Risoluzione sul Programma nazionale gestione rifiuti: focus sugli impianti minimi

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RISOLUZIONE PROGRAMMA NAZIONALE RIFIUTI

Nel corso della settimana sono state svolte alcune audizioni sulla proposta di risoluzione presentata da Italia Viva sull’adeguamento del programma nazionale di gestione dei rifiuti. Tra questi, la Conferenza delle Regioni, che si è soffermata in modo particolare sul tema degli “impianti minimi”.

“Le Regioni ritengono opportuno focalizzare l’attenzione su un tema che sta determinando gravi incertezze sul proprio operato in ambito ambientale. Si tratta, nello specifico, del regime di regolazione relativo agli impianti di recupero della frazione organica da raccolta differenziata dei rifiuti urbani (Forsu), la cui applicazione, già avviata da parte di alcune Regioni, continua a presentare aspetti di inquadramento normativo che danno luogo a sentite contestazioni, giunte anche in via giurisdizionale, da parte di diversi operatori del settore. Sulla base delle specificità territoriali, alcune Regioni hanno individuato tali impianti come ‘minimi’, mentre altre, con la motivazione della presenza di una impiantistica adeguata ai propri fabbisogni, e quindi assenza di carenza di offerta, li hanno classificati come ‘aggiuntivi'”.

Così i rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in audizione in commissione Ambiente del Senato.

Le Regioni, viene spiegato, “che, nella propria pianificazione, hanno disciplinato come minimi anche gli impianti per il trattamento della Forsu e hanno avviato le procedure per la validazione dei Piani economico finanziari e l’approvazione tariffe, si trovano, quindi, alla luce dei citati orientamenti, in una situazione di incertezza per quanto riguarda la tenuta dei provvedimenti attuativi delle disposizioni di Arera. Incertezza aggravata in ragione delle impugnative proposte nei confronti delle deliberazioni dell’Autorita e dei singoli provvedimenti regionali adottati in materia, da alcuni primari operatori del mercato, a sostegno della tesi che ritiene prevalente la liberalizzazione per le frazioni in oggetto”.

“Ribadita la piena disponibilità ad aderire alle disposizioni dell’Autorita di regolazione nell’intento di garantire certezza e trasparenza a tutte le fasi gestionali del ciclo dei rifiuti – sottolineano – si deve tuttavia sottolineare con la massima evidenza, l’esigenza di potere dar corso agli adempimenti cui le Regioni sono chiamate, nellambito di uno stabile quadro normativo ed amministrativo che fornisca i dovuti elementi di tutela e garanzia”. (Public Policy)

Auditi anche i rappresentanti di Unirima (Unione nazionale imprese recupero e riciclo maceri).

“Come sottolineato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), nella relazione ‘Proposte di riforma concorrenziale, ai fini della Legge annuale per il mercato e la concorrenza anno 2021’, la concorrenza ha un valore cruciale nel settore della gestione dei rifiuti. Ma per raggiungere l’obiettivo del pieno sviluppo dell’economia circolare permangono alcune importanti criticita. È pertanto necessario assicurare dinamiche competitive e agire sulle problematiche connesse alla mancata piena applicazione del principio di concorrenza”.

Così la memoria depositata dai rappresentanti di Unirima. Nel documento si sottolinea che “le delibere di Arera sui criteri per la definizione delle tariffe di accesso e la distinzione fra impianti ‘integrati, minimi e aggiuntivi hanno un impatto rilevante sul settore del recupero di materia dai rifiuti. Come Unirima abbiamo sottoposto ad Arera le nostre osservazioni al loro documento di consultazione ‘Orientamenti per la determinazione dei costi efficienti della raccolta differenziata del trasporto, delle operazioni di cernita e delle altre operazioni preliminari e la definizione degli standard tecnici e qualitativi del recupero e dello smaltimento’, manifestando la sostanziale estraneita degli impianti di recupero, che svolgono attivita di gestione dei rifiuti sul libero mercato, rispetto alla regolamentazione dell’Autorita“. 

Occorre ribadire, si legge, “come gli impianti di recupero siano normalmente estranei rispetto alla concessione pubblica del servizio in parola, collocandosi al di fuori di qualsiasi ipotesi di privativa, ed offrano sul libero mercato la propria attività, senza che possano essere assoggettati alla regolamentazione di Arera. L’assenza di un diritto di privativa in favore dei Comuni o del gestore del servizio pubblico e oggi ribadita anche da costante giurisprudenza, tra le piu recenti si richiama il Consiglio di Stato, sez. IV, del 29 maggio 2023, n. 4502″.

Pertanto, prosegue la memoria, “la segnalazione dell’Antitrust e le sentenze dei Tar Emilia-Romagna (confermata dal Consiglio di Stato n.7412 del 31 luglio 2023) e Lombardia sul sistema degli “impianti minimi” disegnato da Arera dovranno servire ad accendere i riflettori sul tema della concorrenza, per evitare che le imprese debbano ricorrere ai tribunali per far valere diritti dei quali sono già titolari”.

