Il decreto sicurezza energetica è legge

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DECRETO SICUREZZA ENERGETICA

Con 97 voti favorevoli, 74 contrari e 2 astenuti, l’Aula del Senato ha approvato il 31 gennaio, definitivamente, il ddl di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023 (AS.996, approvato dalla Camera) (scade il 7 febbraio), sul quale il Governo aveva posto la fiducia.

Il provvedimento sarà ora trasmesso alla GU per la pubblicazione. Le principali novità.

Mercato elettrico calmierato per 4,5 famiglie

Il provvedimento contiene disposizioni per il passaggio graduale al mercato libero dei nove milioni di utenti domestici che ancora usufruiscono del mercato tutelato dell’energia. Le norme consentiranno a circa 4,5 milioni di famiglie “vulnerabili” di continuare a usufruire di forniture di energia elettrica a prezzi calmierati. Per le altre famiglie vengono introdotte misure per assicurare la massima informazione e le migliori condizioni nel passaggio al mercato libero dell’energia elettrica.

Candidature nucleari

In tema di nucleare viene dato più tempo a enti locali non presenti nella Cnai (Carta nazionale delle aree idonee) e al ministero della Difesa per presentare l’autocandidatura a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e chiedere al ministero dell’Ambiente e a Sogin di riconsiderare l’area per verificarne l’idoneità. Si apre poi la possibilità di produrre energia elettrica in aree termali sfruttando le risorse geotermiche ma garantendo il mantenimento delle caratteristiche delle acque. Previsti anche interventi per il decommissioning e la gestione dei rifiuti radioattivi. Ritirato invece l’emendamento di Forza Italia volto ad attribuire all’ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) il ruolo di autorità nazionale..

Tutte le altre misure

Le altre misure del decreto, molto ampio e variegato, sono finalizzate ad accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia, al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas, a concedere incentivi alle regioni che ospitano impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e a semplificare i procedimenti di impatto ambientale. Previsti anche indennizzi al settore agricolo e alle imprese della Toscana colpiti dalle alluvioni di ottobre e novembre 2023.

La nomina di Schifani (con 800 milioni)

Tra le misure contenute del decreto lo stop al contributo a carico dei titolari di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; la nomina del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a commissario straordinario per la gestione dei rifiuti dell’isola con una dotazione di 800 milioni per gli investimenti.

No alla riassegnazione delle concessioni idroelettriche

Non è passata, invece, la misura che avrebbe permesso la riassegnazione delle concessioni idroelettriche agli attuali gestori, anziché le gare. I gruppi di maggioranza avevano presentato emendamenti in tal senso che poi sono stati ritirati per il parere contrario del governo. La messa a gara delle concessioni è infatti una delle riforme “obiettivo” del già conseguita dall’Italia che ha già avuto il riconoscimento delle rate. Ritirato anche l’emendamento di Forza Italia volto ad attribuire all’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) il ruolo di Autorità nazionale competente in materia nuclare con il compito, tra gli altri, di autorizzare la realizzazione di impianti. Le opposizioni, soprattutto Avs, hanno contestato la proposta mentre Fi parla di “complicazioni normative” che hanno indotto ad uno stop solo momentaneo. (E- Gazette)


DDL AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Dopo più di otto mesi di esame parlamentare, è stato approvato in prima lettura al Senato lo scorso 23 gennaio il disegno di legge di iniziativa del Ministro Roberto Calderoli (Lega) per dare attuazione dell’autonomia differenziata per le Regioni a statuto ordinario. Attualmente alla Camera per la seconda lettura, il provvedimento punta ad attuare il comma 3 dell’art. 116 della Costituzione, introdotto con la riforma del Titolo V del 2001.

Dal punto di vista politico, il provvedimento ha subito una lunga gestazione, ma nonostante i diversi punti di partenza degli alleati si è giunti ad una sintesi che ha consentito di trovare un punto di mediazione. Certamente, è stata d’aiuto l’ottica di legislatura all’interno della quale l’Esecutivo sta lavorando: non a caso, infatti, molti commentatori indicano che l’accelerata decisiva, spinta dalla Lega, sia stata possibile a seguito dell’accordo sul premierato, riforma molto cara a Giorgia Meloni e FdI. Per quanto riguarda le opposizioni, le critiche maggiori di PD e M5S vertono sull’insita deriva discriminatoria tra Nord e Sud e spingono, quindi, per un referendum abrogativo.

Durante l’esame a Palazzo Madama – sia in commissione Affari costituzionali che in aula – sono state apportate numerose modifiche al disegno di legge, passato da 10 a 11 articoli. Il testo infatti è cambiato notevolmente rispetto alla versione licenziata in Consiglio dei ministri lo scorso 2 febbraio. L’esame del provvedimento è iniziato nella 1a di Palazzo Madama il 3 maggio. Negli scorsi mesi sul testo si è svolto un corposo ciclo di audizioni e un lungo dibattito in commissione.

Ecco dunque le principali novità approvate durante l’iter in prima lettura a Palazzo Madama.

RISCRITTO ART.3 SUI LEP (PREVISTI DLGS) 

Durante l’esame in commissione Affari costituzionali al Senato è stato approvato un emendamento riformulato che ha riscritto l’articolo 3 del testo, relativo alla determinazione dei Lep. L’emendamento, a prima firma del presidente della commissione Affari costituzionali al Senato Alberto Balboni (FdI), sottoscritto da diversi senatori di Fratelli d’Italia e anche da Mariastella Gelmini (Az-Iv), stabilisce che per l’individuazione del Lep il Governo dovrà adottare uno o più decreti legislativi entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore del disegno di legge. Con l’ok alla modifica è stato tolto il riferimento ai dpcm, presente nella versione del testo licenziata in Cdm.

L’emendamento prevede poi che i decreti legislativi sono adottati “su proposta del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, di concerto con i ministri competenti e previa acquisizione del parere della Conferenza unificata”.

Gli schemi di ciascun dlgs saranno successivamente trasmessi alle Camere per “l’espressione dei pareri delle commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari”.

AGGIORNAMENTO DEI LEP 

Lo stesso emendamento approvato prevede che saranno “aggiornati periodicamente, in coerenza e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, anche al fine di tenere conto della necessità di adeguamenti tecnici prodotta dal mutamento del contesto socioeconomico o dall’evoluzione della tecnologia, con decreti del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei ministri competenti, di concerto con il ministro per gli Affari regionali e le autonomie e il ministro dell’Economia e delle finanze”. (Public Policy)


LEGGE DI DELEGAZIONE EUROPEA 2022-23

La Commissione Politiche dell’UE del Senato ha concluso il 31 gennaio l’esame del ddl recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti normativi dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2022-2023 (AS. 969 Governo, approvato dalla Camera). 

Resoconto seduta


PARTECIPAZIONE ALLA COP 28 DI DUBAI

In Commissione Ambiente della Camera si sono svolte il 31 gennaio le comunicazioni del presidente sulla partecipazione di una delegazione della Commissione alla COP28 di Dubai.  

Link alla comunicazione


PROPOSTA REGOLAMENTO UE PREVENZIONE DISPERSIONE PELLET IN PLASTICA

La Commissione Politiche dell’UE della Camera ha concluso il 31 gennaio l’esame, in sede consultiva, della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla prevenzione delle dispersioni di pellet di plastica per ridurre l’inquinamento da microplastiche (COM (2023) 645 final).   

E’ stato approvato il documento proposto dal relatore Calogero Pisano di Noi Moderati che esprime un parere motivato per violazione del principio di sussidiarietà.


Rassegna parlamentare a cura di MF