Direttiva quadro rifiuti: ok dal Consiglio Ue all’avvio della sua revisione

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Lunedì 17 giugno, il Consiglio UE  ha adottato la sua posizione (“orientamento generale”) sulla revisione mirata della direttiva quadro sui rifiuti, con particolare attenzione ai rifiuti alimentari e tessili.
L’approccio generale mira a prevenire i rifiuti del fast fashion e a facilitarne il riutilizzo. Fissa inoltre obiettivi ambiziosi per ridurre significativamente lo spreco alimentare entro il 2030. Dato che i settori alimentare e tessile sono rispettivamente il primo e il quarto più ad alta intensità di risorse, l’accordo odierno rappresenta un passo fondamentale verso un’economia europea più sostenibile e circolare.” – così Alain Maron, ministro del governo della regione di Bruxelles-Capitale, responsabile per il cambiamento climatico, l’ambiente, l’energia e la democrazia partecipativa

Settore alimentare: Meno spreco alimentare entro il 2030

La proposta di direttiva fissa obiettivi vincolanti per la riduzione degli sprechi alimentari entro il 2030:
• − 10% nella lavorazione e nella produzione
• − 30% pro capite nel commercio al dettaglio, nei ristoranti, nei servizi di ristorazione e nelle famiglie.
L’orientamento generale concorda con gli obiettivi proposti dalla Commissione e prevede la possibilità di fissare obiettivi per gli alimenti commestibili entro il 31 dicembre 2027, data in cui la Commissione riesaminerà gli obiettivi per il 2030.

Anno di riferimento e fattori di correzione

Gli obiettivi di riduzione degli alimenti saranno calcolati rispetto all’importo generato nel 2020, poiché è stato il primo anno per il quale i dati sullo spreco alimentare sono stati raccolti secondo un metodo armonizzato. Gli Stati membri sono autorizzati a utilizzare un anno di riferimento precedente al 2020, se a livello nazionale sono stati predisposti metodi adeguati di raccolta dei dati.
L’orientamento generale consente agli Stati membri di utilizzare anche il 2021, il 2022 o il 2023 come anni di riferimento, in quanto i dati per il 2020 potrebbero in alcuni casi non essere rappresentativi a causa della pandemia di COVID-19.
I ministri hanno inoltre convenuto sulla necessità di sviluppare fattori di correzione per tenere conto delle fluttuazioni del turismo e dei livelli di produzione nella trasformazione e nella produzione alimentare in relazione all’anno di riferimento.

Settore tessile

L’attuale direttiva quadro sui rifiuti, già in vigore dal 2008, obbliga gli Stati membri a garantire la raccolta differenziata dei prodotti tessili per il riutilizzo, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio entro il 1° gennaio 2025. Secondo l’orientamento generale, entro la fine del 2028 la Commissione prenderà in considerazione la possibilità di fissare obiettivi specifici per la prevenzione, la raccolta, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti del settore tessile.
Responsabilità estesa del produttore
La proposta di revisione della direttiva quadro sui rifiuti prevede regimi armonizzati di responsabilità estesa del produttore (EPR) che imporrebbero ai marchi di moda e ai produttori tessili di pagare tasse per contribuire a finanziare i costi di raccolta e trattamento dei rifiuti tessili. Tali regimi saranno istituiti fino a 30 mesi dopo l’entrata in vigore della presente direttiva e i ministri hanno convenuto di includere le microimprese nel loro campo di applicazione.
Il livello di tali tariffe si baserà sulla circolarità e sulle prestazioni ambientali dei prodotti tessili ( nota come ecomodulazione). Poiché la prevenzione dei rifiuti è l’opzione migliore, l’orientamento generale stabilisce che gli Stati membri possono esigere tariffe più elevate per le imprese che seguono pratiche industriali e commerciali di “fast fashion”.
L’orientamento generale contiene inoltre disposizioni specifiche per gli Stati membri in cui vi è una quota più elevata di prodotti tessili valutati idonei al riutilizzo sul mercato. Tali Stati membri possono chiedere agli operatori commerciali del riutilizzo di pagare una tariffa (inferiore) quando mettono tali prodotti a disposizione sul loro mercato per la prima volta.

Soggetti dell’economia sociale

L’orientamento generale riconosce il ruolo chiave dei soggetti dell’economia sociale (compresi gli enti di beneficenza, le imprese sociali e le fondazioni) nei sistemi di raccolta dei prodotti tessili esistenti. Consente loro di mantenere e gestire i propri punti di raccolta separati. Secondo la posizione del Consiglio, gli Stati membri possono esentarli da determinati obblighi di comunicazione per evitare oneri amministrativi sproporzionati.

Prossimi step

L’orientamento generale raggiunto dal Consiglio consente alla presidenza di turno di avviare i colloqui con il Parlamento europeo sul testo finale, che si svolgeranno nell’ambito del nuovo ciclo legislativo. Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione nel marzo 2024.

Ogni anno nell’UE vengono generati oltre 58 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari (pari a 131 kg per abitante), con una perdita stimata di 132 miliardi di euro. Inoltre, lo spreco alimentare rappresenta circa il 16% delle emissioni totali di gas a effetto serra del sistema alimentare dell’UE.
L’UE genera inoltre 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno. L’abbigliamento e le calzature da soli rappresentano 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, equivalenti a 12 kg di rifiuti per persona ogni anno. Attualmente, solo il 22% di tali rifiuti viene raccolto separatamente per il riutilizzo o il riciclaggio, mentre il resto viene spesso incenerito o collocato in discarica.
Il 5 luglio 2023 la Commissione europea ha presentato una proposta di revisione della direttiva quadro sui rifiuti, rivolta in particolare ai settori alimentare e tessile. L’obiettivo generale della proposta è ridurre gli impatti ambientali e climatici associati alla produzione e alla gestione dei rifiuti tessili e alimentari.

Fonte: Consiglio UE