Piano per tutelare le acque: riuso, invasi e riduzione delle perdite

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Quattro obiettivi strategici, dieci linee di azione e 50 interventi da mettere in campo per tutelare l’acqua, l’oro bianco che diventerà sempre più importante in futuro.

In questi numeri è racchiuso il Documento strategico del Piano di tutela delle acque (Pta) 2030 che è stato illustrato martedì 19 settembre dall’assessora all’Ambiente, Irene Priolo (nella foto), in commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro. Oltre agli interventi sull’acqua dettati dalla direttiva europea del 2005, questo nuovo piano contiene anche alcune azioni legate all’alluvione del maggio di quest’anno. Il cronoprogramma, ha spiegato l’assessora, prevede l’approvazione in giunta e il passaggio in Assemblea legislativa. Il tempo stimato per l’approvazione è di un anno, durante il quale il piano sarà studiato e analizzato dai consiglieri ma vedrà anche focus tematici aperti alle associazioni di categoria.

“Il Piano – riporta Irene Priolo – governa e tutela la qualità e la quantità della risorsa idrica. Il nuovo Pta è necessario, ricordo che siamo ancora in stato emergenza siccità, e a questa si è aggiunta l’alluvione. Il Piano di gestione – noi siamo nel bacino del Po – è redatto dall’Autorità di bacino e riguarda le altre regioni del bacino. Sei gli obiettivi cardine nel Piano di gestione per il distretto di Bacino Po e dell’Appennino centrale (il fiume Tevere, fra l’altro, nasce qui). Il Piano è stato approvato nel 2021”.

Nel documento strategico – spiega l’assessora – ci sono gli obiettivi e le misure. È il piano che adotteremo e su cui dovremo lavorare insieme. I contesti territoriali sono fiume Po, costa, pianura, territorio urbanizzato, collina e montagna. Tanti i temi da affrontare: acqua in agricoltura, inquinamento di nitrati; per la costa c’è il tema della balneabilità; riguardo alle città occorre migliorare la situazione delle perdite nelle reti e affrontare il tema del riuso di acqua. L’obiettivo principale della direttiva Ue è lo standard di qualità ambientale delle acque. Dobbiamo mantenerlo: puntando su qualità, tutela degli ecosistemi acquatici e promuovendo una cultura responsabile dell’acqua”.

Fonte: Regione Emilia – Romagna