Decreto Fine tutela, al via l’esame in Commissione

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DECRETO FINE TUTELA, PREVISTO CICLO DI AUDIZIONI

La Commissione Attività produttive della Camera ha iniziato il 10 maggio l’esame, in sede consultiva, dello schema di decreto ministeriale concernente disciplina dei criteri e delle modalità per l’ingresso consapevole dei clienti domestici nel mercato libero dell’energia elettrica (Atto n. 44).  Il parere dovrà essere approvato entro il 24 maggio e la discussione in Commissione sarà preceduta da un breve ciclo di audizioni.

 Il relatore Luca Squeri (Forza Italia) ha poi illustrato in sintesi i contenuti del decreto, focalizzato sulle modalità di superamento della tutela per i clienti domestici elettrici dal gennaio 2024. Tra le altre cose, sono previste le aste per l’assegnazione del servizio a tutele graduali ma solo per i clienti non vulnerabili (quindi circa la metà dei 9,5 mln di domestici in tutela) ma con attivazione per tutti dal 1° aprile 2027 di un servizio che sarà solo di ultima istanza. Confermato il tetto antitrust del 35% e il meccanismo di opt-out al termine del servizio, con estensione anche alle Pmi (per le quali è prevista una nuova asta). Il cronoprogramma prevede “entro la prossima estate” la definizione da parte dell’Arera della procedura per le aste Stg, che verranno poi bandite da Acquirente Unico “al più tardi nel corso del prossimo autunno”. 


DECRETO BOLLETTE: CONCLUSO L’ESAME IN COMMISSIONE. IN AULA DAL 17 MAGGIO

Si è concluso in settimana l’esame degli emendamenti al dl Bollette, in esame nelle commissioni Finanze e Affari sociali alla Camera. Le due commissioni hanno dunque conferito ai due relatori, Guerino Testa (FdI) e Annarita Patriarca (FI), il mandato a riferire in aula dove il provvedimento approderà il 17 maggio. 

 Anche su questo provvedimento così come sul dl Ponte, è previsto il voto di fiducia in aula, programmato dalla capigruppo di Montecitorio per il prossimo 18 maggio, a cui seguirà il giorno successivo il voto finale. 


(Foto Agenzia Dire)

DECRETO SICCITA’: CHIUSO IL CICLO DI AUDIZIONI. I DUBBI DI ANCE E LEGAMBIENTE

 Prosegue l’esame in commissione Ambiente e Industria al Senato. Depositati in settimana gli emendamenti. Nel frattempo, si è concluso il ciclo di audizioni sul provvedimento, di cui sono relatori  Roberto Rosso (FI) e Giorgio Bergesio (Lega). Dubbi dal Mit sulla possibilità che “un altro commissario vada “ad aggiungersi ai presidenti delle Regioni in emergenza e ai commissari delle singole opere”. Mentre l’Ance ha espresso scetticismo sulla possibilità di applicare anche in questo caso il cosiddetto modello Genova: il decreto, spiegano, “serve a produrre uno snellimento delle procedure autorizzative e a velocizzare l’iter di realizzazione delle stesse. Pur comprendendo l’intento di velocizzare la possibilità di fare gli interventi, non condividiamo l’applicazione di deroghe molto ampie riconducibili al modello Genova. Il modello Genova va considerato un unicum e non può diventare qualcosa di ordinario perché non sarebbe destinato a funzionare”. Secondo Ance, dunque “per velocizzare gli interventi vanno semplificate le procedure a monte della gara. Per le fasi di affidamento e realizzazione delle opere è indispensabile seguire il codice dei contratti per un principio di concorrenza e una garanzia di corretta esecuzione”.

Critiche sono arrivate anche da Legambiente. I provvedimenti non propongono soluzioni per l’emergenza attuale e dei prossimi mesi ma scenari di medio e lungo periodo con soluzioni infrastrutturali. Non si mette in discussione il modello di gestione dell’acqua pianificando una riduzione dei prelievi ma si pensa a garantirla per gli usi attuali. Nella cabina di regia c’è un grande assente, l’Autorità di bacino, che dovrebbe avere pieni poteri per una visione di insieme”.dicono gli ambientalisti.

