzione della proposta Ue in favore della via del riutilizzo. A partire dall”obbligo di istituire sistemi di deposito cauzionale (DRS – Deposit return system) per alcune tipologie di rifiuto di imballaggi (bottiglie per bevande in Pet con capacità fino a tre litri e lattine in alluminio per bevande con capacità fino a tre litri). Così pure le restrizioni imposte all’utilizzo di imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile in alternativa ad alcuni imballaggi monouso in plastica tradizionale. Criticata anche la previsione di elevati obiettivi di riutilizzo senza concedere alternative per gli Stati membri che – come l’Italia – hanno elevati tassi di riciclo: prospettiva, si sottolinea, che “metterebbe fuori mercato imballaggi sicuri e riciclabili ed escluderebbe soluzioni, materiali e tecnologie sulle quali si è già investito molto”. E ancora: le restrizioni di mercato per determinati formati di imballaggio monouso, che impatterebbero molto pesantemente su alcune filiere come l’agroalimentare nelle quali gli imballaggi monouso sono fondamentali per la protezione e conservazione degli alimenti. L’obbligo di compostabilità dell’etichettatura dei prodotti ortofrutticoli appare invece “una misura sproporzionata,” per via ” dei pesanti oneri di adeguamento a fronte di scarsi vantaggi ambientali”. Mentre desterebbe “perplessità” l’introduzione della “riciclabilità degli imballaggi primari, a contatto con i farmaci, a partire dal 2035, essendo elevato il rischio di contaminazione, in particolare nel caso di sostanze altamente potenti o mutagene come gli agenti citotossici”. In questo senso, il confezionamento primario dei medicinali, viene spiegato, dovrebbe quindi essere pienamente esentato dai requisiti di riciclabilità.

LE PROPOSTE

Non solo rilievi critici. Nella parte finale della risoluzione si propone nel dettaglio di trasformare alcuni obblighi con forme di incentivazione e di introdurre una clausola di esclusione, per consentire agli Stati membri di rispettare gli eventuali divieti o obblighi imposti a livello nazionale, per esempio in materia sanitaria. La proposta di regolamento, secondo la 4a commissione, potrebbe inoltre prevedere incentivi al riciclo chimico, soprattutto quello della termolisi sopra i 1.000 gradi, che è a zero emissioni di carbonio, con produzione di syngas e di idrogeno a costi competitivi. Infine, nel testo si chiede di valutare che gli oneri sull’industria, connessi con le norme sulla responsabilità estesa del produttore,” siano accompagnati da forme di promozione e incentivazione ai consumatori volte a evitare la dispersione dei rifiuti di imballaggio nell’ambiente”. (Public Policy)


DECRETO PNRR TER: VIA LIBERA DEFINITIVO DALLA CAMERA

Con 171 voti favorevoli, 112 contrari e 14 astenuti, la Camera ha approvato definitivamente il decreto. 

Con il via definitivo della Camera arrivato giovedì 20 aprile dunque, la governance del Pnrr passa ufficialmente a Palazzo Chigi. Il decreto legge, infatti, prevede una radicale revisione della cabina di regia del Piano accompagnata da un nutrito pacchetto di semplificazione e accelerazione degli investimenti e dal potenziamento e dal raccordo delle politiche di coesione con lo stesso Pnrr.

Il testo uscito dall’esame delle Camere è comunque un decreto omnibus, che contiene numerosi provvedimenti. Entrato al Senato già con 58 articoli è uscito dal Parlamento con 70 articoli complessivi e almeno 30 commi aggiuntivi. Tanti correttivi (approvati tutti al Senato) che hanno introdotte diverse novità. Tra le più rilevanti: potrà essere stabilizzato il personale di Regioni e Comuni che siano stati impiegati a tempo determinato per almeno 24 mesi nell’ambito di progetti europei (una misura che interessa soprattutto le aree del Mezzogiorno). Inoltre potranno essere spostate risorse dal Pnrr al Pnc in caso di programmi co-finanziati. Via libera inoltre al ritorno dei pensionati nella PA e nei vertici apicali dei ministeri da impegnare nei progetti PNRR.


DECRETO SICCITA’: ASSEGNATO ALLE COMMISSIONI AMBIENTE E INDUSTRIA DEL SENATO

Il dl Siccità, all’esame del Senato, sarà assegnato alle commissioni Ambiente e Industria. 

Da segnalare che, rispetto alla versione entrata in Cdm, è saltato l’iniziale art. 12 recante “Sospensione dei mutui, finanziamenti e canoni per concessionari di piccole derivazioni idroelettriche”. 

La disposizione, inserita nella bozza del dl, prevedeva la possibilità per i concessionari di piccole derivazioni a scopo idroelettrico, titolari di mutui o di finanziamenti erogati dalle banche, nonché dagli intermediari finanziari, di richiedere, per il periodo che intercorre fra il 1° maggio 2023 e il 31 ottobre 2023 e senza oneri aggiuntivi, la sospensione delle rate dei mutui o dei finanziamenti medesimi, optando per la sospensione dell’intera rata ovvero per la sospensione della sola quota capitale.

La versione definitiva del testo prevede inoltre che, al commissario straordinario per la scarsità idrica potrà essere riconosciuto un compenso, da determinarsi con il decreto di nomina, in misura non superiore a 100mila euro annui. Agli oneri della misura, il decreto provvede con una copertura di 77.409 per il 2023 (partendo dal 1° maggio) e di 132.700 per il 2024, comprensiva degli oneri a carico dell’amministrazione. 

In sede di conversione del decreto, il sindaco di Genova Marco Bucci, ha chiesto lo stanziamento di fondi per la realizzazione di un dissalatore, con un impianto che consenta anche di riutilizzare l’acqua dolce in uscita dai depuratori.

Nell’idea di Bucci, l’impianto potrebbe costare poco meno di 400 milioni e portare oltre Appennino fino a 80-90 milioni di metri cubi d’acqua all’anno, tra riutilizzo di quella depurata e acqua dissalata.


VARIE

Iniziative su energia e nucleare: l’Aula Camera ha iniziato esame mozioni

L’Aula della Camera ha iniziato il 17 aprile la discussione delle mozioni concernenti iniziative in materia energetica nel quadro del raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, con particolare riferimento all’energia nucleare (n. 1-00098 Daniela Ruffino – Az-IV, n. 1-00056 Sergio Costa – M5S, n. 1-00083 Alessandro Cattaneo (Nuova formulazione) – FI, n. 1-00116 Angelo Bonelli – AVS, n. 1-00118 Riccardo Zucconi – FdI e n. 1-00122 Christian Diego Di Sanzo – PD).

Iniziative contro la siccità: l’Aula Camera ha iniziato esame mozioni

L’Aula della Camera ha iniziato il 17 aprile la discussione delle mozioni riguardanti iniziative volte a contrastare il fenomeno della siccità (n. 1-00073 (nuova formulazione) Deborah Serracchiani – PD, n. 1-00064 Ilaria Fontana – M5S, n. 1-00081 (nuova formulazione) Daniela Ruffino -Az-IV, n. 1-00117 Angelo Bonelli – AVS e n. 1-00121 Cristina Almici – FdI).

 

Rassegna parlamentare a cura di MF