Economia circolare: Italia sulla buona strada per il raggiungimento degli obiettivi UE sul riciclaggio

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In una relazione pubblicata giovedì 8 giugno, la Commissione individua gli Stati membri che rischiano di non rispettare gli obiettivi 2025 di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio per i rifiuti urbani e tutti i rifiuti di imballaggio e l’obiettivo del collocamento in discarica per il 2035. Nove Stati membri sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi del 2025: Austria, Belgio, Cechia, Danimarca, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovenia.

Tuttavia, 18 Stati membri rischiano di non raggiungere uno o entrambi gli obiettivi per il 2025. Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Lettonia, Portogallo, Spagna e Svezia rischiano di non raggiungere l’obiettivo relativo ai rifiuti urbani. Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Ungheria, Lituania, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia rischiano di non raggiungere gli obiettivi per i rifiuti di imballaggio urbani e complessivi per il 2025. Alcuni paesi continuano inoltre a collocare in discarica la maggior parte dei loro rifiuti urbani e probabilmente non riusciranno a raggiungere l’obiettivo di collocamento in discarica per il 2035. La Commissione presenta raccomandazioni a tali Stati membri, basandosi sul sostegno finanziario e tecnico continuo fornito per migliorare le prestazioni in materia di gestione dei rifiuti.

Aumento della produzione di rifiuti

Ogni anno gli europei generano in media 530 kg di rifiuti urbani a persona (rifiuti domestici e rifiuti simili provenienti dalle imprese). Sebbene siano sempre più riciclati e meno smaltiti in discarica, i rifiuti urbani rimangono uno dei flussi di rifiuti più complessi da gestire. Nell’UE, circa il 50% dei rifiuti urbani viene riciclato o compostato e il 23% viene collocato in discarica. La quantità di rifiuti di imballaggio generati è in costante aumento. Tra il 2013 e il 2020 la quantità di rifiuti di imballaggio prodotti è cresciuta del 15% in tutta l’UE, raggiungendo quasi 80 milioni di tonnellate. Circa il 64% dei rifiuti di imballaggio viene ora riciclato, anche se questo varia in base al materiale. Oltre il 75% degli imballaggi in carta, cartone e metallo viene riciclato, rispetto a meno del 40% della plastica, un problema nella maggior parte dei paesi dell’UE, molti dei quali rischiano di non raggiungere l’obiettivo specifico per materiale per il riciclaggio dei rifiuti di imballaggio in plastica.

Differenze significative tra gli Stati membri

La relazione mostra che esistono differenze significative nelle prestazioni di gestione dei rifiuti all’interno dell’UE. Per alcuni paesi, c’è ancora molta strada da fare per raggiungere gli obiettivi concordati nella legislazione dell’UE e sono necessarie ulteriori riforme, in particolare: garantire il trattamento dei rifiuti organici, che rappresentano un terzo dei rifiuti urbani; raccolta differenziata dei rifiuti – un prerequisito per il riciclaggio; e migliorare la qualità dei dati. Tuttavia, la maggior parte dei paesi dell’UE ha o sta attuando riforme dei rifiuti per migliorare i tassi di riciclaggio, alcune delle quali dovrebbero produrre risultati nei prossimi anni.

Anche fattori esterni hanno influenzato la performance, compresi gli effetti della pandemia di COVID-19 che ha ridotto o interrotto la raccolta differenziata in alcuni paesi. Anche il recente picco dei prezzi dell’energia sta influenzando negativamente le attività di riciclaggio.

Raccomandazioni e sostegno dell’UE

La Commissione presenta raccomandazioni specifiche per i 18 Stati membri che rischiano di non raggiungere i principali obiettivi di riciclaggio per il 2025. Queste raccomandazioni riguardano un’ampia gamma di azioni: riduzione dei rifiuti non riciclabili, aumento del riutilizzo, promozione della raccolta differenziata, sviluppo di capacità di trattamento dei rifiuti per la cernita e il riciclaggio, miglioramento della governance, utilizzo di strumenti economici e sensibilizzazione.

La Commissione continuerà a sostenere gli Stati membri nell’attuazione della legislazione dell’UE in materia di rifiuti, attraverso il sostegno dei fondi dell’UE e dell’assistenza tecnica (ad esempio attraverso il riesame dell’attuazione delle politiche ambientali, lo scambio di migliori pratiche e la promozione dell’apprendimento tra pari). Tuttavia, le autorità nazionali hanno la responsabilità di intensificare gli sforzi politici e di intensificare l’azione sul campo.

Inoltre, la Commissione ha presentato iniziative che contribuiscono a un’economia più circolare e sosterranno gli Stati membri nel migliorare le prestazioni nella gestione dei rifiuti e nel raggiungere gli obiettivi, come le proposte di nuovi regolamenti sulle spedizioni di rifiuti, sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio e sulla progettazione ecocompatibile per prodotti sostenibili.

Contesto

La relazione odierna valuta la probabilità che gli Stati membri raggiungano gli obiettivi di riciclaggio per il 2025 stabiliti nella direttiva quadro sui rifiuti e nella direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio: il 55% di riciclaggio e preparazione per il riutilizzo dei rifiuti urbani; 65% di riciclaggio per il totale dei rifiuti di imballaggio; e obiettivi di riciclaggio dei rifiuti di imballaggio specifici per materiale (75% per carta e cartone, 70% per vetro, 70% per imballaggi in metalli ferrosi, 50% per alluminio, 50% per plastica e 25% per legno).

La relazione fornisce inoltre una valutazione preliminare sull’obiettivo di ridurre il collocamento in discarica dei rifiuti urbani a meno del 10% entro il 2035.

Insieme ai rifiuti di imballaggio, la gestione dei rifiuti organici risulta una delle principali questioni identificate come ostacoli alle prestazioni nel riciclaggio, sebbene l’obbligo di raccolta differenziata dei rifiuti organici si applichi dal 1° gennaio 2024.

La relazione  si basa sul riesame dell’attuazione ambientale, che aveva già evidenziato problemi con l’attuazione della legislazione dell’UE sui rifiuti. In particolare, quasi 2000 discariche illegali o al di sotto degli standard sono ancora operative nell’UE, una fonte considerevole di inquinamento e gas a effetto serra e un’opportunità mancata per il recupero di materie prime secondarie.

 

Fonte: Commissione UE