Nel decreto inoltre – hanno aggiunto – si dà molto spazio alla gestione attuale degli invasi, la situazione va presa di petto ma bisogna verificare che le procedure di caratterizzazione e svasamento degli invasi esistenti avvengano in modo corretto e non ci sia una sorta di deregulation. Quanto ai dissalatori sono utili in determinati contesti e in determinati periodi dell’anno ma non possono essere una soluzione sette giorni su sette per avere più acqua a disposizione. È un errore non solo per i costi energetici ma soprattutto perché ogni 10 litri di acqua di mare 4 diventano acqua dolce e 6 diventano salamoia”.

Intanto, la Lega ha presentato un emendamento in cui si chiede l’istituzione dell’ Albo nazionale delle fonti idriche “con lo scopo di attuare il censimento di ogni fonte o sorgiva, anche storica, presente su tutto il territorio nazionale non collegata alla rete idrica e sita in aree pubbliche o luoghi aperti al pubblico”. (Public Policy)


PROPOSTA DI REGOLAMENTO UE SU EMISSIONI VEICOLI PESANTI: IL PARERE DELLA COMMISSIONE UE CAMERA

La Commissione Politiche dell’UE della Camera ha concluso il 9 maggio l’esame, in sede consultiva, della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2019/1242 per rafforzare i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 dei veicoli pesanti nuovi e integrare gli obblighi di comunicazione, e abroga il regolamento (UE) 2018/956(COM (2023) 88 final). 

Parere XIV Camera


RISORSE PNRR PER PROGETTI REPOWER EU, APPROVATA MOZIONE DI MAGGIORANZA: ITALIA HUB ENERGIA E STRATEGIA PER TERRE RARE

L’ Aula della Camera ha concluso il 9 maggio la discussione delle mozioni concernenti iniziative in relazione al Piano REPowerEU e ai relativi investimenti in campo energetico nell’ambito del PNRR (n. 1-00100 Enrico Cappelletti – M5S, n. 1-00127 Piero De Luca – PD, n. 1-00130 Fabrizio Benzoni – Az-IV, n. 1-00131 Eleonora Evi – AVS e n. 1-00135 Gianluca Caramanna – FdI, Giorgia Andreuzza – Lega, Cristina Rossello – FI e Martina Semenzato – NM-MAIE).  

Via libera, con 174 voti a favore, 102 contrari e 15 astenuti alla mozione della maggioranza, a prima firma Gianluca Caramanna (FdI), su RepowerEu. Con il documento si impegna il Governo “a sostenere il processo di diversificazione dell’approvvigionamento energetico, che permetta di raggiungere una costante diffusione delle energie rinnovabili che gradualmente sostituiscano i combustibili fossili nelle case, nell’industria e nella generazione di energia elettrica”. Tra gli altri impegni, si chiede di “proseguire con i piani di realizzazione del cosiddetto ‘Piano Mattei’, allo scopo di rafforzare il processo di diversificazione delle forniture che renda l’Italia un hub energetico nel Mediterraneo, in grado di instaurare un proficuo rapporto di cooperazione e sviluppo con i paesi africani”. E “ad adottare una strategia per una politica nazionale delle materie prime, con particolare riferimento a quelle critiche e alle terre rare, in grado anche di rilanciare l’industria estrattiva nel territorio nazionale”. Nella mozione si impegna inoltre il Governo “a utilizzare le risorse del capitolo del RepowerEu, al fine di sostenere un processo graduale di riqualificazione energetica degli edifici, che tenga il piu’ possibile in considerazione le ipotesi di esoneri e di eccezioni in grado di tutelare le peculiarita’ della realta’ immobiliare italiana, costituita da numerosi centri storici dall’alto valore artistico e culturale”. Si chiede poi di “valutare l’applicazione di misure fiscali per favorire il risparmio energetico e la riduzione dell’uso dei combustili fossili, come interventi ad hoc per sostenere il teleriscaldamento e favorire l’utilizzo di biometano”; “a proseguire ulteriormente nel processo di semplificazione al fine di consentire il rispetto dei traguardi temporali che si impongono per la transizione e che dovrebbero essere considerati prevalenti”; a prevedere, in sede di revisione del Pniec, una adeguata valutazione dei processi di transizione, sia in termini di costi che di impatti sui cittadini e sulle imprese, nonche‘ la fissazione di step compatibili con il sistema economico-sociale nazionale”; e “a valutare l’utilizzo di un sistema di premialita’ per le imprese che, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, contribuiscono a favorire una rapida trasformazione del sistema energetico”.


