Decreto PNRR quater, al via l’iter di conversione

PDFStampa

DECRETO PNRR QUATER

La Commissione Bilancio della Camera ha iniziato l’11 marzo l’esame del ddl di conversione in legge del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) (AC.1752) (scade il 1° maggio).  I relatori in Commissione sono Paolo Trancassini (Fdi) e Roberto Pella (FI) che hanno illustrato l’articolato del decreto.

Nelle giornate del 12 e 13 marzo si è svolto inoltre il ciclo di audizioni sul provvedimento.

In particolare, per il vicepresidente di Confindustria Maurizio Marchesini, “il Piano Transizione 5.0 è una misura cruciale per le imprese, le misure introdotte dal decreto sono nel complesso positive». Per essere operativa la misura ha però bisogno di un decreto attuativo: ci sono alcuni «punti di attenzione» su cui occorre riflettere. In particolare «sono un paradosso i settori esclusi»: la norma escluderebbe numerose imprese, più di mille, in comparti strategici per il Paese. «Auspichiamo un confronto costruttivo con il governo per definire il perimetro delle esclusioni». Ed è «urgente definire i contenuti del decreto attuativo e fornire alle imprese, in tempi compatibili con le strategie di investimento, i necessari chiarimenti sui diversi punti aperti». Occorre da subito un coordinamento tra i diversi attori istituzionali coinvolti, Mimit, Agenzia delle Entrate, Gse, e andrebbe istituita «una cabina di regia con le imprese per un confronto ampio e continuo nel tempo sull’attuazione dell’agevolazione». 

Per il presidente dell’Anci Antonio DecaroIl decreto Pnrr accoglie molte richieste e proposte avanzate dall’Anci. Tuttavia esprimiamo preoccupazione su alcune coperture finanziarie contenute nel decreto che vanno ad azzerare risorse assegnate ai Comuni nel triennio 2027-2029 su cui chiediamo al governo di intervenire nei prossimi provvedimenti normativi”. 
“In particolare – ha spiegato Decaro illustrando il documento presentato – è prevista la copertura di dieci miliardi di tutte le misure destinate ai Comuni e alle Città metropolitane che sono transitate fuori dal Pnrr. Parliamo di finanziamenti in materia di rigenerazione urbana per i Comuni al di sopra di 15 mila abitanti, dei piani urbani integrati per le 14 grandi città e per i Comuni dell’hinterland e dei 6 miliardi riguardanti le piccole e medie opere destinate a tutti i Comuni”. CONTINUA A LEGGERE […]

Per Marco Alparone (vicepresidente della regione Lombardia) coordinatore della commissione Affari Finanziari della Conferenza delle Regioni: “Avevamo già segnalato la possibilità di assumere personale tecnico a tempo determinato (anche di carattere dirigenziale) per facilitare Regioni, enti locali ed enti attuatori del Pnrr. Sarebbe importante che il tema possa essere ripreso in questo decreto”.
Poi in merito alla cabina di regia, ha rilevato la scelta della Prefettura con “il coinvolgimento dei presidenti di Provincia e dei sindaci, ma “riteniamo che la funzione delle Regioni non possa essere esplicata in questa cabina di regia attraverso un rappresentante generico”.  Sarebbe stato preferibile, secondo Alparone, “una unità territoriale dove le Regioni potessero accompagnare meglio i territori nella attuazione della programmazione del Pnrr, nel monitoraggio e nella rendicontazione“. 
“Auspichiamo un ulteriore confronto –
afferma sempre Alparone – con il ministro su alcune annotazioni” tra le quali “il tema della certezza delle risorse e della responsabilità della spesa”.
In particolare, secondo Alparone il termine di 30 giorni per l’adeguamento delle risultanze del sistema Regis “ci sembra un po’ stretto”. Mentre, per quanto riguarda la possibile attuazione di poteri sostitutivi, “è giusto che i soggetti attuatori abbiano una responsabilità della spesa, ma in un confronto che permetta a entrambe le parti di individuare dove c’è stata l’eventuale non attivazione della spesa in maniera corretta”. Per questo, ha aggiunto Alparone, bisognerebbe “trovare strumenti di confronto che permettano di capire se c’è stato errore o meno dal soggetto attuatore prima di attivare i poteri sostitutivi”.

Le memorie degli altri soggetti auditi sono disponibili qui


DDL COSTITUZIONALE PREMIERATO

Cambia il semestre bianco, vale a dire i sei mesi che precedono la scadenza del mandato del Presidente della Repubblica entro i quali non possono sciogliere le Camere. La Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un emendamento al ddl Casellati sul premierato che prevede lo scioglimento del Parlamento durante il semestre in alcuni casi di caduta del premier eletto. Ma la novità politica è nell’affermazione da parte del presidente della Commissione Alberto Balboni che la maggioranza non vuole fare forzature regolamentari per approvare la riforma prima delle europee. Sul tema interviene l’ex premier Romano Prodi che a un’iniziativa con Giuseppe Conte boccia la riforma perché diminuisce il ruolo del capo dello Stato e del Parlamento. Data la mole di emendamenti di Pd e Avs, finora la Commissione ha approvato solo 2 dei quattro articoli del ddl Casellati. Dalla prossima settimana s’inizia con il cuore del provvedimento, cioè l’elezione diretta del premier (articolo 3) e i casi di scioglimento delle Camere per caduta del premier (articolo 4), su cui incombono oltre mille emendamenti. Il presidente della Commissione e relatore Alberto Balboni, dopo che il Pd Andrea Giorgis ha spiegato che non intende rinunciare all’ostruzionismo nel timore di forzature per approvare la riforma prima delle europee, ha risposto che la maggioranza non ha mai detto questo. Martedì si farà il calendario dei lavori in cui verrà chiarito questo aspetto. 