Oltre alle questioni inerenti il rispetto della concorrenza, altro tema è quello dell’analisi del fabbisogno impiantistico. Concordiamo infatti sulla necessità di avviare una profonda riflessione sui meccanismi inerenti la valutazione dei fabbisogni territoriali di trattamento rifiuti” – si legge ancora nella memoria di Unirima.

Secondo i rappresentanti, da diverse sentenze viene anche ribadito “quanto sottolineato dall’Antitrust e cioè che non deve esserci alcun protezionismo locale e le scelte di affidamento vanno fatte attraverso procedure realmente competitive nell’interesse del sistema che l’Antitrust rappresenta ma anche e soprattutto dei cittadini. Nel nostro settore – evidenziano – non ci sono criticità circa la numerosità e la diffusione degli impianti su tutto il territorio nazionale, altrimenti non avremmo raggiunto i risultati ottenuti in termini di percentuali di riciclo”. 

Infine, l’associazione delle imprese di riciclo ha affrontato il tema del trattamento degli scarti non riciclabili.

Una criticità in termini impiantistici è quella legata al trattamento degli scarti non riciclabili classificati come rifiuti speciali non pericolosi. Si tratta degli scarti generati dai processi di trattamento dei rifiuti finalizzati alla produzione di materia prima ‘end-of-waste'”. 

Secondo un sondaggio effettuato da Unirima tra le imprese associate, “circa la metà conferisce in discarica tali rifiuti, mentre solo il 16%, in prevalenza nel Nord, li invia a recupero di energia. Nel complesso si tratta di un flusso importante di rifiuti, pari a circa 11 milioni di tonnellate, che dovrebbe essere gestito in un’ottica di circolarità. Una situazione che, sempre secondo l’Antitrust, ‘genera diverse criticità concorrenziali poiché non si garantisce un’adeguata valorizzazione economica dei rifiuti per eccessivo potere di mercato in capo ai pochi impianti esistenti'”. 

“È pertanto necessario – viene richiesto in conclusione – intervenire in questo ambito, il trattamento degli scarti non riciclabili, per garantire una maggiore offerta, su tutto il territorio nazionale, di impianti finalizzati alla loro valorizzazione, non solo per snellire le barriere amministrative e quindi agevolare gli iter autorizzativi, ma anche per ridurre le rendite monopolistiche”. (Public Policy).


DDL AUTONOMIA DIFFERENZIATA

La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha proseguito il 19 settembre l’esame del ddl recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione (AS. 615 Governo, collegato alla manovra di finanza pubblica) e degli abbinati ddl di Andrea Martella (PD) (AS. 273) e Francesco Boccia (PD) (AS. 62).  Nella seduta del 19 settembre è proseguito il voto sugli emendamenti.


DECRETO SMOG

La Commissione Ambiente ed Energia del Senato ha iniziato il 19 settembre l’esame del ddl di conversione in legge del decreto-legge 12 settembre 2023, n. 121, recante misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell’aria e limitazioni della circolazione stradale(AS.870 Governo) (scade l’11 novembre). 

Il decreto introduce misure sulla qualità dell’aria e limitazioni della circolazione stradale (si veda la vicenda degli Euro 5 in Piemonte).

Il termine per presentare emendamenti al provvedimento – di cui è relatrice la senatrice Simona Petrucci (FdI) – è stato fissato per mercoledì 4 ottobre alle 12.

Entro il prossimo martedì dovrebbero pervenire le richieste di audizione da parte dei gruppi. 


RELAZIONE SULLO STATO DI ATTUAZIONE DEL PNRR

Le Commissioni congiunte Bilancio della Camera e Politiche dell’UE e Bilancio del Senato hanno ascoltato il 19 settembre informalmente i rappresentanti di Terna, Enel, Svimez e Istat nell’ambito dell’esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), aggiornata al 31 maggio 2023 (Doc. XIII, n. 1).  

In particolare, i rappresentanti di Terna hanno ricordato come, “a febbraio 2023, su invito della Cabina di Regia, Terna ha avviato interlocuzioni con il Mase per ulteriori interventi da inserire nella revisione del Pnrr, nell’ambito del capitolo RePowerEu in linea con gli obiettivi del Piano RePower Ue della Commissione europea. Nella misura per le reti di trasporto elettriche, il Mase ha incluso 3 fra gli interventi proposti, per un contributo complessivo di 840 milioni di euro, così suddivisi: progetti per la transizione energetica” per 700 milioni “e progetti per la digitalizzazione” per 140 milioni.”


RIFORMA DELLA GOVERNANCE UE

Le commissioni Bilancio e Politiche Ue di Camera e Senato avvieranno a breve un ciclo di audizioni sugli atti dell’Unione europea sulla riforma della governance economica. Lo si apprende al termine dell’ultimo ufficio di presidenza della V commissione di Montecitorio.