ENERGIA NUCLEARE, L’AULA DELLA CAMERA HA APPROVATO MOZIONI

La Camera ha approvato una serie di mozioni in materia energetica nel quadro del raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, con particolare riferimento all’energia nucleare.

Via libera a tutti gli impegni della mozione di maggioranza (n. 1-00083 (ulteriore nuova formulazione) Alessandro Cattaneo – FI, Riccardo Zucconi – FdI, Gianpiero Zinzi – Lega e Martina Semenzato – NM-MAIE).  Il primo impegno impegna il Governo, “nel confermare l’obiettivo di emissioni al 2050“, a “partecipare attivamente in sede europea e internazionale a ogni opportuna iniziativa, sia di carattere scientifico che promossa da organismi di natura politica, volta ad incentivare lo sviluppo delle nuove tecnologie nucleari destinate alla produzione di energia con scopi civili”. Tra gli impegni, anche “valutare l’opportunità di inserire nel mix energetico nazionale anche il nucleare quale fonte alternativa e pulita per la produzione di energia”.

Inoltre, “ad adottare iniziative volte ad includere la produzione di energia atomica di nuova generazione all’interno della politica energetica europea, riaffermando in sede europea una posizione unitaria volta a mantenere nella tassonomia degli investimenti verdi la messa in esercizio di centrali nucleari realizzate con le migliori tecnologie disponibili”.

Per “assicurare al Paese la sicurezza energetica e il rapido raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione”, la mozione impegna il Governo “a porre in essere ogni utile iniziativa di sperimentazione, anche in sinergia con altri Paesi europei, nel rispetto dei migliori standard raggiunti in ambito internazionale”. E ancora, “a considerare l’opportunità strategica di intensificare la ricerca inerente gli Smr e Mmr in Italia, favorendo l’incontro delle nostre migliori competenze in campo ingegneristico nucleare, tecnico, tecnologico e industriale, al fine di accelerare il processo di decarbonizzazione dell’industria energivora italiana e di assicurare al Paese la sicurezza energetica necessaria allo sviluppo civile ed economico”. 

Tra gli altri impegni, anche “proseguire l’impegno nella ricerca scientifica e, al fine di formare nuovo capitale umano altamente qualificato nel settore, ad adottare ogni iniziativa utile a sostenere le università italiane in questo percorso; ad intervenire con apposite iniziative normative per apportare le modifiche necessarie a rendere la governance e l’organizzazione dell’Ispettorato per la sicurezza nucleare e la radioprotezione-Isin coerente con la sua natura giuridica di autorità indipendente, e a potenziarne le funzioni di regolamentazione, di vigilanza e controllo, e l’operatività tecnica con adeguate risorse economiche e di personale, al fine di dare piena e completa attuazione alle direttive Euratom; ad adottare iniziative per istituire idonei percorsi di ricerca e sviluppo al fine di recuperare il ruolo dell’Italia nel campo dello studio e dello sviluppo tecnico in materia nucleare, anche attraverso convenzioni con atenei e centri di ricerca per la creazione di appositi percorsi di formazione universitaria, di ricerca e sviluppo delle competenze”. 

Infine: “favorire una campagna di informazione oggettiva, basata su rigore scientifico, al fine di evitare opposizioni preconcette, con la consapevolezza che il problema dell’accettazione sociale rappresenti una tappa essenziale per la realizzazione di qualsiasi impianto energetico, anche prevedendo ex ante misure di compensazione ambientale e sociale per enti e territori, ove venissero realizzati impianti sul suolo nazionale; sostenere la ricerca sulla fusione a confinamento magnetico, lungo il solco già tracciato dai citati progetti, anche tenendo conto della valutazione dell’Unione europea sulla tassonomia del nucleare e sulla sancita possibilità per gli Stati di finanziare i progetti di ricerca in merito e prevedendo incentivi alla ricerca tecnologica sui reattori a fissione nucleare innovativi tra cui i reattori modulari di piccole dimensioni e sulla fusione nucleare; valutare in quali territori al di fuori dell’Italia la produzione di energia nucleare possa soddisfare il fabbisogno nazionale di energia decarbonizzata e a valutare l’opportunità di promuovere e favorire lo sviluppo di accordi e partnership internazionali tra le società nazionali e/o partecipate pubbliche e le società che gestiscono la produzione nucleare al fine di poter soddisfare il suddetto fabbisogno nazionale”. 

