Decreto Superbonus: ritirati gli emendamenti con i correttivi per il settore rifiuti

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DECRETO SUPERBONUS

Dopo numerosi momenti di tensione, con 101 voti a favore e 64 contrari, l’ Aula del Senato ha approvato il 16 maggio in prima lettura, con modificazioni, il ddl di conversione in legge del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39, recante misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119 e 119-ter del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, altre misure urgenti in materia fiscale e connesse a eventi eccezionali, nonché relative all’amministrazione finanziaria (AS. 1092-A) (scade il 28 maggio), sul quale il Governo aveva posto la fiducia.  Il provvedimento sarà trasmesso alla Camera per la seconda e definitiva lettura.

Il “cuore” del provvedimento, contenuto in un emendamento del Governo approvato in Commissione Finanze è la rateizzazione in 10 anni dei crediti derivanti dal bonus per le spese effettuate nel 2024. La misura riguarda i cittadini e le imprese mentre per le banche viene allungata la rateizzazione da 4 a 6 anni solo per i crediti scontati a meno del 75% dell’importo dei lavori effettuati. La vera stretta sulle banche riguarda lo stop dal 1° gennaio 2025 alla possibilità di compensare i crediti del superbonus con i contributi previdenziali e Inail. L’emendamento del Governo rinvia di due anni, fino a luglio 2026, l’entrata in vigore della plastic tax; frutto di una riformulazione del Governo, il rinvio di un anno, fino a luglio 2025, dell’entrata in vigore della sugar tax.  

Durante l’esame in commissione, Forza Italia ha anche ritirato i suoi sub-emendamenti  a firma di Claudio Lotito e Claudio Fazzone che ridimensionavano le competenze di Arera sulle tariffe sui rifiuti e che avevano richiamato le critiche della stessa autorità, oltrechè destato allarme nel settore (vedi articolo del Sole 24 Ore dell’11 maggio scorso con il commento di Utilitalia).

Sempre sul fronte rifiuti, le novità introdotte con il DL 39/2024 riguardano la proroga di due mesi del termine per i Comuni per approvare i piani finanziari e le tariffe della Tari, che passa così dal 30 aprile al 30 giugno 2024. Restano comunque valide le deliberazioni eventualmente intervenute tra il 1° maggio 2024 e la data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto Superbonus. L’eventuale differenza nelle tariffe applicate è richiesta senza applicazione di sanzioni e interessi entro l’ultimo versamento utile stabilito dal Comune e relativo all’anno 2024. 


DECRETO COESIONE

E’ iniziato in settimana presso la Commissione Bilancio del Senato l’esame del ddl di conversione in legge del decreto-legge 7 maggio 2024 n. 60, recante ulteriori disposizioni urgenti in materie di politica di coesione(AS. 1133) (scade il 6 luglio). 

Oltre alla riforma della politica di coesione, un po’ come avvenuto per il dl Pnrr, anche questa volta particolare centralità assumono le norme sul lavoro.

A cominciare dai tre bonus messi a punto dal Governo con i quali si prevedono sgravi contributivi del 100% per i datori di lavoro che, dal 1° luglio 2024 al 31 dicembre 2025, assumono a tempo indeterminato giovani under 35 e donne. In questi casi, il bonus è riconosciuto per massimo 24 mesi: si arriva fino a 500 euro mensili per l’assunzione di giovani e fino a 666 euro per l’assunzione di donne.

Ma, come accennato, c’è anche un terzo bonus: si tratta del bonus Zes riconosciuto per due anni e nel limite massimo di 650 euro su base mensile. La misura – al via da settembre e non più da luglio come previsto nella prima bozza circolata – è pensata per i datori di lavoro privati che assumono lavoratori che abbiano compiuto 35 anni in Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.

L’obiettivo – si legge nel testo – è quello di “favorire la parità di opportunità nel mercato del lavoro per le lavoratrici svantaggiate, anche nell’ambito della Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno”.

Accanto a questi interventi, ci sono anche misure per sostenere l’autoimpiego. Si tratta di tre disposizioni con le quali si intende favorire iniziative imprenditoriali da parte di giovani under 35 attraverso finanziamenti e incentivi per l’avvio di un’attività.

Una prima misura (autoimpiego Centro nord) riconosce un voucher di 30mila euro per l’avvio dell’impresa. L’ammontare dell’aiuto sale a 40 mila euro per l’intervento ‘Investire al Sud 2.0’ riservato al Mezzogiorno.

Una terza misura, infine, è riservata agli under 35 (disoccupati, inattivi o inoccupati) che, entro il 31 dicembre 2025, avviano sul territorio nazionale un’attività imprenditoriale nell’ambito dei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione al digitale ed ecologica. (Public Policy)


DDL PREMIERATO

Sono circa 3.000 gli emendamenti depositati dalle opposizioni al ddl Premierato nell’aula del Senato: 1.300 solo quelli presentati dal Partito Democratico, cui si aggiungono i 180 del Movimento 5 stelle.

Il provvedimento (il cui testo non è stato condiviso con le opposizioni), è approdato all’Aula del Senato e continua a far discutere e a registrare diverse prese di posizione.

Sui nodi irrisolti della riforma, sono intervenuti in un recente convegno al Senato le associazioni  Io Cambio, Libertàeguale, Fondazione Magna Carta e Riformismo e libertà che hanno illustrato due emendamenti che, al momento, non sono entrati nella lista di quelli presentati al voto parlamentare. Per approfondire clicca qui

 

Rassegna parlamentare a cura di MF