Le commissioni dovrebbero procedere all’audizione formale del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e alle audizioni informali di: componenti della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo; presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb); Corte dei contiBanca d’Italia; ex presidente dell’Upb Giuseppe Pisauro e Massimo Bordignon.

A questi, su istanza del Senato, dovrebbero aggiungersi: Sbilanciamoci!; Mario Pianta, professore ordinario di politica economica della Scuola Normale Superiore di Firenze; Cesare Pozzi; Dario Peiron, direttore generale Istituto Milton Friedman; Carmine Di Noia, direttore della direzione per gli affari finanziari e delle imprese presso l’Ocse; Federico Giammusso, direttore del Fondo monetario internazionale per Italia, Grecia, Portogallo, Malta, Albania e San Marino; Luciano Barra Caracciolo e Stefano Fantacone. (Public Policy)


DECRETO TUTELA LAVORATORI CALDO ESTREMO

Novità in tema di integrazione salariale in caso di eccezionale emergenza climatica, come le ondate di calore. In particolare, le norme riguardano le imprese del settore edile, lapideo e delle escavazioni e gli operai agricoli. Lo prevede il dl Caldo-Lavoro approvato in via definitiva dal Parlamento.

CASSA INTEGRAZIONE CALDO

Il dl dispone che, per le sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa effettuate dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023 a causa di eventi oggettivamente non evitabili, non si applicano i limiti di durata previsti dalla normativa generale per i trattamenti ordinari di integrazione salariale, anche se richiesti dalle imprese del settore edile, lapideo e delle escavazioni. Per i trattamenti derivanti dall’applicazione della deroga transitoria, si conferma il principio in base al quale per i trattamenti ordinari di integrazione salariale collegati ad eventi oggettivamente non evitabili, non è dovuto il contributo addizionale.

POSTICIPATO PAGAMENTO TASSA EXTRAPROFITTI ENERGIA E PAYBACK SANITARIO

Il dl interviene anche sulla tassa sugli extraprofitti dell’energia, differendo al 30 novembre il versamento della quota parte del contributo di solidarietà. Inoltre, si proroga dal 31 luglio al 30 ottobre 2023, il termine per il versamento di importi dovuti a titolo di pay-back dalle aziende fornitrici di dispositivi medici al Servizio sanitario nazionale. Si differisce, poi, dal 30 giugno al 30 settembre 2023 il termine entro il quale determinate risorse (1.000 milioni di euro), volte ad assicurare un contributo in quota fissa in caso di prezzi del gas elevati, debbono essere trasferite alla Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea). (Public Policy).


DDL CONCORRENZA

La Commissione Industria e Agricoltura del Senato ha proseguito il 19 settembre le audizioni informali nell’ambito dell’esame del disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 (AS. 795, Governo). 

In particolare, sono stati auditi RAPPRESENTANTI DI CONFLAVORO, DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA GROSSISTI DI ENERGIA E TRADER (AIGET), DELL’ASSOCIAZIONE RESELLER E TRADER DELL’ENERGIA (A.R.T.E.), DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE INDUSTRIALI PRIVATI GAS E SERVIZI ENERGETICI (ASSOGAS), DI ENERGIA LIBERA, DELLA FEDERAZIONE ITALIANA PUBBLICI ESERCIZI (FIPE), DI CONFESERCENTI, DI ASSOCOSTIERI, DI CONFCOMMERCIO E DI ASSITERMINAL.

Scarica le memorie

La settimana precedente è stata audita sul tema anche la Conferenza delle Regioni, che, in materia di Ambiente ed Energia ha rilevato la necessità che le Regioni siano partecipi del processo decisorio nell’ambito degli interventi proposti nel piano decennale di sviluppo dei gasdotti.

Il ciclo di audizioni si chiuderà il prossimo 26 settembre, mentre il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato al 3 ottobre.


DECRETO ASSET/OMNIBUS

Le Commissioni riunite Ambiente ed Energia e Industria e Agricoltura del Senato hanno proseguito il 20 settembre l’esame del ddl di conversione in legge del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, recante disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici (AS. 854) (scade il 9 ottobre). Sono state presentate delle riformulazioni agli emendamenti, le cui votazioni inizieranno la prossima settimana.

In sede di articolo 23, la senatrice DI GIROLAMO (M5S) fa presente che le proposte emendative del suo Gruppo recepiscono istanze espresse dall’Unione delle province italiane con lo scopo di evitare i disagi per le popolazioni colpite dall’alluvione. A riguardo, segnala la possibilità di utilizzare le economie di spesa per concedere ammortizzatori sociali.

Si associa il senatore MAGNI (Misto-AVS), firmatario di analoghe proposte, tra cui in particolare gli emendamenti 23.12 e 23.15.

 

 

Rassegna parlamentare a cura di MF