Accolti anche gli impegni della mozione Az-Iv. (n. 1-00098 Daniela Ruffino).

Tra questi, “adottare iniziative volte a procedere celermente alla localizzazione e realizzazione del deposito nazionale per i rifiuti radioattivi, al fine di consentire lo smaltimento in totale sicurezza di tutti quelli prodotti in Italia, evitando di prolungare ulteriormente il loro stoccaggio in numerosi depositi temporanei sparsi sul territorio e permettere il rimpatrio dei rifiuti attualmente custoditi all’estero con notevole risparmio di denaro pubblico; ad adottare ogni iniziativa di carattere legislativo e normativo per favorire la diffusione nel nostro Paese di tutte le tecnologie a bassissima emissione di anidride carbonica incluse nella tassonomia europea, valorizzando le caratteristiche di ciascuna, inclusi reattori a fissione della migliore tecnologia disponibile, ovvero la terza generazione evoluta e successivamente ogni ulteriore sviluppo, dai reattori di piccola taglia modulari a quelli di quarta generazione, in modo che, nel più breve tempo possibile, tutte concorrano ad un mix elettrico ottimale, che aumenti la sicurezza energetica del Paese e consenta la transizione verso gli obiettivi «net zero» al 2050, in modo pienamente sostenibile, cioè con il minore costo complessivo del sistema elettrico, la minore occupazione di suolo e il minore impiego di materiali”. 

E ancora: “favorire campagne di informazione pubblica sulle diverse fonti e tecnologie energetiche disponibili per conseguire gli obiettivi di lungo termine di azzeramento delle emissioni di gas serra, basate unicamente sulle evidenze scientifiche, al fine di promuovere una maggiore consapevolezza sugli oggettivi limiti e vantaggi di ciascuna di esse, liberandole tutte da ogni pregiudizio di parte; adottare iniziative per sostenere la ricerca tecnologica sui reattori a fissione nucleare innovativi,  inclusi i cosiddetti small modular reactor (reattori modulari di piccole dimensioni) e quelli a neutroni veloci che consentono un miglior utilizzo dell’uranio  e sulla fusione nucleare, ampliando l’offerta formativa nelle università italiane e incrementandone l’attrattività anche per ricercatori e docenti stranieri”. 

Ok anche ad alcuni impegni della mozione M5s (n. 1-00056 Sergio Costa).

Via libera, quindi, “a fornire al Parlamento un quadro puntuale circa la posizione che l’Italia intende assumere nel G7 di Hiroshima con riferimento al ruolo dell’energia nucleare nel mix energetico nazionale, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, considerato che tale tecnologia non è compatibile con le tempistiche e gli obiettivi della decarbonizzazione al 2030 e al 2050 e con le prospettive di più ampio ed efficace sviluppo delle fonti rinnovabili; ad adottare ogni opportuna iniziativa volta ad imprimere un maggior impulso nell’individuazione e nella perimetrazione di aree idonee destinate alle installazioni di impianti a fonti rinnovabili aventi una potenza complessiva almeno pari ai nuovi target individuati tramite la prossima revisione del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima; a sostenere la ricerca verso soluzioni tecnologiche innovative, che consentano di ottimizzare lo sfruttamento delle medesime fonti e dei sistemi di accumulo, nonché a proseguire nella ricerca tecnologica per lo sviluppo dell’energia da fusione, in particolare sul confinamento magnetico, anche nell’ambito dei programmi di collaborazione con istituti e università, anche a livello internazionale”. (Public Policy)


VARIE

CLIMA, PRESENTATA AL SENATO ALL’INTERGRUPPO PROPOSTA LEGGE QUADRO 

Una “legge sul quadro sul clima” è stata presentata in Senato nel corso della riunione dell’intergruppo parlamentare “sulle politiche di contrasto e mitigazione dei cambiamenti climatici”, promosso dal senatore del Partito democratico Michele Fina. Il disegno di legge è stato redatto da Wwf, Greenpeace, Kyoto Club, Transport & Environment e Legambiente e si basa sull’obiettivo vincolante del conseguimento della neutralità climatica (intesa come emissione netta di gas ad effetto serra pari a zero) entro il 2050.