La Commissione ha intanto approvato un emendamento del Governo sul cosiddetto semestre bianco, il quale vieta al presidente della Repubblica di sciogliere le Camere negli ultimi sei mesi del proprio mandato. L’emendamento prevede che esse vengano sciolte in questi sei mesi nei casi in cui lo stesso ddl Casellati (all’articolo 4) stabilisce l’obbligo di elezioni anticipate: dimissioni volontarie del premier o sua caduta per una mozione motivata di sfiducia. Più tecnico, ma importante l’emendamento di Marcello Pera, approvato: nella Costituzione tutti gli atti del Capo dello Stato sono controfirmati dal Governo e l’emendamento elimina questa controfirma su alcuni atti presidenziali (la nomina del presidente del Consiglio, la nomina dei giudici della Corte Costituzionale, la concessione della grazia e la commutazione delle pene, il decreto d’indizione delle elezioni e dei referendum, i messaggi al Parlamento e il rinvio delle leggi alle Camere) così da proteggerli in caso di contrasto col Governo. (Nomos)


QUESTION TIME/AUDIZIONI

Irene Priolo, assessora regionale all’ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile, XI legislatura

PNRR, EMILIA ROMAGNA: NON ANCORA USCITO DECRETO SU USO 1,2 MLD PER RICOSTRUZIONE 

“Oggi noi abbiamo un tema legato al Pnrr di cui non conosciamo il decreto: speravamo che nel decreto 19 recentemente uscito ci fosse l’impalcatura (per l’impiego; Ndr) del miliardo e 200 milioni di Pnrr, ma così non è stato, e attendiamo ancora”. 

Così Irene Priolo, vicepresidente nonché assessora all’Ambiente, alla protezione civile e alla transizione ecologica della Regione Emilia Romagna, durante un’audizione in commissione Ambiente della Camera.

“Il Governo, nell’incontro col ministro Fitto, ci aveva promesso di avere questo decreto: voi capite che utilizzare 1,2 miliardi da qui al 30 giugno del 2026 diventa molto complesso per noi, però è fondamentale, perché questi 1,2 miliardi dovrebbero, se com’è stato detto saranno aggiuntivi, liberare risorse” da utilizzare per la ricostruzione post-alluvione del maggio 2023. (Public Policy)

ACQUA, MAZZETTI (FI): IMPIANTI DISSALAZIONE HANNO DIMOSTRATO ESSERE ESSENZIALI 

  “In tutto il mondo si registrano ingenti investimenti negli impianti di dissalazione, tanto che la capacità installata ha superato i 100 milioni mc/giorno. È chiaro a tutti che la dissalazione rappresenta un metodo indispensabile per far fronte alla scarsità di acqua, soprattutto in alcuni territori, come le isole minori siciliane ovvero Lampedusa, Linosa, Pantelleria, Ustica, Lipari e Vulcano. Il discorso vale, come ho potuto verificare, anche per altri territori nella mia regione come l’Isola del Giglio che, senza il dissalatore, non avrebbe acqua potabile: è un impianto che funziona molto bene. Sono quindi convinta che non ci possiamo in alcun modo privare di questa preziosa tecnologia ma dobbiamo al tempo stesso garantire la massima efficienza in termini economici e il minimo impatto ambientale, come nel caso dei dissalatori mobili su navi che rilasciano la cosiddetta “salamoia” gradualmente, senza creare problemi agli ecosistemi”. 

Lo afferma Erica Mazzetti, deputata FI e componente della commissione Ambiente, che sul tema ha presentato un question time al ministro dell’Ambiente per chiedere di fare chiarezza “in merito al costo effettivo della dissalazione delle acque nelle isole minori siciliane, alla qualità degli impianti allo scopo utilizzati e agli impatti ambientali degli stessi paventati in conferenza stampa alla Camera da Fondazione UniVerde e Marevivo” e “smentiti dagli operatori del settore”, precisa Mazzetti. 

