Intesa finale alla Cop 28: “transitioning away”per raggiungere le emissioni zero entro il 2050

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Martedì 12 dicembre in sede di chiusura della Cop 28, i 197 Paesi più l’Unione europea hanno trovato  un accordo  (dichiarazione sul Global Stocktake) sul tema della riduzione di carbone, petrolio e gas per fermare il riscaldamento globale. E per la prima volta i combustibili fossili sono menzionati in un documento finale.

L’articolo su cui si è concentrata l’attenzione è il 28, che parla di transizione in uscita dalle fonti fossili nei sistemi energetici, in un modo ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio critico, per raggiungere le emissioni zero nel 2050 seguendo la scienza (:“Transitioning away from fossil fuels in energy systems, in a just, orderly and equitable manner, accelerating action in this critical decade, so as to achieve net zero by 2050 in keeping with the science”). Alla ricerca di un compromesso tra esigenze divergenti, si sottolinea il concetto di transizione rispetto alla versione precedente, in cui si puntava l’attenzione sulla riduzione di produzione e consumo.

Viene inoltre ribadito il legame con la scienza dell’Ipcc, il panel intergovernativo di scienziati sul cambiamento climatico, che opera per conto dell’Onu. Si riconosce, peraltro, la necessità di mantenere l’aumento delle temperature rispetto all’era pre-industriale entro gli 1,5 gradi, come richiesto nello scenario migliore tracciato dal fondamentale accordo di Parigi del 2015.

Nel nuovo testo si mantiene inoltre il riferimento alla necessità di triplicare le rinnovabili e duplicare l’efficienza energetica entro il 2030. Tutti i paesi sono chiamati a contribuire. Il paragrafo 30 riconosce che il costo delle tecnologie a basse emissioni è calato sensibilmente negli anni grazie a innovazione ed economie di scala, e sottolinea la necessità continuare con la discesa dei costi e la disponibilità.

Il Global Stocktake riconosce che il mondo non è attualmente sulla buona strada per ridurre le emissioni del livello necessario per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi Celsius. Di conseguenza, le parti hanno concordato un percorso per rimettersi in carreggiata, anche attraverso un processo volto ad allineare gli obiettivi e le misure nazionali all’accordo di Parigi. Le parti dovrebbero presentare i loro contributi determinati a livello nazionale (NDC) per il 2035 entro la COP30, tra due anni, e questi dovrebbero essere allineati con le migliori conoscenze scientifiche disponibili e i risultati del bilancio globale.

Il bilancio globale affronta anche i mezzi per attuare la transizione necessaria. In una nota, la Commissione UE afferma di aver “concordato gli ultimi passi verso la definizione del nuovo obiettivo quantificato collettivo sui finanziamenti per il clima alla conferenza del prossimo anno. Il quadro dell’obiettivo globale sull’adattamento è un passo importante ed è accompagnato da decisioni innovative sui finanziamenti per l’adattamento, con il riconoscimento che i finanziamenti per l’adattamento dovranno essere aumentati in modo significativo oltre il raddoppio obbligatorio per il 2025. Il risultato spinge in avanti la riforma dell’architettura finanziaria internazionale, rendendola adatta allo scopo di affrontare l’emergenza climatica. In particolare, l’UE ha contribuito in modo significativo all’accordo e all’operatività di un nuovo fondo per la risposta alle perdite e ai danni (loss and damage) e l’UE e i suoi Stati membri hanno contribuito con oltre 400 milioni di euro, oltre due terzi degli impegni di finanziamento iniziali.