Fina ha annunciato l’avvio di un percorso di studio e condivisione: “Abbiamo deciso di riconvocarci tra due settimane per dare tempo a tutte e tutti di approfondire il testo e stabilire un livello, il più ampio possibile, di coinvolgimento delle forze parlamentari per arrivare al più presto all’avvio dell’iter di discussione e approvazione”. L’intergruppo conta settanta componenti tra membri di Camera e Senato, sia di maggioranza che di opposizione.

 La proposta di legge chiede di istituire il Consiglio scientifico del clima, un organismo indipendente di consulenza scientifica e di valutazione e verifica delle politiche in materia di clima, costituito da tre membri che rimangono in carica per sei anni senza potere essere confermati. Esso tra le altre cose individua il budget di carbonio complessivo, ovvero la quantità di emissioni di gas ad effetto serra che può essere emessa in atmosfera per il conseguimento della neutralità climatica; effettua in questo ambito un monitoraggio annuale segnalando eventuali scostamenti; propone un Piano di azione sul clima che individua le azioni, le misure, le fonti di finanziamento, il relativo cronoprogramma nonché le amministrazioni competenti all’attuazione delle singole misure.

La proposta di legge stabilisce inoltre di istituire l’Assemblea dei cittadini per la crisi climatica e prevede disposizioni fiscali: “Il Governo, di intesa con il Consiglio scientifico del clima, è delegato ad adottare, entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi finalizzati a orientare il mercato verso modelli di consumo e produzione sostenibili”. (Public Policy).


DAL GOVERNO

BIOCARBURANTI, DA MASE DOCUMENTO SU RISPOSTE TECNICHE A OPERATORI 

 “Non si conferma” l’opportunità che il carry over sia unico e calcolato per tutto l’anno solare al 10% e quindi, analogamente, la tolleranza per la non sanzionabilità sia unica e calcolata per tutto l’anno solare al 10%. È una delle risposte fornite dal Mase in merito al dm sull’obbligo di immissione in consumo di biocarburanti e carburanti avanzati.

In particolare il punto risponde a un quesito relativo “alle difficoltà operative gestite nel primo periodo dell’anno” e se “si ritiene opportuno che il carry over sia unico e calcolato per tutto l’anno solare al 10% e quindi, analogamente, la tolleranza per la non sanzionabilità sia unica e calcolata per tutto l’anno solare al 10%”.

Il documento conferma poi che per il calcolo degli obblighi nel periodo “2023 ante dm” valgono le regole del dm 30 dicembre 2020. I biocarburanti avanzati immessi in consumo nel primo periodo potranno essere utilizzati per la copertura dell’obbligo avanzato o tradizionale maturati nel medesimo periodo, con valenza double counting ai fini dell’obbligo tradizionale. 

Si conferma anche anche il soggetto obbligato presenterà una dichiarazione nella quale per il periodo “2023 ante DM” si applicano le stesse modalità del 2022 e per il secondo periodo modalità conformi al nuovo decreto.

“Non può essere accolta”, invece, l’istanza in base alla quale l’obbligo dei biocarburanti in purezza è coperto dal totale biocarburante in purezza immesso in consumo a prescindere dalla data di emissione del decreto attuativo.

‘No’ anche al fatto che i biocarburanti in purezza prodotti a partire da feedstock avanzati darebbero origine ad un Cic convenzionale aggiuntivo anche seguendo un sistema di certificazione diverso da quello nazionale.

E ancora, in riferimento al nuovo portare Biocar e nuovi Cic, “il Gse pubblicherà non appena possibile documentazione riferita alla nuova gestione dei Cic e un simulatore per il calcolo degli obblighi”. (Public Policy).

 

Rassegna politico-parlamentare a cura di MF