Milleproroghe: stop alla proroga per la concessioni idroelettriche

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DECRETO MILLEPROROGHE

Il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha posto il 15 febbraio in Aula della Camera la questione di fiducia sull’approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell’articolo unico del ddl di conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi (AC. 1633-A) (scade il 28 febbraio), nel testo approvato dalle Commissioni Affari costituzione e Bilancio. Il voto in Aula è previsto lunedì 19 febbraio. Tra gli emendamenti cassati quelle relativi alla proroga del mercato tutelato per luce e gas e alle gare per le concessioni idroelettriche

E’ stato infatti respinto un emendamento del M5s che proponeva di rinviare di un altro anno il passaggio obbligato dal mercato tutelato a quello libero del gas e dell’elettricità. L’emendamento, con parere contrario di Governo e relatori, è stato posto ai voti e bocciato.

Semaforo rosso anche all’emendamento segnalato dalla Lega in tema di proroga delle gare per le concessioni idroelettriche. L’ approccio categorico sulla necessità di andare avanti con le gare (per le concessioni scadute si doveva procedere già entro fine 2023) è stato infatti  ribadito nel parere contrario, dato dal ministero per gli Affari europei, all’emendamento della Lega  un correttivo che estendeva di altri 12 mesi i tempi per le procedure delle gare. Il ministero ha avanzato un invito al ritiro della norma «in quanto – è stato spiegato – richiederebbe di costituire un reversal rispetto alla milestone M1C2-6 relativa alla legge concorrenza 2021 che richiedeva di rendere obbligatorio lo svolgimento di gare per le grandi concessioni idroelettriche e di “eliminare gradualmente la possibilità di prorogare i contratti (come già stabilito dalla Corte costituzionale italiana)” rilevante ai fini del conseguimento della terza rata». 

DDL PREMIERATO

 In commissione Affari costituzionali al Senato sono stati depositati quattro emendamenti del Governo che contengono le modifiche al ddl Premierato su cui i partiti di centrodestra hanno raggiunto un’intesa. Ora dovrà quindi essere fissato un termine per i subemendamenti da presentare alle proposte dell’Esecutivo.

I gruppi hanno avuto tempo fino alle 12 di lunedì scorso per depositare i loro emendamenti. : dal Pd ne sono arrivati circa 800, più di mille da Avs, 16 da Italia viva e 20 da Azione, mentre il Movimento 5 stelle ne ha presentati solo 12.

È stato raggiunto innanzitutto un accordo – tra i leader di centrodestra – sulle modifiche all’articolo 4 del ddl, che contiene la cosiddetta “norma anti-ribaltone” e la figura del “secondo premier”.

Rispetto alla “versione” uscita dalla riunione di maggioranza  la proposta finale prevede che in caso di “dimissioni volontarie del presidente del Consiglio eletto, previa informativa parlamentare, questi può proporre, entro sette giorni, lo scioglimento delle Camere al presidente della Repubblica, che lo dispone”.

Resta l’avvicendamento tra il presidente del Consiglio eletto e il “secondo premier” in casi di “impedimento permanente, morte, decadenza o dimissioni volontarie”. Il Capo dello Stato potrà incaricare “per una sola volta nel corso della legislatura” il presidente del Consiglio dimissionario o “un altro parlamentare eletto in collegamento con il presidente del Consiglio”.

L’articolo 4, così come riscritto, stabilisce poi che in “caso di revoca della fiducia al presidente del Consiglio eletto, mediante mozione motivata, il presidente della Repubblica scioglie le Camere”.

LEGGE DI DELEGAZIONE EUROPEA

Con 93 voti favorevoli, 29 contrari e 25 astenuti l’Aula del Senato ha approvato il 14 febbraio definitivamente il ddl recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti normativi dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2022-2023 (AS.969 Governo, approvato dalla Camera).  

QUESTION TIME

ENERGIA, GIORGETTI: NORMA SU CUP PRESIDIO A TUTELA UTENTI

Relativamente al Canone unico patrimoniale (Cup), dovuto per le occupazioni permanenti del territorio comunale, con cavi e condutture, per la fornitura di servizi di pubblica utilità, esiste “una norma di interpretazione autentica, che ne ha chiarito la portata. Tale norma di interpretazione costituisce un presidio a tutela degli utenti finali del servizio che diversamente si sarebbero visti gravati, per effetto del cosiddetto fenomeno della traslazione, del maggior onere sopportato dalle aziende erogatrici con il conseguente aumento delle tariffe del canone unico patrimoniale applicabili alle occupazioni permanenti del territorio comunale. Resta ferma la possibilità per le forze parlamentari – e il Parlamento in questo senso si potrebbe muovere – per modificare o integrare questo tipo di interpretazione”.

Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso del question time in aula al Senato, in merito all’applicazione del Cup sull’occupazione del sottosuolo da parte delle aziende produttrici di energia elettrica. (Public Policy)

DAL GOVERNO

ENERGIA, MASE PUBBLICA DECRETO INCENTIVO ALL’ AGRIVOLTAICO INNOVATIVO 

È stato pubblicato, sul sito del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il decreto che promuove la realizzazione di sistemi agrivoltaici innovativi di natura sperimentale.

Obiettivo del provvedimento, che entrerà in vigore a partire dal 14 febbraio, si legge sul sito del Mase, “è la realizzazione di almeno 1,04 gigawatt di nuovi impianti, nei quali possano coesistere la produzione di energia pulita con l’attività agricola”.

Con questo decreto – spiega il ministro Gilberto Pichetto – aggiungiamo un altro tassello alla nostra strategia energetica, valorizzando in questo caso la grande potenzialità del settore agricolo impegnato nella transizione. Il doppio binario incentivante che abbiamo predisposto, in un costruttivo contatto con la Commissione – aggiunge il ministro . può essere una bella opportunità per decarbonizzare, migliorando la redditività dei suoli: un modo, insomma, per far convergere l’affermazione della qualità agricola italiana, unica nel mondo, con la spinta agli obiettivi climatici”

Per promuovere la realizzazione di questi sistemi ibridi agricoltura-energia, la misura – prosegue la nota sul sito del Mase – prevede l’erogazione di un contributo a fondo perduto, finanziato dal Pnrr, nella misura massima del 40% dei costi ammissibili, abbinato a una tariffa incentivante a valere sulla quota di energia elettrica netta immessa in rete. Entro i prossimi quindici giorni, come previsto dal provvedimento, saranno approvate dal ministero, su proposta del Gestore dei servizi energetici, le regole operative che dovranno disciplinare le modalità e le tempistiche di riconoscimento degli incentivi”. Il Gse, soggetto gestore della misura, “emanerà un primo avviso pubblico per la presentazione delle istanze entro trenta giorni dall’approvazione delle regole. L’accesso al meccanismo è garantito attraverso l’iscrizione di appositi registri o con la partecipazione a procedure competitive in funzione della titolarità e della taglia dei progetti, che si svolgeranno nel corso del 2024”. 

Le procedure di registro, si legge in conclusione, “per un contingente complessivo di 300 megawatt sono riservate ad impianti di potenza fino a 1 megawatt realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni, mentre le procedure competitive, per un contingente complessivo di 740 megawatt, sono riservate ad impianti di qualsiasi potenza realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni, o associazioni temporanee di impresa che includono almeno un imprenditore agricolo“. (Public Policy)

Rassegna parlamentare a cura di MF