Nella risposta, il ministero ha fornito rassicurazioni sull’efficienza degli impianti e sulle procedure, ricordando che la capacità di produzione oscilla tra “1728 metri cubi al giorno di Ustica ai 4800 di Pantelleria”, con un’efficienza in una forbice dal 40 al 46% e “costo di lavorazione di 1,94 euro al metro cubo di Lipari contro i 4,8 euro di Linosa”. Il Ministero ha in previsione, inoltre, un decreto che definisca i criteri per “la corretta gestione degli impianti” e le “misure per la tutela dei corpi idrici”, usando “tecnologie e programmi di lavorazione all’avanguardia basati sulle competenze scientifiche non sull’ideologia, come sempre ha fatto Forza Italia”, conclude Mazzetti (Public Policy)

RISORSE IDRICHE, DELL’ACQUA: 3 MLD METRI CUBI SPRECATI PER CATTIVA MANUTENZIONE 

In questo momento, in tutta Italia, ci sono 3 miliardi di metri cubi d’acqua che non invasiamo a causa di manutenzioni che negli ultimi 50 non ci sono state e a causa di cattivi funzionamenti delle dighe, già costruite, ma che vengono tenute basse perché mancano paratoie, custodi, collaudi, o perché sono piene di terra”. Così il Commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, Nicola Dell’Acqua, risponde ai deputati durante un’audizione in commissione Ambiente della Camera.

Per la governance dell’approvvigionamento idrico primario, conclude, “non farei niente di più di quello che si fa per il ciclo idrico integrato”, che – aveva precisato in precedenza – sta funzionando nel ridurre gli sprechi. 

Tra le priorità esposte dal Commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, Dell’Acqua ha evidenziato la necessità di effettuare, a livello di distretto, bilanci idrici precisi, che ci possano permettere di gestire le emergenze idriche, anche tramite l’istituzione, prevista in legge, degli osservatori dei distretti”. (Public Policy).


DAL GOVERNO

MASE, FIRMATO DM INCENTIVI RICONVERSIONE IMPRESE PRODUTTRICI PLASTICA MONOUSO 

 Firmato il decreto del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica volto a incentivare le imprese produttrici di prodotti in plastica monouso verso la produzione di prodotti alternativi. Dieci i milioni di euro stanziati per ciascuna delle annualità 2022, 2023 e 2024. Le imprese avranno la possibilità di beneficiare di un contributo economico che può giungere fino all’80% delle spese sostenute per l’acquisto di macchine e similari.

L’ obiettivo è ridurre l’incidenza della plastica sull’ambiente e sulla salute umana, riducendone la dispersione, e promuovere un’economia circolare reale, sostenendo l’economia ed accompagnando le imprese”, dichiara la viceministra Vannia Gava. (Public Policy)

 

PIANO MATTEI, ECCO I NUOVI COMPONENTI DELLA CABINA DI REGIA

Nella bozza del decreto della Presidente del Consiglio, ci sono nuovi rappresentanti che integreranno la gestione del dossier intitolato al fondatore di Eni.

Tra i nuovi entreranno dunque esponenti di numerose società a partecipazione statale, di associazioni nazionali, confederazioni e consorzi. Su tutte: Acea, Snam, Fincantieri, Eni, Fondazione Med-Or, Leonardo, Fs, Enel, Terna. Ma non solo: Banca d’Italia, Cna, Cia, Aoi, Ance, Cnsu, Confagricoltura, Coldiretti, Confartigianato, Anci, Cini, Comunità di Sant’Egidio, Confapi, Confcommercio, Confindustria, Conflavoro, Copari, Cui, Fnts, Link 2007 e la San Giovanni Bosco.

Nel documento discusso a fine anno si leggeva che “è istituita la Cabina di regia per il Piano Mattei, presieduta dal presidente del Consiglio dei ministri e composta dal ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, con funzioni di vicepresidente, e dagli altri ministri, dal presidente della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, dal direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, dai presidenti dell’Ice-Agenzia italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, della società Cassa depositi e prestiti S.p.A. e della società Sace”.

Inoltre, “della cabina di regia fanno altresì parte rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica, del sistema dell’università e della ricerca, della società civile e del terzo settore, rappresentanti di enti pubblici o privati, esperti nelle materie trattate, individuati con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, adottato entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto”.

Riguardo all’operatività: “Su delega del presidente – si sottolinea – la Cabina di regia è convocata e presieduta dal vicepresidente. Per la partecipazione alla Cabina di regia non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati”.

Da ricordare, infine, che – come specificato dalle bozze di novembre – la Cabina di regia sul Piano Mattei, coordinerà “nel quadro della tutela e promozione degli interessi nazionali, le attività di collaborazione tra Italia e Stati del Continente africano svolte, nell’ambito delle rispettive competenze, dalle amministrazioni pubbliche ad essa partecipanti” e coordinerà “le iniziative di comunicazione relative all’attuazione del Piano Mattei”.

Tra gli altri compiti anche quelli di: finalizzare il Piano Mattei e i relativi aggiornamenti, ai fini della deliberazione; monitorare, anche ai fini del suo aggiornamento, l’attuazione del Piano; approvare la relazione annuale al Parlamento; promuovere il coordinamento tra i diversi livelli di Governo, gli enti pubblici nazionali e territoriali e ogni altro soggetto pubblico e privato interessato; promuovere iniziative finalizzate all’accesso a risorse messe a disposizione dall’Unione europea e da organizzazioni internazionali, incluse le istituzioni finanziarie internazionali e le banche multilaterali di sviluppo. (Policy Maker).

Rassegna parlamentare a cura di MF